Romana Liuzzo si racconta come Presidente della Fondazione Guido Carli, ma anche come una donna determinata e impegnata in progetti che valorizzano il merito, la cultura e l’impegno civile.
“Una donna che ha sempre creduto nel valore del lavoro, della memoria e della condivisione – così si definirebbe Romana Liuzzo, a chi ancora non la conoscesse. Sono stata una giornalista professionista per oltre quarant’anni, e continuo a credere che le parole possano costruire o distruggere.”
Da sedici anni è alla presidenza della Fondazione Guido Carli, voluta fortemente per onorare la memoria del nonno che ricorda come “uno statista con una visione straordinaria, che ha guidato la Banca d’Italia e segnato profondamente la storia del nostro Paese. Ma oggi – continua – la Fondazione guarda avanti: premia l’eccellenza italiana in tutte le sue forme, dall’economia all’impegno civile, e prova ogni giorno a restituire al Paese un po’ della bellezza che riceve”.
Come si diventa Romana Liuzzo?
Nasce nella curiosità e cresce nella disciplina. Ho studiato all’Accademia d’Arte Drammatica, perché sono sempre stata un’amante del teatro — non tanto per calcare il palcoscenico, quanto per viverne il dietro le quinte, la scrittura, la regia, l’atmosfera. Poi ho proseguito alla scuola di giornalismo, che mi ha aperto le porte di una professione che ho amato e che continuo ad amare. Ancora oggi se me lo chiedono scrivo editoriali su Il Sole 24 ORE e Il Messaggero, solo per passione. Non si diventa Romana Liuzzo con una formula. Si diventa qualcosa di sé stessi sbagliando, insistendo, tornando indietro quando serve. Ho avuto la fortuna di crescere con l’esempio di Guido Carli, che mi ha insegnato il valore della sobrietà e della preparazione. E poi ho scelto ogni giorno di mettermi al servizio: della notizia, quando ero giornalista. Delle istituzioni, oggi.
Romana Liuzzo, lo sguardo femminile che fa la differenza
Lo sguardo femminile può fare la differenza, eccome. Ma il merito femminile non deve più avere bisogno di giustificazioni o di eccezioni. Deve semplicemente essere riconosciuto. Alla Fondazione lo facciamo da anni: premiando donne visionarie, competenti, coraggiose. E scoprendo storie che non hanno ancora avuto la visibilità che meritano. La differenza la fa chi sa unire empatia e determinazione. E, in questo, noi donne abbiamo una marcia in più.
Romana Liuzzo, l’impegno della Fondazione verso una parità tra uomini e donne virtuosa
Il 2025 per noi è stato l’anno dell’impegno sociale e della lotta alla violenza contro le donne. Abbiamo istituito un Premio speciale a Gino Cecchettin, padre e simbolo di una battaglia civile che non può più attendere. Ma da sempre la Fondazione è al fianco di chi lavora per una parità vera, che non è concessione ma riconoscimento. Crediamo in una società in cui uomini e donne abbiano le stesse possibilità di costruire futuro. E per farlo servono esempi, sì, ma anche politiche, scelte, e una nuova cultura del rispetto.
Romana Liuzzo e il suo impegno a sostegno delle donne
Il mio impegno è quotidiano e silenzioso. Non faccio proclami, ma costruisco relazioni, connessioni, opportunità. Credo che le donne abbiano il diritto di guidare aziende, istituzioni, visioni. E lo dico a voce alta, in ogni consesso in cui vengo invitata, promuovendo reti di competenza e solidarietà. Alle giovani dico: preparatevi. Ai decisori dico: scegliete il merito. Sempre.
Romana Liuzzo e il prestigioso Premio Guido Carli
Il Premio Guido Carli 2025 è stato assegnato ad eccellenze del nostro Paese che raccontano etica e competenza, dall’economia al cinema fino alla musica e all’impegno sociale. Per il futuro, si aspetta più donne premiate?
Assolutamente sì. Il nostro compito è quello di intercettare le storie che lasciano un segno, e oggi sono sempre più le donne a scrivere pagine fondamentali di questo Paese. Il Premio Guido Carli racconta un’Italia viva, etica, appassionata. E quest’anno ha allargato lo sguardo più che mai: dall’economia al cinema, dalla musica all’impegno sociale. È anche così che si costruisce una memoria moderna. E io sono certa che sempre più donne avranno un posto d’onore in questo racconto.
Cosa c’è dietro l’angolo per Romana Liuzzo?
Non ho mai fatto previsioni per il futuro. Ho sempre preferito rimettermi in gioco, anche quando sembrava tardi, anche quando sembrava difficile. Dopo tanti anni di giornalismo, oggi presiedo con passione la Fondazione che porta il nome di mio nonno. Domani? Forse farò la nonna, coltiverò le mie orchidee, e continuerò a credere nel potere della gentilezza. Non ho ambizioni da inseguire, né grilli per la testa. Ma so che, finché mi sarà possibile, sarò una donna al servizio delle istituzioni. Perché è lì che sento di poter fare la differenza.