La Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, alla guida dell’unica istituzione dell’UE eletta direttamente dai cittadini europei
Classe 1979, maltese di nascita, europea di fede. Dal Mediterrano alla vetta più alta d’Europa. Conosciamo meglio Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo.
Presidente Roberta Metsola, un percorso politico e di impegno civile iniziato presto, che l’ha portata ad essere eletta come la più giovane Presidente del Parlamento Europeo a 43 anni. Come si diventa Roberta Metsola?
Ho iniziato a occuparmi di politica quando ero una giovane studentessa di giurisprudenza. Era il periodo in cui il governo maltese decise di congelare la domanda di adesione del mio Paese all’Unione europea. Ero frustrata e preoccupata. Ero convinta, come lo sono oggi, che il posto della mia generazione sia in Europa, che la politica possa essere una forza per il bene e che più donne devono essere tra i protagonisti delle decisioni dell’UE. Ricordo di aver pensato: “Ma cosa posso fare io per cambiarle le cose?”.
Questo non significa che sia sempre stato facile, soprattutto appunto per una donna: per esempio, ho dovuto candidarmi tre volte prima di essere eletta. Il consiglio che darei oggi ai vostri lettori (e lettrici) è lo stesso che mi sono data quando ero più giovane: non arrendersi mai, perché alcuni traguardi sono più difficili da raggiungere di altri. Non disperate se non ci riuscite al primo colpo. Qualunque sia l’obiettivo che vi siete prefissati, se è davvero ciò che desiderate e in cui credete, rialzatevi e riprovate.
Presidente Metsola, è ancora importante e, in alcuni ambiti, addirittura indispensabile sottolineare che se una donna giovane e competente raggiunge una posizione di potere non debba fare “notizia”. Nel suo percorso, ha riscontrato difficoltà di questo genere?
Le donne sono sottoposte a un giudizio costante che va ben oltre le idee o le politiche. Ogni aspetto di ciò che facciamo è sempre sotto esame. Questo vale dal nostro modo di vestire al modo in cui ci comportiamo in pubblico, fino alle nostre scelte di vita. Questo è ancora più evidente per le donne che ricoprono cariche pubbliche.
Questo non mi ha mai fermata. Sia da politica che da donna, e farò tutto ciò che è possibile per facilitare chi verrà dopo di me. Ma credo anche che sia importante farsi valere ed essere sicure di sé. Bisogna tracciare la propria rotta ed essere chi si vuole essere. Non permettete mai agli altri di decidere la direzione che prendete. La strada non sarà sempre facile e, credetemi, ho dovuto superare molti ostacoli, ma bisogna andare avanti. Le persone possono essere dure, ma alla fine della fiera, l’unica persona che può davvero determinare il vostro valore siete voi.
Presidente Roberta Metsola, in che modo si possono combattere gli stereotipi di genere che ancora limitano le opportunità delle donne in vari settori, come la scienza o la tecnologia, ma anche la politica?
Tutto inizia con l’emancipazione delle donne e con l’offrire loro il sostegno di cui hanno bisogno una volta varcata la soglia. Ma dobbiamo parlare seriamente di opportunità reali, di leggi e di finanziamenti che aiutino le donne in modo tangibile a raggiungere posizioni di leadership.
Nel corso della storia, le donne hanno ridefinito i propri confini nella politica, negli ambienti di lavoro, nelle arti, nelle scienze e nello sport. Eppure, ancora oggi, le donne devono affrontare sfide e discriminazioni per il semplice fatto di essere donne. E questo vale a tutti i livelli della società.
Il vero cambiamento avverrà quando tutti si renderanno conto che, quando le donne si fanno strada, lo fanno anche le stesse comunità. In altre parole, promuovere l’uguaglianza di genere non significa solo fare la cosa giusta: donne più forti corrispondono a società, economie e democrazie più forti. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo è necessaria vigilanza e azione collettiva. Dovremo andare avanti insieme finché l’uguaglianza non sarà una realtà e non solo un’ambizione.
Presidente Roberta Metsola, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile promossa dalle Nazioni Unite è alle porte con i suoi goals, tra parità di genere e ambiente, solo per citare alcune delle tematiche centrali. A che punto è l’UE e qual è il piano di azione dell’Unione Europea sulla parità di genere?
L’eliminazione delle barriere non avverrà da un giorno all’altro. Ci vorranno coraggio politico e impegno comune. Il Parlamento Europeo ha compiuto progressi concreti in questa direzione. Le nostre direttive “Donne nei consigli di amministrazione” e “Trasparenza retributiva” stanno aprendo le porte alle donne che ricoprono ruoli dirigenziali e stanno contribuendo a colmare il divario retributivo di genere. Tuttavia, dobbiamo fare molto di più. La parità deve essere al centro di tutto ciò che facciamo. Stiamo anche raddoppiando gli sforzi per sradicare e prevenire la violenza contro le donne e le ragazze. L’anno scorso abbiamo approvato una legislazione che criminalizza nuove forme di abuso offline e online a livello europeo. Ora, questa legislatura deve fare ancora di più. Dobbiamo rafforzare la protezione in tutta Europa e garantire il perseguimento di chi sfrutta queste donne.
Presidente Metsola, qual è l’aspetto più difficile del suo lavoro e quello più soddisfacente?
Raggiungere compromessi con 720 membri del Parlamento Europeo provenienti da diversi contesti culturali e politici può essere una vera sfida e non è certo diventato più facile in questa legislatura. Allo stesso tempo, quando riusciamo a ottenere ampie maggioranze e a rimanere uniti, è una delle cose che mi rendono più soddisfatta del mio lavoro.
Un esempio è l’incrollabile sostegno del Parlamento all’Ucraina dopo l’invasione russa del 2022. Un altro è rappresentato dall’opportunità di accogliere donne coraggiose come Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Navalny, o la leader dell’opposizione bielorussa in esilio, Svetlana Tikhanouskaya, che sono interventute in plenaria. Nel 2023, il Parlamento ha assegnato il Premio Sakharov per la libertà di pensiero a Jina Mahsa Amini e al movimento “Donna, Vita, Libertà” in Iran. È stato un tributo a tutte le donne, gli uomini e i giovani iraniani che, nonostante le crescenti pressioni, continuano a lottare per i propri diritti e a spingere per il cambiamento. È stato un momento di grande orgoglio per me e per il Parlamento Europeo.
Roberta Metsola è Presidente del Parlamento Europeo, ha una famiglia, è una mamma. A quale di questi ruoli è più affezionata? Ci sono momenti in cui è difficile conciliarli?
Spesso mi fanno questa domanda e vorrei che la faccessero tanto quanto agli uomini. Gestire una casa è un lavoro a sé stante. E negoziare con quattro figli può essere difficile quanto raggiungere un accordo in Parlamento! Nonostante i progressi compiuti in materia di assistenza all’infanzia e di accordi di lavoro flessibili, la verità è che abbiamo ancora molta strada da fare per costruire un’Europa in cui le persone non siano costrette a scegliere tra la carriera e la famiglia. Mio marito e io abbiamo dovuto lavorare molto insieme per trovare un sistema che funzionasse per noi. La mia famiglia è ciò che sono e i miei figli mi danno una base fondamentale che è molto importante per me dal punto di vista professionale.
Presidente Roberta Metsola, lo scorso mese di luglio, la sua riconferma alla Presidenza del Parlamento Europeo ha visto un consenso plebiscitario. Nel 2022, diventa Presidente e il suo predecessore era il compianto David Sassoli. Un uomo di grande ispirazione, per i suoi valori, per la sua dedizione verso la dignità umana e la sua passione verso l’unità europea. Ci può confidare un ricordo che la lega a lui?
Quando David è morto, l’Europa ha perso un leader, la democrazia ha perso un campione e noi abbiamo perso un amico. Era un uomo di visione e di convinzione, sempre in grado di tradurre i suoi valori in azione concreta. La solidarietà e l’uguaglianza erano tutto per lui. Ha fatto in modo che il Parlamento ospitasse le donne vulnerabili durante la pandemia. E ben prima della brutale invasione russa dell’Ucraina, il Cremlino aveva vietato a David di entrare nel Paese per le sue critiche troppo esplicite nei confronti di Mosca. David lo portava come un distintivo d’onore.
Le risposte della Presidente Roberta Metsola in lingua inglese
I first got involved in politics when I was a young law student. It was around the time when the Maltese government decided to freeze my country’s application to join the European Union. I was frustrated and worried. I was convinced – much as I am today – that my generation’s place is in Europe, that politics can be a force for good, and that more women should be EU decision-makers. I remember thinking to myself: “What am I going to do about it?”
That does not mean that it is always easy, especially as a woman: I ran for office three times before being elected. So my advice to my younger self would be the same advice that I would give to your readers today: persevere and never give up, because some goals are more difficult to achieve than others are. Do not despair if you do not get it right the first time. Whatever you set your mind on, if that is where your interests and passions truly lie, get up and try again.
Women face constant judgement and it extends far beyond ideas or policies. Every aspect of everything that we do is always under scrutiny. This goes from our appearance to how we act in public and our life choices. This is even more prevalent for women holding public office.
This has never stopped me. As a politician – as a woman – I will do everything in my power to make it easier for those who come after me. But I also believe that it is important to stand up and be confident. You have to chart your own course and be who you want to be. Never let others dictate the direction you take. The road will not always be easy and believe me I had to navigate many hurdles but you have to keep going. People can be harsh, but at the end of the day, the only person who truly defines your worth is you.
It all starts with empowering women and giving them the support they need once they step over that threshold. We keep hearing over and over again how there are one-stop-shops and workshops. But we need to have a serious conversation about providing real opportunities, about legislation, about financing that helps women tangibly to get into leadership positions. Throughout history, women have redefined boundaries in politics and business, in the arts, the sciences and in sports. Yet, every day, women still face challenges and discrimination simply because they are women. And this is true across all levels of society.
Real change will happen when truly everyone realises that, when women rise, communities rise with them. In other words, advancing gender equality is not just about being fair: stronger women mean a stronger society, economy and democracy. However, achieving this goal requires vigilance and collective action. We will need to push forward together, until equality is a reality, not just an ambition.
Breaking barriers will not happen overnight. It will take political courage and collective action. This European Parliament has made real progress. Our Women on Boards and Pay Transparency Directives are opening doors for women in leadership, and helping to close the gender pay gap. But we need to go much further. Equality must be at the heart of everything we do. We are also doubling down to eradicate and prevent violence against women and girls. Last year we passed legislation criminalising more forms of abuse offline and online at a European level. Now, this legislature must go even further. Strengthening protection across Europe and ensuring the prosecution of those who prey on these women.
Achieving compromise between 720 Members of the European Parliament coming from various cultural and political backgrounds in the European Parliament can be a challenge and it has not become any easier in this legislature. At the same time, when we do secure broad majorities and stand united, it is one of the most satisfying parts of my job.
One example is the Parliament’s unwavering support of Ukraine since Russia’s 2022 invasion. Another is when we welcomed brave women like Yulia Navalnaya, Alexei Navalyny’s widow, or exiled Belarusian opposition leader, Svietlana Tsikhanouskaya, to address the plenary. In 2023, the Parliament awarded the Sakharov Prize for Freedom of Thought to Jina Mahsa Amini and the Woman, Life, Freedom movement in Iran. It was a tribute to all the brave and defiant women, men and young people in Iran, who despite coming under increasing pressure, are continuing the fight for their rights and push for change. It was a proud moment for me and for the European Parliament.
I often get this question and I wish men were to get it as much as women do. Running a household is a job in itself. And negotiating with four boys can be as difficult as reaching an agreement in the European Parliament! Despite the progress when it comes to childcare and flexible working arrangements, the truth is that we still have a long way to go towards building a Europe where people do not have to choose between their careers and having children. It took a lot of trial and error for my husband and me to find a system that works for us. My family is essential to who I am and my children bring me crucial grounding that is very important to me professionally.
When David passed away, Europe lost a leader, democracy lost a champion and we lost a friend. He was a man of vision and conviction who was always able to translate his values into action. Solidarity and equality were everything to him. He had the Parliament shelter vulnerable women at the height of the pandemic. And well before Russia’s brutal invasion of Ukraine, the Kremlin banned David from entering the country for being too outspoken in his criticism of Moscow. David wore this as a badge of honour.