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Orzo: biodiversità e genetica svelate

Su Nature uno studio ha coinvolto un consorzio internazionale di esperti tra cui CREA, per indagare biodiversità e genetica dell’orzo

Un nuovo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Genetics, ha analizzato in profondità i meccanismi che regolano la biodiversità e genetica dell’orzo. Questo lavoro rappresenta l’indagine più completa mai condotta sul tema e offre nuove prospettive anche per altre specie vegetali.

 

 

Un consorzio di esperti internazionali

Il progetto ha coinvolto 48 scienziati provenienti da 19 istituzioni di 10 paesi diversi. Il CREA, l’unico partecipante italiano, ha contribuito in modo significativo alla scoperta. L’Ente italiano di ricerca agroalimentare, supervisionato dal MASAF, ha dato un contributo essenziale grazie al suo Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica.

L’importanza dell’orzo nell’agricoltura

L’orzo è la seconda coltura più diffusa in Europa e il quarto cereale più coltivato al mondo. La sua versatilità lo rende indispensabile non solo per la produzione della birra, ma anche per l’alimentazione animale. Inoltre, la sua capacità di adattarsi a condizioni climatiche difficili lo rende cruciale per il futuro dell’agricoltura, specialmente nelle aree mediterranee colpite dal cambiamento climatico.

 

 

 

La genetica dietro la biodiversità

Sebbene tutte le varietà di orzo abbiano un numero simile di geni, solo alcune si adattano meglio a specifici ambienti o sono ideali per la produzione di birra. Questo dipende da variazioni genetiche che regolano l’attivazione e la funzione dei geni, un processo noto come espressione genica. Pertanto, non è solo la presenza dei geni a essere determinante, ma anche il modo in cui vengono regolati.

Un nuovo approccio alla ricerca

Lo studio ha analizzato oltre 30.000 geni di orzo, utilizzando varietà rappresentative della biodiversità globale. I dati ottenuti, definiti “pan-trascrittoma”, dimostrano che varietà diverse utilizzano gli stessi geni in modi differenti. Questo fenomeno spiega come l’accensione e lo spegnimento dei geni rappresentino un elemento chiave ancora poco esplorato nella biodiversità dell’orzo e di altre specie vegetali.

Il ruolo centrale del CREA

Tre ricercatori del CREA, Paolo Bagnaresi, Agostino Fricano e Luigi Cattivelli, hanno avuto un ruolo determinante nella ricerca. Il loro compito principale è stato studiare la relazione tra le variazioni nel DNA e l’attivazione dei geni, fornendo dati essenziali per comprendere il funzionamento della biodiversità genetica.

Le implicazioni future

Luigi Cattivelli, direttore del CREA Genomica e Bioinformatica, ha sottolineato l’importanza dello studio: “Questa ricerca, pubblicata su Nature Genetics, rivela un nuovo livello nei meccanismi che regolano la biodiversità. Pur essendo uno studio avanzato, le sue applicazioni possono essere fondamentali per il miglioramento genetico tradizionale e per le TEA, ambiti nei quali il CREA ha sempre avuto un ruolo di rilievo.”

 

 

 

Conclusioni

Questo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione della biodiversità dell’orzo e della genetica delle piante. Le sue scoperte aprono nuove strade per l’agricoltura del futuro, offrendo soluzioni innovative per affrontare le sfide climatiche e migliorare la produttività delle colture.

 

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