Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni violenza di genere che oggi, per l’Onorevole Semenzato, è diventata una missione.
Indagare e approfondire le cause, le dinamiche e le responsabilità legate al fenomeno del femminicidio e di tutte le forme di violenza di genere con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, al fine di verificare la congruità dell’intervento dell’Autorità, è il compito della Commissione Parlamentare presieduta da Martina Semenzato. Prima di entrare nel dettaglio delle attività nel contrasto all’emergenza dei femminicidi, conosciamo meglio la donna dietro all’Istituzione.
Sin da quando era una manager creativa, moderna e stakanovista, Martina Semenzato si è sempre impegnata nell’empowerment femminile. Si definisce pragmatica e amante dell’ironia. “A volte anticonvenzionale, altre volte più formale” – afferma. Preferisce i colori nell’abbigliamento quotidiano senza però essere ossessionata dal “power dressing”. “Non faccio della mia immagine uno strumento di comunicazione e autorevolezza – afferma. Il corpo è importante ma la testa lo è molto di più. La simmetria non è di questo mondo. L’imperfezione ci rende unici”.
Martina Semenzato, oltre la politica
Lontana da impegni istituzionali e parlamentari, il mio “buen retiro” è la casa, gli affetti e Ulisse, Achille, Athena e Paride, i miei tre gatti neri e il bassotto di casa. Nel mio tempo libero mi dedico alle passioni sportive: al motociclismo, alla danza, alle immersioni subacquee e allo snowboard. Un equilibrio di vita è indispensabile per affrontare con grande responsabilità e tenacia il nuovo ruolo di deputata della XIX Legislatura, di Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere e di capogruppo in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici alla Camera dei deputati. Il senso civico, essere “civil servant” o lo hai dentro oppure fai fatica a comprenderlo. Certo, devono averti insegnato questi valori, come la competenza e la professionalità acquisita negli anni che quotidianamente metto a disposizione delle Istituzioni.
Martina Semenzato: studio, lavoro, sacrifici
Ho studiato i classici e la cultura fa parte della mia vita. La cultura rende liberi. Sono nata a Spinea in provincia di Venezia nel 1973, diplomata al Liceo Classico e laureata con lode in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Padova. Il 3 luglio conseguirò una seconda laurea triennale in Scienze Giuridiche per l’Impresa per poi accedere alla Magistrale in Giurisprudenza. Da Presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio ho avvertito l’esigenza di acquisire una coscienza e un linguaggio giuridico. Gli anni passati nel mondo privato sono stati fondamentali per “mettere a terra” i principi e i metodi di lavoro che ho condiviso in azienda, necessarie per confrontarsi con la complessità delle problematiche quotidiane delle PMI italiane.
Martina Semenzato, una manager con la passione per la politica
Da 24 anni manager nel Gruppo Umana, sono stata la prima donna Presidente della Sezione del Vetro di Confindustria Venezia e Rovigo. Per dieci anni, Presidente della Scuola del Vetro Abate Zanetti, sotto la mia direzione diventata un Istituto tecnico e tecnologico e prima scuola secondaria superiore dell’isola di Murano. Un istituto dove i ragazzi hanno imparato la tecnica e nuove materie per poter competere, a livello internazionale, nella produzione di oggetti in vetro. Sono stata consigliera della Scuola Grande della Misericordia e Presidente della storica vetreria Salviati di Murano. Poi è stato il destino a offrirmi l’opportunità di trasferire le mie esperienze maturate nel settore privato al settore pubblico.
Martina Semenzato, un volto nuovo ma non nuova alla politica
A 19 anni ho fatto la prima campagna elettorale a Spinea per una lista civica, ad oggi mi sono interessata di tante campagne elettorali. Dopo la laurea, mi sono affacciata al mondo delle imprese e nel 2015 sono scesa in campo con Luigi Brugnaro al Comune di Venezia, mettendo la mia esperienza a disposizione. L’interazione tra impresa e politica è un processo complesso, dove entrambe le parti si influenzano a vicenda. L’impresa è soggetta alle decisioni politiche e, al contempo, può agire per influenzare tali decisioni. Ma questo rapporto può essere visto come un’opportunità per la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Sono convinta che l’imprenditoria debba impegnarsi ancora di più perché le capacità organizzative e gestionali che possiede, le cosiddette “soft skills” permettono di pianificare, coordinare e gestire efficacemente il lavoro, le risorse e le persone. Questo include la gestione del tempo, la pianificazione, la delega, la comunicazione e il problem solving. Abilità che una donna o un uomo di impresa possono portare come valore nella politica.
Martina Semenzato, la sfida più difficile come Presidente della Commissione femminicidi
La parte umana. È una Commissione che ho l’onore ma anche l’onere di presiedere perché ha a che fare sempre con il dolore delle donne. Ma questa Commissione mi ha insegnato che la violenza domestica e il suo epilogo drammatico, il femminicidio, non sono un fatto privato familiare, ma un fatto pubblico e sociale.
I dati sui femminicidi non si arrestano. È vero che rispetto allo scorso anno notiamo un sensibile calo ma la violenza di genere è una questione culturale molto più radicata nel contesto sociale di quanto possiamo immaginare. I dati elaborati dal Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno segnano una diminuzione dei numeri rispetto all’anno precedente. Nessun risultato è per tutti noi un punto di arrivo, ma uno stimolo a lavorare con ancor maggiore determinazione. Quello appena trascorso è stato un anno importante per la lotta alla violenza di genere. Il calo dei femminicidi e l’aumento delle denunce dimostrano come un dialogo costante tra le Istituzioni e la società civile consenta di arginare la violenza di genere.
Martina Semenzato, iniziative della Commissione
La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni violenza di genere si è insediata il 26 luglio del 2023. È una Commissione per la prima volta Bicamerale e il suo compito è svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni, cause del femminicidio e di ogni forma di violenza con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, al fine di verificare la congruità dell’intervento dell’Autorità. Quindici i punti programmatici che spaziano dalla formazione alla sanità, passando dal ruolo dei media a quello dello sport, all’analisi dei casi e delle sentenze. La relazione sulla “Ricognizione degli assetti normativi in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere per la redazione di un testo unico” approvata all’unanimità dalla Commissione lo scorso 31 luglio del 2024, rappresenta il risultato di una complessa attività conoscitiva svolta dalla Commissione, sostanziatasi in un articolato ciclo di audizioni di esperti con competenze diversificate in materia di violenza di genere e domestica. In sostanza, ha carattere propedeutico fondamentale nel percorso verso un Testo Unico della materia, nel rispetto rigoroso delle competenze della Commissione e del dettato della legge istitutiva.
Martina Semenzato, interventi in corso contro i femminicidi
La Commissione sta completando le relazioni sugli orfani di femminicidio, sui braccialetti elettronici, sul diritto comparato, sul monitoraggio delle sentenze nazionali e sulla violenza economica. Di estrema attualità, anche l’indagine sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale in funzione predittiva dei reati di violenza domestica e di genere. In una logica di continuità con i lavori della precedente Commissione, stiamo portando avanti l’analisi del fenomeno della vittimizzazione secondaria nei procedimenti civili all’indomani della Riforma Cartabia.
Martina Semenzato, focus sulla violenza economica
Il tema cruciale della Commissione resta quello della violenza economica e la cultura finanziaria quale strumento per prevenirla, a cui sta lavorando con un articolato ciclo di audizioni di esperti istituzionali, accademici e sociali. Il 62% delle donne vittime di violenza non ha indipendenza economica. Gli uomini esercitano il loro potere anche così: negando la possibilità alle donne di scegliere e di essere libere. Quell’indipendenza economica che spesso costituisce un freno anche alla denuncia.
Martina Semenzato, cultura patriarcale e violenza di genere
La violenza di genere è un fenomeno strutturale, talmente radicato nel nostro vissuto da assumere i contorni della quotidianità. Non è una questione di donne ma di uomini. Dobbiamo ripartire dalla famiglia, dal riappropriarci del nostro ruolo genitoriale e dalla scuola come propulsore di iniziative culturali. La violenza di genere si affronta solo con la prevenzione in tutte le sue declinazioni: cultura, educazione, formazione, specializzazione, tempestività. Come Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, non posso non sottolineare il legame diretto tra la mancanza di autonomia economica e il rischio di rimanere intrappolate in relazioni abusive. Troppe donne in Italia, ancora oggi, dipendono economicamente da un partner o da altri familiari. Questo non solo limita le loro possibilità di autodeterminazione, ma spesso le espone a situazioni di vulnerabilità e persino di violenza. Garantire alle donne pari opportunità nel mondo del lavoro significa rafforzare uno dei pilastri fondamentali della libertà individuale: l’indipendenza economica. È solo rendendosi indipendenti economicamente tramite il lavoro che le donne possono sentirsi veramente libere. Dobbiamo quindi promuovere percorsi di educazione finanziaria nelle scuole, l’educazione finanziaria sin dalla scuola dell’infanzia, ma anche nei luoghi di lavoro, attraverso iniziative rivolte alle donne adulte.
Martina Semenzato, percorsi da intraprendere verso la parità di genere
Innanzitutto si dovrebbe incentivare la diffusione di una cultura che valorizzi il rispetto, sia all’interno del mondo del lavoro che in tutti gli altri contesti. In particolare, si dovrebbe garantire che, sul posto di lavoro, le donne siano riconosciute e promosse in base al loro merito, senza pregiudizi di genere. Parlare di parità di genere significa analizzare le condizioni lavorative, economiche e sociali delle donne. Penso ci sia una concezione sbagliata del concetto di parità di genere, ossia che si riduca spesso o nella maggior parte dei casi a una questione di numeri, di matematica, di percentuali. Ritengo che sia prima di tutto una questione di valori. E qual è il valore? Che nell’accedere a determinati ruoli, situazioni, funzioni, sistemi, uomini e donne abbiano pari trattamento. Serve coinvolgimento reale attivo, visibilità, autonomia e meritocrazia, non ci servono concessioni. Serve parità, anzi equità, ovvero una rivoluzione culturale e organizzativa, un percorso che parte dal basso, dalle donne stesse! Non vittime ma attrici protagoniste di una cittadinanza attiva. Dobbiamo promuovere flessibilità lavorativa, sostenere la formazione continua, incentivare la trasparenza salariale, combattere stereotipi che ancora oggi limitano le scelte educative professionali delle nostre giovani donne, lavorare sul bilanciamento vita e lavoro, sui welfare aziendali. Una presenza femminile responsabile e decisionale, attiva e libera rispettata ed accolta, condivisa può essere la strada per una nuova visione del mondo sulla natura, su una economia etica, sulla società, sulla vita capace di correggere una serie di storture su cui ancora dobbiamo lavorare.
Martina Semenzato, la violenza di genere e le nuove generazioni
Onorevole, i fatti di cronaca di questi ultimi giorni rendono urgente diffondere la cultura del rispetto nelle scuole. Educare bambini e bambine, i giovani alla reale parità di genere è fondamentale. Come si può lavorare con le scuole per educare i giovani al rispetto?
Per educare i giovani al rispetto, si può lavorare con le scuole attraverso diverse strategie: incoraggiare il dialogo, promuovere la comunicazione non violenta, insegnando agli studenti a esprimere le proprie opinioni in modo costruttivo e rispettoso, evitando aggressività e stereotipi. Implementare programmi di educazione civica, coinvolgere la comunità e favorire un ambiente scolastico inclusivo e positivo. È fondamentale investire nella prevenzione, nella formazione e nell’educazione. Ricordiamo che è necessario intervenire anche sul fronte della prevenzione di comportamenti violenti nelle relazioni fin da adolescenti per riflettere su stereotipi e pregiudizi che sono alla base della violenza. Dobbiamo scardinare vecchie e nuove forme di patriarcato. Da Presidente della Commissione ho più volte sostenuto che occorre un nuovo patto di corresponsabilità: famiglia, scuola, società civile e politica.
Martina Semenzato, ostacoli verso il successo solo perché donna?
Le rispondo ricordando il titolo di una mostra che ho organizzato, ospitata per la prima volta presso la Biblioteca “Nilde Iotti” di Palazzo San Macuto a Roma, dove ha sede la Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Nel titolo, la narrazione di tutta la mostra: “Uomini che parlano alle donne, donne che parlano di uomini”. Gli uomini devono imparare a parlare alle donne e sostituire il conflitto con il confronto, a usare il linguaggio per appianare le divergenze, devono sostituire la forza e la violenza con la parola. Le donne devono avere il coraggio di denunciare, di investire sulla propria vita, di guardare a loro stesse. Il valore di questa esposizione stava nell’appropriarsi del linguaggio dell’arte per sensibilizzare sul tema della violenza di genere. L’arte travalica il tempo, i luoghi e i pregiudizi. Nuovi linguaggi contro la violenza di genere, un taccuino di appuntamenti avviato dal mese di novembre del 2023, con tanti professionisti ed esperti provenienti dal mondo dell’economia, imprese, scuola, università, dell’arte, della cultura e del giornalismo, per proseguire quel percorso di “buone pratiche”. Una sorta di “audizioni diffuse”, fuori dalla Commissione per parlare più velocemente ai cittadini, soprattutto a quelli più giovani: i futuri adulti di domani su un tema che è prima di tutto culturale. È importante approfondire la loro percezione sulla violenza di genere.
Cosa c’è dietro l’angolo per Martina Semenzato?
Una bella domanda ma anche difficile. Non ho mai fatto previsioni nella vita, spinta sempre da curiosità e voglia di mettermi in gioco. Ho studiato, ho lavorato. Il mio papà era un operaio alla Montefibre, mia mamma faceva la fruttivendola. Entrambi mi hanno sempre fatto rincorrere i miei sogni. Dalla danza alla cultura. Alla fine, il mio sogno l’ho raggiunto: non sono diventata una ballerina però ho avuto la fortuna di lavorare in settori dove la parte culturale e la bellezza hanno trovato espressione. E come dice Eleanor Roosevelt “ogni giorno fai una cosa che ti spaventa.”