Dalle Regioni Lazio

Inaugurato Limito, il labirinto di vigna più grande al mondo

Il labirinto di vigna Limito sorge nel Parco dell’Antoniana, un altopiano nascosto della provincia di Latina. Un’idea dell’azienda familiare Carpineti

Un’azienda vitivinicola biologica, biodinamica, sostenibile, immersa nelle verdi campagne del Lazio, tra le alture della provincia di Latina; un’azienda a conduzione familiare radicata nel territorio; un’azienda nata per realizzare i sogni e le idee della famiglia che l’ha creata, come quello di Limito, il labirinto di vigna più grande che esista; uno dei soli quattro al mondo.

Un’azienda, una famiglia, un sogno
Una famiglia unita, che sa sognare all’unisono. E poi realizzare i propri sogni. Con calma, con pragmatismo, senza distrazioni. Insieme. A presentarci questa azienda familiare così particolare è stato il capofamiglia Marco Carpineti, che in questa videointervista ci offre in modo spontaneo la Vision non solo propria ma di tutti i suoi componenti.

 

Perdersi per ritrovarsi
L’idea di Limito, il labirinto di vigna, è venuta a Paolo Carpineti, il direttore creativo, il figlio di Marco Carpineti, il fratello della project manager di Carpineti experience, Isabella Carpineti. La sua idea, come ci spiega nella videointervista riportata qui sotto, è nata nel 2019 e finalmente il 6 giugno 2024, è pienamente realizzata: 80 metri di diametro, 4 ingressi, due piazzole per la sosta ai lati circondate da 8 cipressi, due spirali come onde che possono essere percorse entrando da un lato e uscendo dall’altro, 15 cerchi concentrici con porte e trabocchetti.

 

L’inaugurazione ufficiale
Il 6 giugno 2024 il labirinto di vigna Limito è stato presentato al pubblico. Un progetto nato anche per valorizzare un territorio ricco di storia e natura che va riscoperta, tra i Comuni di Bassiano, Sezze, Sermoneta. Limito sorge a 500 metri di altezza, su un terreno nascosto in cima a un altopiano, immerso nella natura selvaggia, ma attraversato dalla Via Francigena, la via dei pellegrini che attraversa tutta la nostra bella penisola. Un labirinto di vigna celato in cima a questi monti a pochi chilometri da Roma, in una natura incontaminata che non ti aspetti, unisce la sapiente tecnica agronomica e vitivinicola con l’arte e l’architettura del paesaggio. A realizzare il progetto è stato l’architetto paesaggista Fernando Bernardi che durante l’inaugurazione ne ha raccontato, passo dopo passo, la realizzazione.

 

Limito, il labirinto di vigna inclusivo
Un vigneto che è un’opera di land art: un elaborato disegno per abbracciare chi percorre questi filari armonici dalla forma arrotondata, di onda. In grado di includere e accogliere, di ospitare, non di creare barriere. Il percorso di realizzazione è durato anni ed è partito con la selezione delle viti: Bellone, Nero Buono e Abbuoto, il vitigno di epoca romana. “Siamo partiti dall’individuazione del centro” spiega l’architetto Bernardi. “E abbiamo piantato le viti a una distanza studiata, con non poca fatica. Abbiamo piantato i vitigni considerando anche le loro specificità, come il fatto che in autunno hanno colori diversi l’uno dall’altro. Abbiamo piantato, calcolando in metri lineari, 4.000 metri di Bellone, 1.300 metri di Nero Buono, 2.100 metri di Abbuoto. Per un’estensione totale di 7.400 metri di vigna”. O meglio di labirinto di vigna. Bernardi ha spiegato che questi terreni erano brulli, terreni da fieno e da pascolo, quindi sono stati preparati per ricevere le barbatelle (le talee delle viti con le radici), iniziando da quelle di Nero Buono. “Abbiamo studiato i labirinti delle varie epoche, ma volevamo qualcosa con le linee morbide, una forma che desse dinamismo ma che fosse anche lavorabile sia dai macchinari sia dai collaboratori che devono entrare con le cassette e fare i lavori a mano”.

 

Otium, la sorpresa a vista sul labirinto di vigna
Limito sorge in un luogo scenografico e inaspettato, dopo aver percorso 4 chilometri di sterrato tra la natura, si arriva sull’altopiano della tenuta. A segnare l’inizio del percorso l’altalena Otium, ideata dall’artista di Cori Alessio Pistilli. Un’opera d’arte contemporanea che ha una duplice funzione: far vivere un’esperienza personale legata all’infanzia e fare da cornice allo spettacolare paesaggio che la circonda. Un’opera d’arte che può essere sia goduta sia vissuta.

Turismo esperenziale, la Carpineti Experience
Quando si compra una bottiglia si porta via anche un pezzo di territorio. Sarà così anche per il labirinto di vigna, quando il primo vino verrà prodotto. Nel frattempo la visita esperenziale della tenuta si arricchisce anche di Limito e di Otium, come ci spiega Isabella Carpineti:

 

In questo territorio ricco di siti archeologici, vie storiche, laghetti e panorami maestosi, chi vuole perdersi per ritrovarsi potrà scegliere di percorrere a piedi, a cavallo o in bicicletta il sentiero montano che arriva al labirinto di vigna nascosto. Un altro sogno realizzato della famiglia Carpineti per “rendere le nostre tenute, nate e pensate per produrre uva, dei musei a cielo aperto. Trasformare ciò che è produttivo in qualcosa di artistico. Tornare a parlare di bellezza, creatività e ingegno”. Dell’Italia, degli italiani.

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