Ambiente Imprenditoria

Next Bite. Oltre la sostenibilità, agricoltura rigenerativa

“Next Bite, Building the future of food together”, il principale evento di EIT Food, ha riunito a Roma gli stakeholder del settore agroalimentare europeo

Si è tenuto a Roma il 14 ottobre 2024 l’evento “Next Bite” organizzato da EIT (Istituto europeo di innovazione e tecnologia, co-fondato dall’Unione Europea per promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità) Food, la comunità dell’innovazione che ha come mission la costruzione di un sistema alimentare orientato al futuro, che produca cibo sano e sostenibile. Di questa comunità pan-europea fanno parte Università e Centri di ricerca, istituti e aziende leader di settore di 13 Paesi, uniti in un “consorzio” che intende connettere tutti i portatori di interesse del settore agroalimentare per realizzare un unico ecosistema, sostenibile e partecipato.

Next Bite
L’evento rappresenta un momento di confronto tra i protagonisti internazionali del mondo dell’agroalimentare per costruire un futuro insieme, affinché il “prossimo boccone” sia salutare per l’essere umano e l’ambiente. Come attuare questo proposito? promuovendo soluzioni innovative per creare sistemi alimentari resilienti e aumentando la consapevolezza, oltre che sui temi della sostenibilità – che da sola non basta più, come ha affermato la presidente del Future Food Institute Sara Roversi – su quelli della rigenerazione, in particolare dell’agricoltura rigenerativa. Per ottenere questo risultato è indispensabile mettere in rete tutte le conoscenze disponibili affidando un ruolo centrale al giornalismo, che può informare gli agricoltori sulle novità tecnologiche e scientifiche che possono supportarli nel loro lavoro e su quelle normative ed economiche ma che al contempo può informare i decisori politici sulle reali necessità e delle problematiche di chi opera in questo campo affinché vengano prese decisioni realmente utili, pratiche e semplici da comprendere e implementare.

Influenzare il cambiamento
L’evento “Next Bite” è stato aperto dal CEO di EIT Food, Richard Zaltzman, il quale ha posto in evidenza le opportunità attualmente disponibili per modificare il trend negativo degli ultimi decenni che sta portando a uno squilibrio sociale e sanitario, collegato a quello economico, dovuto alla carenza di cibo per una parte della popolazione (e non parliamo solo di quella dei Paesi in via di sviluppo ma anche, ad esempio, di quella del Regno Unito, dove il 10% dei cittadini ha problemi alimentari di deperimento). Riequilibrare la situazione si può, se gli agricoltori vengono informati adeguatamente dalla stampa sulle opportunità esistenti – dall’agricoltura rigenerativa alla circolarità – e sulle politiche pubbliche per il settore; ma anche “la prospettiva dei farmers è importantissima” conclude Zaltzman “perché dobbiamo capire le loro esigenze, altrimenti non sarà possibile alcun cambiamento”.

 

i relatori della tavola rotonda

 

La transizione rigenerativa
La presidente del Future Food Institute, Sara Roversi, ha moderato la tavola rotonda “Dare forma a un futuro resiliente: le politiche pubbliche e la transizione dell’agricoltura rigenerativa” alla quale, durante il “Nex Bite”, hanno partecipato: Begoña Perez Villarreal, direttrice dell’EIT Food CLC South; Charlotte Weston, direttore di EY Global Sustainability;  Marco Ferrara, direttore di EY; Pierpaolo Fraddosio, direttore dell’agenzia di pagamento AGEA; Teresa Del Giudice, docente dell’Università Federico II; Valerio Del Bufalo partner di EY.

La direttrice dell’EIT Food CLC South, Begoña Perez Villarreal, ha parlato di diversi progetti in essere per la transizione verso un’agricoltura rigenerativa dei suoli, che razionalizza le risorse per non impattare sull’ambiente, sulla biodiversità, per non impoverire il terreno, per rendere resilienti le proprie colture e, così facendo, la propria azienda. Si tratta – come ha affermato Charlotte Weston – di una sfida di sistema, per la quale però occorrono molte risorse, per cui servono finanziamenti europei; ma non finanziamenti a breve termine, soprattutto non politiche di breve periodo. “I policy makers” ha sottolineato Marco Ferrara “dovrebbero avere una visione più lungimirante, attuare strategie di lungo periodo, valide per sempre, che prendano in considerazione anche gli aspetti economico-sociali”. Ferrara ha spiegato che – soprattutto nel Sud europeo e in Italia in particolare – la decarbonizzazione ha un costo elevato e molte vecchie aziende agricole vanno supportate nel cambiamento, aiutate dalla politica.

Il ruolo degli agricoltori
Il problema principale è la mancanza di collaborazione tra tutti gli stakeholders: gli agricoltori vanno aiutati ma anche convinti della necessità di questa transizione. A sottolinearlo, durante la tavola rotonda di Next Bite, è stata Begoña Perez Villarreal: “dovrebbero anche essere coinvolte le banche, che sono veramente interessate a capire, e i giornalisti devono raccontare le storie degli agricoltori per mostrare i loro problemi ma anche le best practicies”.

La formazione a supporto del cambiamento rigenerativo
Nel frattempo sono molti i programmi di formazione e i progetti che coinvolgono agricoltori e politici territoriali, perché – come ha detto la prof. Teresa Del Giudice – tutto l’ecosistema va coinvolto, in quanto noi oggi chiediamo all’agricoltura una trasformazione talmente profonda che da sola non ce la può fare: va accompagnata. “Quella dell’agricoltura rigenerativa è una visione che può sostituire quella sulla sostenibilità, che gli agricoltori si sono rifiutati di seguire perché imposta dall’alto, ma molto più articolata rispetto all’agricoltura integrata e a quella biologica.” Ciò che si auspica è che i decisori politici europei prendano in considerazione la grande diversità dei territori dei Paesi europei: “non rischiamo che le regole vengano fatte solo per il Nord Europa” ha concluso Del Giudice.

Politiche territoriali
I Paesi europei del Mediterraneo hanno territori ed esigenze correlate ben differenti dai Paesi Nordeuropei. La conoscenza dei territori è importantissima per prendere decisioni politiche avvedute in campo agroalimentare e per questo l’AGEA ha rafforzato “tutti gli strumenti che servono a leggere il territorio, come la Carta nazionale dei suoli” ha spiegato il direttore dell’organismo pagatore, Pierpaolo Fraddosio. “Le attività produttive vanno rinnovate prendendo in considerazione il consumo del suolo. E in Italia dobbiamo parlare soprattutto di politiche dei territori, per coinvolgere le imprese agricole locali. Tenendo conto della vastità dei loro problemi: ad esempio noi abbiamo creato una piattaforma utile agli agricoltori per la lotta alla criminalità”.

 

 

Innovazione in agricoltura? Non solo tecnologica
È stato Valerio Del Bufalo a sottolineare, durante la tavola rotonda del Next Bite, che l’innovazione non è solo tecnologica: “quando si parla di innovazione in agricoltura non si parla solo di agritech, block chain, intelligenza artificiale, tracciatura delle filiere. L’innovazione è anche organizzativa. Oggi un imprenditore agricolo deve diversificare la propria organizzazione e occuparsi di enogastronomia, produzione energetica, agriturismo, didattica, salute, ecc. Questo significa che le aziende agricole devono evolvere, che il loro modello aziendale deve evolvere. E serve anche un ricambio generazionale, visto che solo il 20% degli imprenditori agricoli italiani ha meno di 40 anni di età. Inoltre, in pochi hanno un titolo di studio”. Le imprese agricole devono anche capire che innovarsi, allargando ad altri settori economici, è necessario per trovare nuove fondi di reddito.

Decisioni lente, iter lunghi
Il giro conclusivo della tavola rotonda ha messo in luce la necessità di velocizzare i tempi, sia decisionali sia di applicazione, implementazione delle politiche, che impiegano troppo per arrivare ai destinatari finali, gli agricoltori. C’è un forte bisogno di ridurre i carichi burocratici, gli oneri amministrativi. Purtroppo spesso le norme non vengono “co-create”, ovvero non si prendono in considerazione le persone cui sono rivolte. “La PAC attuale ha un’architettura green ma non è chiara, spesso non è chiaro nemmeno cosa si debba pagare perché gli schemi vengono fatti da politici che non conoscono l’agricoltura. Sono due mondi disconnessi” ha denunciato la prof. Del Giudice mentre Del Bufalo ha aggiunto una nota più ottimistica dicendo che, se è vero che finora le prospettive sono rimaste separate e alle aziende sono arrivate norme addirittura contraddittorie, la nuova Commissione appena insediata ha dato segnali di cambiamento.

Gli auspici da qui a 6 mesi
I relatori hanno auspicato che da qui a sei mesi la transizione agricola venga supportata “con maggiori fonti di finanziamento” ha detto Del Bufalo, “visto che finora abbiamo accumulato 50 miliardi di deficit”; “con una maggiore attenzione di chi interpreta le norme a livello nazionale” ha detto Fraddosio, “in modo che il prossimo PSP sia più semplice e qualsiasi organismo pagatore possa poi realizzarlo con de facto”; “con policy makers che abbiano il coraggio di decidere” ha detto Del Giudice.

 

Il premio giornalistico EIT Food 2024

 

Il Premio di giornalismo EIT Food 2024
I giornalisti italiani che hanno sviluppato i temi dell’innovazione agroalimentare sono stati premiati da EIT Food durante l’evento Next Bite. Quella di quest’anno è la V edizione del Premio ed è stata realizzata in collaborazione con il Future Food Institute e l’UNARGA (Unione delle associazioni regionali di giornalisti specializzati nei temi: agroalimentare, ambiente, territori, energie rinnovabili, turismo rurale e ambientale, foreste, pesca). Il presidente dell’UNARGA, Roberto Zalambani – membro della giuria insieme a Eleonora Gori, Lorena Savani, Sonia Massari e Anna Fregonara – ha detto che hanno partecipato al concorso 60 giornalisti con 109 opere: “tanti articoli, troppi da giudicare, quindi è come averne trovati troppo pochi, perché andrebbero premiati tutti. Premiati tutti per il lavoro che svolgono ogni giorno, in quanto la comunicazione, l’opera di informazione giornalistica, è importante perché non si può parlare solo all’interno di una ristretta cerchia di esperti. Le informazioni vanno divulgate. A tutti.”

 

 

I premiati
Ad essere premiati sono stati i giornalisti: Elisa Venco (primo premio), Hira Grossi (secondo premio), Emilio Vitaliano (terzo premio) i quali si sono così espressi al ricevimento dei rispettivi simbolici premi:

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