Un territorio antico, una città centro egemone dell’agro falisco conquistata dai Romani, una storia che ha lasciato la sua impronta a Civita Castellana
Sorge su un altopiano tufaceo dalle ripide pareti (le forre) lambite da due rii e un fiume (il Treia), questa città riedificata sull’area dell’antica Falerii, sede vescovile dal IX secolo e governata dal Papa Borgia (Alessandro VI) prima e dal Papa Giulio II poi, dal significativo nome di Civita Castellana, tutto un programma per chi ama la Storia.

Un itinerario alla scoperta di Civita Castellana
Il Forte Sangallo è il centro simbolico della città storica. Venne edificato nel ’400 su una precedente Rocca per volontà di Papa Alessandro VI su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio e Perino da Caravaggio ma i lavori si conclusero solo durante il successivo pontificato di Papa Giulio II e con l’intervento di Antonio da Sangallo il Giovane. A spiegarci la storia del Forte è Piero Poleggi:
Il Forte Sangallo
A metà tra fortificazione medievale e palazzo rinascimentale, il Forte Sangallo di Civita Castellana ha una struttura esterna “antiassedio” che arriva fino al primo cortile; un secondo, grande, cortile d’onore per accogliere gli ospiti, con al centro un pozzo ottagonale, circondato da un porticato a doppia struttura; gli appartamenti papali, oggi adibiti a museo (Museo archeologico dell’Agro Falisco).
Dal 1700 al 1905 il Forte venne utilizzato come carcere mentre durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale come abitazione di fortuna per centinaia di famiglie sfollate. In celle (ex celle carcerarie) di 5 metri per 5 vivevano insieme 2 o 3 famiglie che mangiavano sotto i portici e per questo gli affreschi sono stati coperti dalla fuliggine (nel video mostriamo un punto in cui sono stati ripuliti facendone riemergere la reale colorazione).


La cattedrale di Santa Maria Maggiore a Civita Castellana
Detta anche Duomo Cosmati, la cattedrale di Civita Castellana venne edificata nel 1185 sulla chiesa preesistente, dalla famiglia di marmorari romani Cosmati. I marmorari erano noti per riutilizzare i marmi delle lapidi in modo creativo, colorato: marmi lapidei policromi intagliati ed intarsiati, di cui la facciata è un esempio affascinante.

Se l’interno è stato ricostruito nel ’700, epoca in cui Mozart si fermò a visitare Civita Castellana e suonò l’organo del Duomo, alcune parti della Cattedrale (come l’altare maggiore costituito da un sarcofago paleocristiano del III o IV secolo) risalgono a epoche precedenti. Tra queste la cripta, probabilmente risalente al VII-VIII secolo, quando era adibita a tempio pagano, poi al primo culto cristiano, anche se alcuni storici ritengono più attendibile la data del 1100 per via della sua struttura “a sala”.
Civita Castellana tra arte, artigianato e industria
A Civita Castellana la storia si intreccia con l’arte, con l’artigianato artistico, con l’industrializzazione di un territorio forgiato dalle attività dei propri abitanti.
Se in Forte Sangallo sono racchiusi i tesori archeologici più antichi, l’artista denominato Mastro Cencio riesce a riprodurne linee e colori utilizzando la ceramica che fa di questo distretto, al giorno d’oggi, il più grande d’Europa (leggi nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2024/06/civita-castellana-e-il-suo-distretto-ceramico/), unendo con una pennellata presente e passato.
Il museo della ceramica
A proseguire questo fil rouge temporale a Civita Castellana sorge un museo comunale, il Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni, intitolato al ceramista che nel 1909 diede vita alla prima associazione industriale che avrebbe originato il Distretto ceramico. Qui è possibile seguire l’evoluzione di questo comparto a Civita Castellana, passato da manifattura artigianale a fabbrica industriale senza dimenticare la tradizione artistica locale. Per conoscere gli orari di apertura e prenotare eventuali visite guidate o didattiche si può telefonare allo 0761.590234 o al 339.2077494 oppure inviare un’e-mail a museodellaceramica@comune.civitacastellana.vt.it.