In Italia servono oltre 15 anni per completare i controlli sulla sicurezza nelle imprese. Occorre un cambio culturale urgente
Sicurezza sul lavoro: oltre 15 anni per i controlli alle imprese: questa frase racchiude l’allarme lanciato dai tecnici della prevenzione. ogni giorno, nei cantieri, nei magazzini e negli allevamenti, si consumano tragedie silenziose che mietono vittime tra i lavoratori. Infatti, solo nei primi due mesi dell’anno, si contano già 97 morti, senza considerare infortuni in itinere e malattie professionali. Perciò, è evidente quanto sia urgente intervenire con forza per cambiare la situazione attuale.
Personale insufficiente e carichi insostenibili
Attualmente, in Italia, ci sono solo 2.108 Tecnici della prevenzione operativi nelle ASL, un numero drammaticamente insufficiente rispetto ai 59 milioni di abitanti e ai 25 milioni di lavoratori. Di conseguenza, si stima che per completare un ciclo di controlli a tutte le imprese possano servire oltre quindici anni in alcune regioni. Questo dato conferma come la sicurezza sul lavoro sia una problematica concreta e non solo uno slogan.
Proposte concrete per un vero cambiamento
Per affrontare questa emergenza, la Commissione nazionale dei TPALL propone tre direttrici fondamentali: rafforzare i Dipartimenti di prevenzione, valorizzare i professionisti del settore e garantire strumenti operativi certi. Tuttavia, senza una regia unitaria tra enti come ASL, INAIL e INL, il sistema continuerà a essere frammentato e inefficiente.
Formazione qualificata e vigilanza scientifica
Un altro nodo critico è la formazione. Infatti, i TPALL vantano una laurea specifica con oltre 6.000 ore tra teoria e pratica, ma troppo spesso la prevenzione è affidata a figure non qualificate. Per questo motivo, è fondamentale che solo i professionisti con laurea tecnica possano essere incaricati della sicurezza sul lavoro, sia nel pubblico che nel privato.
Una cultura della prevenzione da costruire
La prevenzione, infine, non può basarsi solo su ispezioni occasionali. Essa deve essere il frutto di un cambiamento culturale profondo, sostenuto da investimenti duraturi e risorse continuative. Ogni euro speso in prevenzione ne fa risparmiare tre in spese sanitarie, per cui costruire una rete solida di sicurezza non è solo un dovere morale, ma anche una scelta economicamente vantaggiosa.