Imprenditoria Made in Italy

Civita Castellana e il suo distretto ceramico

Il distretto ceramico più grande d’Europa, con una storia di resilienza unica che ha portato le imprese di Civita Castellana a inserirsi nel comparto del lusso internazionale in “pole position” anche per il design dei sanitari

Il distretto ceramico di Civita Castellana è il più grande d’Europa e con i suoi 2.000 addetti distribuiti in 75 aziende con un fatturato totale di 700 miliardi di euro l’anno e la forte propensione all’export rappresenta un unicum. Tanto che la ceramica civitonica ha ricevuto anche il marchio DOC per la ceramica artistica tradizionale. A presentarci i punti di forza di questo territorio laziale è l’assessora alla cultura e alle attività produttive e commercio del Comune di Civita Castellana Giovanna Fortuna la quale ci narra anche le vicende di questo comparto d’eccellenza del Made in Italy.

Il distretto ceramico di Civita Castellana. Una storia di resilienza
L’unicum rappresentato dal distretto ceramico civitese è dovuto alla flessibilità, all’adattabilità alle esigenze della clientela; una clientela interessata in particolare al lusso, comparto che non conosce crisi. Le aziende del distretto hanno imparato dai propri errori, se così vogliamo chiamarli, e cono riuscite a riadattare i propri stabilimenti di produzione per riposizionarsi sul mercato. Fin dagli inizi dell’800 infatti Civita Castellana era un distretto ceramico specializzato nella stoviglieria. Intere famiglie, donne e bambini compresi, lavoravano a queste produzioni di eccellenza. Madri e figli erano impegnati in particolare nella decorazione a mano dei piatti. Il lavoro era tanto, gli stipendi ottimi, come testimoniano le immagini e le opere conservate nel Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni (leggi nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2024/06/alla-scoperta-di-civita-castellana/).

Il cambiamento
Con l’apertura del mercato alla Cina, nel 2000 le aziende cinesi mandarono i propri apprendisti a Civita Castellana per imparare il mestiere. I generosi civitesi insegnarono questa antica arte, tramandata dai genitori ai figli per secoli, pensando che le imprese cinesi avrebbero poi venduto i propri prodotti, realizzati grazie al know how appreso ai loro corsi formativi, nei loro territori extraeuropei. Non fu così. Le aziende cinesi, una volta appresi i segreti del mestiere civitese, forti della propria manodopera low cost e di politiche meno restrittive rispetto alle nostre (e non smetteremo mai di sottolineare i danni della tassazione, della burocrazia e del troppo alto costo del lavoro in Italia) vendettero sul mercato globale – europeo compreso – stoviglieria a basso costo, più che concorrenziale. Sbaragliando il mercato locale. A Civita Castellana si contarono oltre 2.000 posti di lavoro persi, famiglie intere messe in ginocchio dalla perdita di un impiego sul quale contava ogni singolo membro.

Il distretto ceramico oggi
Ma Civita Castellana seppe risollevarsi. Le aziende compresero che bisognava riconvertirsi per non fallire. Così decisero di puntare su un altro prodotto ceramico: i sanitari. Venivano realizzati anche in precedenza ma rappresentavano solo una percentuale minore rispetto alla stoviglieria. Ma da vent’anni a questa parte tutte le imprese locali hanno trasferito il proprio know how su questi prodotti. E in pochi anni sono giunte a conquistare il primo posto europeo in un comparto che esporta in tutto il mondo, focalizzandosi su un design di lusso. Noi siamo andati a visitare un’azienda leader di questo comparto, un esempio “storico” di quanto è accaduto a Civita Castellana.

Valdama. Una storia esemplare
I sanitari della Valdana vengono esportati in Australia, in India, negli Emirati Arabi, in Germania, in Olanda, nei Paesi del Golfo come in quelli del Nord Europa. L’80% della sua produzione viene esportata.
Nata nel 1979 come azienda di stoviglierie, quando l’apertura del mercato cinese nei primi anni del 2000 spazzò via il comparto della stoviglieria, riconvertì i propri impianti e decise di puntare sul design, collocandosi nella fascia medio alta del mercato (la fascia bassa è extraeuropea). Chiamò a disegnare le proprie linee e i propri modelli un grande designer: Prospero Rasulo. Lo scopo era puntare sulla qualità artigiana dell’autentico Made in Italy, allontanandosi dalla banalità della standardizzazione per avvicinarsi alle imprevedibilità delle forme d’arte e dei suoi colori. “Siamo una delle più piccole aziende del distretto ceramico” spiega Andrea Polverini, responsabile commerciale della Valdama “ma ci stiamo differenziando puntando su pochi prodotti ma di qualità e valore”. Con la sua guida, entriamo nel complesso produttivo e scopriamo come si realizzano questi sanitari di lusso (in particolare lavabi) del distretto ceramico più importante d’Europa.

 

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