Lavoro Opportunità

Occupazione giovanile in crescita

L’analisi della Fondazione Studi Consulenti del lavoro effettuata sui dati Istati “cresce l’occupazione giovanile. Si riduce il gap con l’Europa”

Secondo i dati analizzati, dopo un rallentamento delle assunzioni iniziato negli anni 2000 ora l’occupazione giovanile torna a crescere, spinta dal bisogno di nuove competenze e innovazione da parte delle aziende. Ed è boom di occupati under 25.

Dal turn over alle nuove competenze
Oltre alle aziende private, anche la pubblica amministrazione si sta orientando verso l’occupazione giovanile. Sia per esigenze di turn over (gli impiegati anziani stanno andando in pensione e i posti di lavoro si liberano) sia per esigenze di innovazione delle competenze, dal momento che oggi giorni c’è necessità di personale che sappia gestire le nuove tecnologie contemporanee, dall’IoT alla IA. E in effetti sono aumentati i giovani occupati nelle professioni altamente qualificate, anche se rispetto alla media UE c’è ancora margine di crescita.

Occupazione giovanile in crescita dal 2021
Tra il 2021 e il 2023, su 1 milione e 26mila posti di lavoro in più, circa 439mila hanno riguardato giovani con meno di 35 anni. L’occupazione giovanile ha registrato un tasso di crescita dell’8,9%, doppio rispetto a quello generale del 4,5%. E a registrare la crescita più forte in termini percentuali sono stati gli under 25, con un saldo di 169mila occupati in più e un tasso di crescita del 16,7%. Un aumento che soddisfa ma non abbastanza, dal momento che per occupazione giovanile la nostra nazione è in fondo alla graduatoria europea. Spesso proprio per mancanza di studi adeguati rispetto alla disponibilità occupazionale.

Cresce l’occupazione giovanile. Si riduce il gap con l’Europa
Nella fascia d’età più bassa (20-24 anni), a fronte di un tasso di occupazione medio europeo del 54,2%, quello italiano si attesta al 36%. L’analisi dei dati Istat effettuata dalla Fondazione Studi Consulenti del lavoro mostra che a crescere tra il 2021 e il 2023 è stata anche la componente permanente: a fronte di 415mila nuovi occupati 373mila sono a tempo indeterminato. Ma è guardando i profili professionali che si evidenzia un miglioramento della collocazione giovanile nella piramide professionale. In aumento, infatti, i giovani occupati nelle professioni altamente qualificate: crescono di 113mila unità i profili intellettuali e scientifici (+10,9%) e di 125mila quelli tecnici intermedi (+9,4%).

I settori dove l’occupazione giovanile cresce
È il turismo a trainare la crescita dell’occupazione giovanile che, con 140mila occupati in più nei servizi di alloggio e ristorazione, ha registrato un incremento del 23,7%. A seguire, i settori della salute e assistenza (+10,1%) e dell’informazione e comunicazione (+20,3%). Da evidenziare anche le buone prestazioni delle attività artistiche, sportive e di divertimento che, con un saldo di 37mila occupati in più, hanno registrato un incremento del 32,1%.

Studio/lavoro, un rapporto insoddisfacente
L’Italia è tra i Paesi europei dove i giovani fanno meno esperienze di lavoro durante gli studi. Solo il 22,4% dei giovani di età compresa tra i 20 e 34 anni dichiarano di aver lavorato durante il percorso di studi, mentre i valori sono molto più elevati nei Paesi Bassi (dove lo dichiara il 72,3% dei giovani), in Germania (68% dei giovani) e in Austria (64,4% dei giovani). È soprattutto l’ingresso tardivo nel mercato del lavoro a condizionare le chance di inserimento e crescita nel mercato del lavoro. Ridurre i tempi di ingresso, favorendo maggiormente la combinazione di esperienze formative e professionali, è un obiettivo prioritario per colmare un gap che nemmeno i buoni risultati degli ultimi anni sono riusciti a diminuire in modo significativo.

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