Profonda conoscitrice del mondo della comunicazione, Valentina Parenti sa riconoscere il talento delle donne e dare alle loro imprese consapevolezza e futuro.
Imprenditrice nel mondo della comunicazione, giornalista pubblicista, Presidente di una delle prime società di PR nate in Italia con impegno sempre più rafforzato verso il settore dell’innovazione. È ideatrice e co-fondatrice con l’agenzia Valentina Communication di GammaDonna.
Valentina Parenti, il talento delle donne che guarda al futuro
In pochi non conoscono Valentina Parenti, ma se dovesse presentarsi a chi non la conosce come si descriverebbe?
“Beh, mi ha spiazzata questa domanda, però in effetti mi ha anche aperto un cassetto parallelo, perciò come vorrei presentarmi? Ogni donna ha tantissime dimensioni dentro di sé, tantissime dimensioni che ama coltivare, questa forse è la caratteristica, per cui sicuramente sono una professionista appassionata di imprenditoria, di innovazione, di diritti umani. Sono una madre, un ruolo al quale non ho inteso in nessun modo rinunciare, per cui faccio come molte di noi i salti carpiati per riuscire a fare tutto, essere presente, ma al tempo stesso costituire un modello di donne indipendenti a cui possono fare riferimento, ispirarsi. Ho l’onore da quattro anni a questa parte, di essere Presidente di un’associazione che valorizza il talento e il contributo femminile al mondo dell’imprenditoria e anche alla crescita della società in maniera sostenibile, questo al di là del mio core business, che è quello del mondo della comunicazione, è una cosa che mi riempie di grande motivazione per guardare con fiducia al futuro, che in questi tempi non è così scontato”.
Valentina Parenti, il cambiamento delle imprese al femminile
2004-2024, GammaDonna, un impegno che dura da vent’anni. In questi anni, è cambiato il mondo dell’imprenditoria femminile? Se sì, qual è la cosa più evidente di questo cambiamento?
“Dico sempre che è cambiato moltissimo. Nonostante le imprese a conduzione femminile stiano crescendo, continuano comunque a essere troppo poche per cui non dobbiamo mollare, ma in vent’anni moltissimo è cambiato soprattutto nella loro fisionomia e motivazione. La motivazione del fare impresa, anzitutto, non è più una necessità, come accadeva soprattutto agli inizi, ma è vista come un’opportunità. L’autoimprenditorialità diventa non più soltanto l’esigenza di dover conciliare vita e lavoro, spesso ci si avvicina al mondo dell’imprenditoria spinte da un sogno e dal desiderio di lasciare un segno, di generare un impatto positivo sulla comunità, sul territorio, nel mondo. È cambiato il DNA, perché oltre a essere portatrici delle soft skills di cui spesso parliamo, le donne tendono per loro natura a vedersi come il centro di una rete piuttosto che l’apice di una piramide, come nodi che creano connessioni tra l’ambiente, le imprese e le persone. Poi tendono a fare del valore condiviso e della ridistribuzione di questo valore un vero e proprio vantaggio competitivo della propria impresa, per cui spesso ci occupiamo di impresa e innovazione, ma sempre più spesso parliamo anche di innovazione valoriale oltre che di innovazione tecnologica. È cambiata tantissimo la propensione all’innovazione, lo testimoniano anche i numeri di Unioncamere che mappa anche la presenza delle imprese femminili nel nostro paese: nel 2022 per la prima volta questa presenza è calata significativamente, ma a fronte di questo calo c’è stata un’accelerazione dell’imprenditoria innovativa femminile. Un altro cambiamento in questa propensione all’innovazione è lo slancio verso la transizione ecologica e digitale. Infine, una cosa che magari non teniamo in considerazione ma che, secondo me, è un bel segnale, sta nel fatto che è cambiata anche la forma giuridica di queste imprese: ci sono sempre meno società di persone e sempre più società di capitali. Negli ultimi anni si sono sviluppate anche tantissime società benefit, quelle società che integrano nel proprio soggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, anche lo scopo di avere un impatto positivo sulla società”.
Valentina Parenti, qual è la caratteristica principale per una donna imprenditrice per affermare il proprio talento professionale?
“Secondo me non ce n’è una in particolare, c’è un’associazione di caratteristiche. A mio parere sono fondamentali la determinazione, senza la quale oggi non si va avanti. Essere determinate significa anche credere nel proprio valore, nella propria visione, nonostante le difficoltà, nonostante i pregiudizi. Questa caratteristica permette di superare gli ostacoli nel fare impresa che sappiamo nel nostro paese essere più numerosi che in altri. Un’altra caratteristica, secondo me, fondamentale che un po’ anche la cifra che GianmaDonna mette nel proprio lavoro è quella delle connessioni: il talento non si afferma da solo, ma trae forza dalle connessioni con gli altri, con un ecosistema, nell’apertura al confronto. Infine, direi il coraggio, che per le donne significa non solo il coraggio di perseguire il proprio obiettivo di impresa, ma anche di uscire spesso dalla propria zona di comfort. Non dobbiamo dimenticare che comunque per noi, inteso come genere femminile, questa esperienza di attrici nel mondo economico è relativamente nuova dal punto di vista della storia del genere umano”. Il coraggio, quindi, è un’esperienza da sperimentare, secondo Valentina Parenti, per fare il passo in avanti come dice Sheryl Sandberg in Lean in. “Questa combinazione – continua Parenti – di determinazione, relazione e coraggio secondo me è un bel trio per affrontare il mondo professionale”.
Valentina Parenti, GammaDonna e vent’anni di storie ispirazionali
Le storie che racconta, il Premio GammaDonna che consegna sono senza dubbio di stimolo per le donne, le ragazze che vogliono affacciarsi a tematiche innovative, a materie tecnologiche come le STEM spesso viste come prettamente “per maschi”. La strada è ancora lunga in questo settore oppure ci stiamo avvicinando ad una parità?
“C’è stata un’importante accelerazione, secondo me, negli ultimi anni dovuta anche a programmi istituzionali, alle iniziative di associazioni, di enti, delle aziende che si sono mobilitate per promuovere le materie STEM, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. La strada è ancora lunga perché si tratta di un problema non solo strutturale, ma anche culturale che non è del tutto banale da smantellare. Questo è uno dei motivi per i quali GammaDonna ha scelto, sin dall’inizio, di lavorare su questa componente, promuovendo dei modelli di leadership femminile che andassero contro le statistiche nazionali e valorizzassero quelli che noi abbiamo sempre definito dei role model contemporanei, accessibili alle nuove generazioni; modelli che consentono alle persone di pensare, di tradurre una visione in qualcosa di concreto”.
Valentina Parenti, progetti futuri per GammaDonna
“Come ho detto anche alla festa del ventennale, spero che nei prossimi vent’anni ci sia sempre meno bisogno di GammaDonna o di associazioni o iniziative come la nostra. Sappiamo però ahimè che alcuni segnali ci dicono invece esattamente il contrario, quindi noi ci siamo. Vogliamo intensificare il lavoro per le giovani generazioni, per cui siamo veramente onorati di essere partner dell’Academy for Women Entrepreneurs (AWE), questa iniziativa di cui stiamo per lanciare la seconda edizione che è promossa dall’Università Federico II di Napoli, in partnership con l’Ambasciata Americana. Si tratta di una Academy per aspiranti imprenditrici di tutte le età, principalmente giovani, assolutamente gratuita, un modello ibrido di percorso accademico che ha una parte online attraverso la piattaforma americana e una parte in presenza alla Federico II; noi siamo la parte attiva con le nostre imprenditrici che portano le loro testimonianze su ognuna delle tematiche oggetto di studio. Il nostro obiettivo è fortificare l’impegno su questo fronte in modo da diffondere la cultura d’impresa. Abbiamo un bellissimo progetto che è al terzo anno di vita, il GammaDonna Beez Tour: un viaggio, uno storytelling del talento imprenditoriale che portiamo in territori che sono meno protagonisti dal punto di vista dell’innovazione, proponiamo eventi pubblici con la testimonianza delle nostre imprenditrici e dove creiamo per seminare. Vediamo in un futuro un’espansione internazionale, ci piacerebbe molto essere al fianco delle donne che fanno impresa. Abbiamo evoluto il premio GammaDonna in un percorso di empowerment, aggiornamento professionale e di accelerazione di business che vogliamo arricchire ancora di più, con più tappe oltre a quella finale in cui le imprenditrici finaliste si confrontano prima del momento della premiazione. Vogliamo toccare i più territori possibili, riuscire a portare il tema dell’innovazione imprenditoriale nei piccoli centri che sono culturalmente un po’ indietro e magari vorrebbero essere al passo con altri centri un po’ più privilegiati”.