Oltre 4mila i visitatori degustatori di Vini d’abbazia 2024, la rassegna conclusasi il 9 giugno ha fatto il punto anche sul turismo enologico e culturale
Il successo della III edizione della manifestazione Vini d’abbazia 2024 ha premiato non solo quei monaci e suore impegnati in prima persona nella produzione del vino, ma anche quei vignaioli che da anni si battono per salvaguardare vigneti di monasteri e conventi.
Una… wine full immersion
Una tre giorni per conoscere la produzione vinicola di 20 abbazie italiane, 10 abbazie francesi e una georgiana, oltre a quella della Strada del vino di Latina, della Strada del vino Cesanese e del Piglio, e ancora: del Consorzio del Cesanese Docg, delle cantine della Doc del Cabernet di Atina, delle cantine associate a Confagricoltura Latina. Insomma una full immersion nel mondo del vino nella cornice magica del Chiostro dell’abbazia di Fossanova (Priverno). Con tanti appuntamenti informativi diretti alle aziende del comparto.
Le masterclass
Vini d’Abbazia 2024 ha proposto alcune masterclass di grande interesse (vedi nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2024/06/dal-7-giugno-la-iii-edizione-di-vini-dabbazia/): tutto esaurito per quelle dedicate alle bollicine francesi e ai grandi rossi della Borgogna – organizzate con Les vins d’Abbayes – e per quella dedicata alla millenaria tradizione dei vini monastici della Georgia tenuta dell’enologo Donato Lanati. Di grande fascino anche la masterclass condotta da Marco Caprai, della cantina Arnaldo Caprai, dedicata al Sagrantino, il vino fiore all’occhiello dell’Umbria. Hanno richiamato molti appassionati anche gli incontri sui vini del territorio: il cesanese, il bellone, il cabernet di Atina e quelli sui vini estremi delle Alpi e i vini prodotti in anfora.
La tavola rotonda su Vino, Turismo e Cultura
Nell’ambito della kermesse si è tenuta, sabato 8 giugno, la tavola rotonda “Vino, turismo e cultura – le risorse di un territorio” cui hanno partecipato il Sindaco di Priverno, Annamaria Bilancia, il presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Latina Giovanni Acampora, il commissario straordinario dell’Arsial, Massimiliano Raffa, l’assessore della Regione Lazio al Bilancio, alla Programmazione economica, all’Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Giancarlo Righini, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente il presidente dell’Azienda Speciale Informare Luigi Niccolini. Quest’ultimo ha parlato di vino, turismo e cultura quali elementi principali, insieme all’enogastronomia, per attrarre turisti. “Noi abbiamo il compito di offrire loro, con le nostre imprese, i migliori servizi ricettivi in un connubio tra la storia e la bellezza che caratterizzano i nostri territori. In quest’ottica, l’Azienda Speciale, su input della Camera di Commercio, partecipa a Vini d’Abbazia che fa parte di tutto un percorso di valorizzazione sul quale stiamo puntando da tempo. Nel Lazio abbiamo 18.000 ettari di vigneti, una produzione di 200.000 ettolitri ed un valore della produzione di 230 milioni di euro. Le province di Frosinone e Latina incidono per circa la metà su questi numeri. Va da sé il peso che abbiamo”.
Il valore dell’enoturismo
Massimiliano Giansanti ha sottolineato che il valore dell’enoturismo in Italia è di 2,9 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto all’anno scorso, e che le wine experience vengono percepite come un arricchimento delle proprie conoscenze. “Le nostre aziende vitivinicole ci confermano che c’è un interesse crescente per le storie, gli aneddoti del luogo di produzione dei vini, le persone che hanno dato vita a una determinata etichetta, recuperando anche antichi vitigni, e poi ovviamente per le specificità del processo produttivo. Ricordiamo che i monaci curarono la propagazione e la coltura della vite, la conseguente produzione del vino e la sua conservazione. Questa iniziativa a Fossanova, Vini d’Abbazia, recupera questo legame e lo valorizza nella giusta direzione. È evidente, quindi, che un efficace storytelling diventi anche una leva importante per la crescita e l’economia di un luogo. Come Confagricoltura, grazie alla nostra storia ultracentenaria, abbiamo sempre valorizzato il connubio tra cultura, vino e territorio: sono le carte vincenti del Made in Italy agroalimentare, trainato proprio dal comparto vino”.
La storia dietro a un bicchiere
Il Commissario Raffa ha aggiunto che a Vini d’Abbazia 2024 ogni bicchiere racconta una storia di passione, dedizione e tradizione, capace di esprimere l’identità del nostro territorio e la sua profonda vocazione agricola. “È un evento che abbiamo sostenuto con convinzione, tanto per la sua originalità quanto per il suo saper essere un efficace veicolo di promozione per le nostre imprese e i nostri vini”. L’assessore Giancarlo Righini, nel chiudere l’evento, ha detto: “Vini d’Abbazia 2024 rappresenta una vetrina straordinaria per le eccellenze del nostro territorio. Una ulteriore occasione per ribadire l’importanza del settore vitivinicolo del Lazio, che ha tutte le carte in regola per competere nel mercato nazionale e internazionale”.