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Intervista esclusiva a Antonella Giachetti

Sensibilità e visione verso valori femminili nel mondo economico. Un impegno che l’ha portata alla Presidenza di Aidda. Conosciamo meglio Antonella Giachetti.

 

In una sua dichiarazione, Antonella Giachetti affermava “la nostra esperienza di vita ha senso solo se è anche rivolta al servizio degli altri o comunque della comunità”. La sua capacità di unire la sensibilità femminile al tecnicismo di una professione complessa come quella della Commercialista – Giachetti è figlia d’arte – la contraddistinguono ancora oggi nel settore e come Presidente di Aidda, Associazione nazionale, punto di riferimento per le donne con ruoli di responsabilità.

Presidente Antonella Giachetti, a chi ancora non la conosce, come si descriverebbe?
Riflettendo dalla stagione di vita in cui mi trovo, penso di essere stata un dottore commercialista sui generis: ho cominciato a lavorare nella prima metà degli anni ’80 e fin da giovane, in anticipo sui tempi ho cercato di portare una visione, una sensibilità e dei valori femminili all’interno delle imprese e del mondo economico. Da sempre credo che le imprese non debbano supportare solo i propri azionisti ma anche i propri stakeholders: il territorio, le persone, i rapporti interni nell’azienda stessa tra personale e governance sono aspetti fondamentali nella gestione di un’azienda che troppo spesso sono messi in secondo piano. La mia è una visione olistica in cui non conta solo il risultato immediato di bilancio ma anche la costruzione di una prosperità dell’azienda nel medio lungo termine che naturalmente porta un contributo di prosperità al sistema, fatto anche di persone, con cui interagisce.

Antonella Giachetti, percorso professionale e passioni
Ho iniziato a lavorare molto giovane a Firenze: mentre studiavo all’Università lavoravo già nello studio di mio padre che faceva la mia stessa professione. A 18-19 anni facevo parte di qualche consiglio di amministrazione e fin da ragazza ho imparato sul campo a gestire le crisi e i conflitti all’interno delle aziende. Il mio percorso professionale mi ha portata anche fuori dalla mia città, soprattutto a Milano in consigli di amministrazione di società merceologicamente molto diverse, per poi lavorare negli organi di controllo di alcune banche. Le mie passioni sono sempre state lo sport, il disegno e la spiritualità: da sempre mi interrogo sul profondo significato della vita, e credo nell’importanza di riflettere sul destino comune di noi esseri umani e del nostro legame con la terra. Dovremmo rendercene conto ed esprimere più gratitudine per la vita che ci è stata data.

Antonella Giachetti, la presidenza di Aidda con mission e progetti associativi
Essere presidente di Aidda è un impegno, una responsabilità, ma anche una grande passione. Si tratta della più antica associazione in Italia di donne imprenditrici, nata nel 1961 da donne di grandissima visione, che, già all’epoca, volevano far capire al mondo del lavoro quanto le donne potessero aiutare uno sviluppo armonico e smussare gli angoli con la loro valorialità femminile. Oggi, la nostra associazione, che è anche una importante rete di network non solo in Italia, ma anche a livello internazionale essendo affiliata a due associazioni internazionali, Fcem e Afaemme, svolge una interessante attività di formazione e informazione interna. Nell’anno 2024 abbiamo potuto beneficiare di percorsi universitari sintetici, uno all’Università Bicocca sull’intelligenza artificiale e uno a Verona sulla rendicontazione della sostenibilità. Promuove anche iniziative e importanti incontri su temi e criticità emergenti nella vita della società e delle imprese. Soprattutto negli ultimi anni, abbiamo fatto seguire ai nostri incontri dei documenti conclusivi, destinati alle autorità competenti in cui abbiamo messo in evidenza dal nostro punto di vista , suggerimenti urgenti sulle criticità che si riscontrano nella vita economica e sociale del Paese e conseguentemente nella vita delle imprese.

Antonella Giachetti, la situazione delle donne in ruoli dirigenziali e di responsabilità
Sicuramente negli ultimi anni è stato fatto molto per la presenza delle donne sul lavoro, soprattutto la legge Golfo-Mosca sulle quote rosa è riuscita nell’obiettivo di far entrare molte donne nei consigli di amministrazione delle imprese. Purtroppo però la nostra società è ancora estremamente maschile, è pensata e organizzata per gli uomini, non per le donne. Ancora oggi, molte donne si trovano costrette a fare una scelta: o rinunciare a una parte fondamentale della vita femminile, come la maternità e la famiglia, oppure trovarsi in una situazione problematica a lavoro, senza il necessario supporto della società che le sta intorno.

Antonella Giachetti, cosa fa Aidda per supportare le donne?
Come Aidda ci siamo adoperate per cercare di sviluppare maggiormente la presenza delle donne sul lavoro, consapevoli e convinte che un maggior numero di donne presenti sul mercato del lavoro comporta anche un cambio di paradigma, di pensiero della nostra società. Quando investi su una donna, investi sul mondo intorno a lei e porti un passo diverso anche nelle relazioni fra le persone. Abbiamo contribuito e supportato con Unicredit il progetto “Con me al centro” in cui abbiamo dato la possibilità a donne che volevano reinventarsi di partecipare a corsi online on demand, con formazione di tipo finanziaria, economica e bancaria. Inoltre, collaboriamo con molti Atenei, per offrire alle studentesse in uscita dall’università le testimonianze di donne del mondo del lavoro, aiutandole a orientarsi nelle scelte per il loro futuro. In sintesi, tutto ciò che facciamo nasce dalla convinzione profonda della necessità di un cambio di paradigma: pensare a un modello di società diverso, più femminile e più accogliente.

Antonella Giachetti, cosa c’è dietro l’angolo per lei?
Il mio mandato scade tra un anno e il mio primo pensiero è concluderlo portando avanti il lavoro fatto finora. Ovunque mi porterà il futuro, continuerò sicuramente a studiare: credo profondamente nel valore di lavorare con competenza. Continuerò a impegnarmi per diffondere, nel maggior numero possibile di persone, la consapevolezza dell’importanza di integrare nei criteri decisionali e nei sistemi organizzativi il contributo dei valori femminili. Solo uniti a quelli maschili – oggi ancora predominanti – possono generare un sistema più prospero e armonico, capace di ridurre le profonde diseguaglianze che segnano la nostra società. Una delle sfide per le imprese e per le persone del futuro sarà cogliere le opportunità delle nuove tecnologie in modo umanistico presidiando i pericoli di disumanizzazione dell’uomo e di umanizzazione delle macchine, di ampliamento ulteriore delle diseguaglianze e di perdita di quei valori che sono fondanti della nostra civiltà.

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