I disturbi alimentari rappresentano una crescente emergenza tra i giovani. Un giovane su quattro ne ha sofferto
Negli ultimi anni, il numero di giovani colpiti da disturbi alimentari è aumentato drasticamente. Infatti, negli ultimi tre anni, i casi sono più che raddoppiati e l’età media di insorgenza è scesa a 8-9 anni. Anoressia e bulimia sono la seconda causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali. Questo dato impone un intervento tempestivo da parte delle istituzioni.
La ricerca del Consiglio Nazionale dei Giovani
Secondo una recente indagine condotta dal Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) con l’Istituto Piepoli, il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver sofferto di un disturbo alimentare. Questo valore è significativamente superiore alla media nazionale del 15%. Tra i giovani tra i 25 e i 34 anni, la percentuale sale al 29%, evidenziando un problema in costante crescita.
Le difficoltà nel percorso di guarigione
Uno degli ostacoli maggiori per chi soffre di disturbi alimentari è l’isolamento. Infatti, il 35% dei giovani ha dichiarato di sentirsi solo durante il percorso di guarigione. Inoltre, il 23% lamenta la mancanza di supporto psicologico e il 22% segnala una scarsa informazione sul problema. Il 16% dei giovani teme il giudizio sociale, che spesso impedisce di chiedere aiuto in tempo.
L’importanza di un intervento istituzionale
Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, sottolinea l’urgenza di interventi mirati. Metà delle regioni italiane non dispone di un sistema di cura completo, e la distribuzione dei centri specializzati è disomogenea, con liste d’attesa troppo lunghe. Un potenziamento strutturale dei servizi pubblici è necessario per affrontare questa crisi.
Nessun giovane deve sentirsi solo
“Dietro ogni numero c’è un volto, un nome, una storia di sofferenza silenziosa”, afferma Pisani. “Abbiamo il dovere di costruire una rete pubblica di aiuto e ascolto solida e accessibile. Nessun giovane deve affrontare questa battaglia da solo.” Un impegno concreto da parte delle istituzioni può fare la differenza nella vita di migliaia di ragazzi e ragazze in difficoltà.