Ambiente Imprenditoria

In Italia il futuro del trasporto è anche nel Biometano

Siglato il 18 aprile 2019 l’Accordo di cooperazione per sostenere l’attuazione degli obiettivi del decreto sul biometano

Una delle tante forme di energia pulita e rinnovabile è il biometano, sul quale è stato emanato un apposito decreto interministeriale già a marzo dello scorso anno. Il decreto promuove l’uso dei biocarburanti di ultima generazione nel settore dei trasporti e, per sostenerne l’attuazione degli obiettivi, il 18 aprile a Roma si è firmato un accordo di cooperazione che coinvolge le filiere dei settori, non più così lontani tra loro, agricolo e industriale. A siglarlo sono stati: CIB, Confagricoltura, Eni, FPT Industrial, IVECO, New Holland Agriculture e Snam.

Un evento che si inserisce nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia, considerando che si prevede di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6% al 2030 così contribuendo sia a ridurre l’inquinamento atmosferico sia a contrastare i collegati cambiamenti climatici. Secondo le stime, nel 2030 si potrebbe arrivare a produrre 8 miliardi di metri cubi di questa energia sostenibile, potendo così contribuire al raggiungimento dell’obiettivo dell’8% per i biocarburanti avanzati.

Ma in cosa consiste il biometano? Semplice: si tratta dell’utilizzo degli scarti provenienti da attività agricole e agroalimentari nonché dai “fatidici” effluenti zootecnici, che vengono accusati di essere uno dei principali fattori di aumento di CO2 nell’atmosfera.

La collaborazione avviata con la firma dell’accordo nell’ambito della mobilità sostenibile prevede iniziative e progetti sul biometano rivolte alle imprese della filiera, alla Pubblica amministrazione nonché all’informazione dei cittadini, alla ricerca e sviluppo. Il tutto allo scopo di mettere in campo ogni sinergia e promuovendo l’uso del biometano avanzato prodotto da matrici agricole, zootecniche, agroindustriali, rafforzando ulteriormente sia la filiera tecnologica ed industriale, già presente nel settore della mobilità a gas, sia quella agro-energetica, che nel biogas è una delle più importanti in Europa e nel mondo. A questo proposito si sottolinea che la filiera del biogas-biometano è uno dei settori a maggiore intensità occupazionale nel contesto delle energie rinnovabili e che ha già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti nel nostro Paese. A oggi l’Italia vanta una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista tecnologico sia ambientale, riconosciuta a livello mondiale e che può far leva sulla rete di trasporto più estesa e capillare d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri. L’Italia, con la sua tecnologia all’avanguardia nel mondo, è il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi consumati, circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione e oltre 1.300 distributori.

E la crescita può proseguire, considerando che già oggi il biometano può contare su un potenziale, valutato sulla base della produzione elettrica da biogas, di circa 2,5 miliardi di metri cubi. Eppure gli ostacoli ci sono, e sono di ordine burocratico, come sempre in Italia. A frenare il progresso intervengono ad esempio alcune interpretazioni del Decreto interministeriale del 2 marzo 2018 e delle relative Procedure applicative GSE secondo le quali non si possono riconvertire ancora gli impianti. Per evitare che come al solito i limiti dei burocrati creino ostacoli – e causino danni, anche economici come succede continuamente per le sanzioni UE – nell’accordo si è ribadito che occorre creare una cabina di regia con i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali per favorire lo sviluppo graduale e continuo del biometano a beneficio dell’intera collettività e della tutela dell’ambiente.

I firmatari dell’accordo

L’intesa è stata siglata da Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, Piero Gattoni, Presidente del CIB, Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, Carlo Lambro, Brand President di New Holland Agriculture e Amministratore Delegato CNH Industrial Italia, Giacomo Rispoli, Direttore Portfolio Management&Supply and Licensing di Eni, Annalisa Stupenengo, Amministratore Delegato FPT Industrial e Membro del Global Executive Committee di CNH Industrial, e Michele Ziosi, Direttore Relazioni Istituzionali CNH Industrial.

Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, ha sottolineato che la strategia energetica nazionale “riconosce al biometano un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi sulla mobilità sostenibile e, così come a partire dal 2007 abbiamo contribuito a supportare la cogenerazione da biogas, oggi siamo pronti ad intraprendere le nuove sfide. É una grande opportunità per il nostro Paese per produrre gas rinnovabile da utilizzare nei trasporti, ma anche un’importante occasione per l’agricoltura per proseguire il percorso iniziato da alcuni anni di efficientamento dei processi produttivi e di sviluppo della bioeconomia circolare, al fine di rendere l’attività sempre più multifunzionale e sostenibile dal punto di vista ambientale”.

Piero Gattoni, Presidente di CIB (Consorzio Italiano Biogas) ha spiegato che il biometano agricolo “è una bioenergia particolarmente flessibile e giocherà un ruolo di primo piano poiché permette di equilibrare l’attuale dipendenza da fonti energetiche fossili e di decarbonizzare anche i trasporti pesanti e più difficilmente elettrificabili. Lo sviluppo della filiera nazionale del biogas/biometano agricolo, inoltre, non potrà che giovare all’agricoltura italiana, che godrà così di un sostegno utile ad attivare processi innovativi di uso efficiente delle risorse, di riduzione delle emissioni di CO2, di riciclo dei nutrienti e di stoccaggio del carbonio nel suolo”.

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