Il Granaio dell’Arte di Arnara, borgo della provincia di Frosinone, è stato inaugurato con la mostra del pittore futurista Arturo Ciacelli
Arnara, un pittoresco borgo di poco più di 2.000 anime nel territorio di Frosinone, già noto per la sua valenza storica, grazie all’iniziativa dell’architetto berlinese e docente universitario Claudius Pratsch ora acquisirà maggior importanza nell’ambito delle arti grazie al Granaio dell’Arte.
La prima mostra nel Granaio dell’Arte
Inaugurato con una mostra dedicata ad Arturo Ciacelli nel weekend 22-24 novembre 2024, il Granaio si pone l’obiettivo di divenire punto di riferimento per le arti (musicali, visive, figurative, ecc.) di questi territori e non solo. La mostra dedicata al futurista Ciacelli (nato proprio ad Arnara nel 1883) è la prima di un percorso che vede protagonista il borgo medievale, uno dei luoghi/non luoghi fisici che compongono l’ecomuseo Argil. La mostra è stata organizzata nell’ambito del progetto “Le Origini” per il 30° anniversario della scoperta di Argil e il 20° anniversario dell’ecomuseo.
Il Granaio dell’Arte di Arnara
L’idea della realizzazione di un Granaio dell’Arte è venuta all’architetto tedesco Claudius Pratsch che ci ha parlato dell’evoluzione di questo progetto che si sta realizzando. Con lui – “nostra” traduttrice d’eccezione – la moglie, di origini arnaresi: l’attrice svizzera Miriam Fiordeponti.
Arturo Ciacelli
Le opere dell’artista futurista esposte al Granaio dell’Arte provengono dalle collezioni LaFiori (dell’architetto Pratsch e dell’attrice Fiordeponti), Remo Costantini e Maurizio Lozzi. Scopo della mostra è dare al pubblico un’amplia visione dell’attività del pittore, che pur attivo all’interno del movimento futurista, è sempre stato aperto alle altre correnti artistiche e forme espressive. Per questo le opere selezionate sono di diversa “impronta” pur appartenendo alla stessa mano autoriale. A parlarci del pittore che così descrisse il movimento “Noi futuristi non ci accontentiamo di dipingere ciò che un fotografo può riprodurre altrettanto bene. Vogliamo catturare sia la somiglianza interiore che quella esteriore” è Maurizio Lozzi, noto giornalista radiofonico e suo nipote:
Arnara, il borgo medievale
Il centro storico di Arnara si sviluppa all’interno dell’antico castello, il Castello Colonna. Feudo dei Conti de Ceccano per volere papale, nel 1100 venne attaccato proprio dal Papa per essere divenuto antipapalino e simpatizzare per il re Ruggero II d’Altavilla, suo rivale. Nello stesso secolo il feudo venne attaccato più volte dai Normanni, alleati del Papa. Alterne vicende lo pongono a volte nelle mani dei de Ceccano e a volte in quelle dei Colonna – che alcuni storici indicano come probabilmente imparentati – e a volte in pace a volte in guerra con il Papa.
Sembra che Antonio da Ceccano, sotto il pontificato di Papa Eugenio IV (1431-1437), sia stato l’ultimo proprietario appartenente a tale famiglia, poiché il castello dal 1466 al XX secolo risulta essere stato saldamente nelle mani dei Colonna.
…e la riqualificazione urbana
L’origine del nome Arnara ha tra le ipotesi più accreditate quella che vuole che il termine derivi da “arenaria”, in quanto gli edifici sono tutti costruiti in tufo per via della presenza di cave tufacee fin dal 500. Ancora oggi, nonostante durante la seconda guerra mondiale il paese abbia subito dei gravi danni, passeggiando per le sue vie, da una porta all’altra delle mura, si possono ammirare diverse antiche costruzioni in tufo. Tra queste, l’antico edificio adibito un tempo a forno e a cantina per i vini, oggi sede “working in progress” appartenente a un più ampio progetto di riqualificazione urbana di Arnara che l’architetto Pratsch vorrebbe portare avanti con l’eventuale collaborazione degli abitanti e degli studenti universitari.
La foto di copertina e le due foto dell’articolo sono di Floriana Farina
I video sono di Daniela Molina