Sociale Società

Supporto sopravvissuti tortura

In Italia nasce la ReSST, una rete nazionale per supporto dei sopravvissuti alla tortura. L’obiettivo è garantire riabilitazione e tutela

Nasce la ReSST, la rete italiana per supportare i sopravvissuti a tortura, un’iniziativa nata per offrire aiuto concreto alle vittime di gravi violenze intenzionali. Nonostante la tortura sia formalmente vietata a livello internazionale, questa pratica continua a colpire, soprattutto nel contesto delle migrazioni forzate. Pertanto, è nata la ReSST – Rete Italiana per il Supporto alle Persone Sopravvissute a Tortura – con l’intento di colmare un vuoto nei servizi di cura e sostegno.

La rete è composta da realtà riconosciute come Caritas, MSF, MEDU, NAGA, CIAC, Kasbah, SaMiFo-ASL Roma 1 e MCT, che da tempo operano nel settore della salute e dei diritti umani. In sinergia, vogliono garantire accesso a cure specialistiche e percorsi di riabilitazione efficaci per chi ha vissuto esperienze traumatiche.

 

 

La tortura nei percorsi migratori

Benché sembri una pratica del passato, la tortura è tristemente attuale e spesso legata ai flussi migratori. Infatti, molti rifugiati e migranti in Italia riportano esperienze di tortura subite nei Paesi di transito come la Libia o lungo la rotta balcanica. Alcuni studi stimano che tra il 5% e il 35% delle persone migranti abbiano subito torture, ma il dato italiano appare ancora più critico.

In questo scenario, la ReSST si pone come risposta concreta a un fenomeno invisibile ma devastante. Inoltre, si impegna a promuovere consapevolezza pubblica, informazione istituzionale e adeguamento normativo alle linee guida internazionali.

 

 

Obiettivi chiari e azioni concrete

La missione della rete è duplice: da un lato, migliorare la qualità dei servizi di riabilitazione offerti ai sopravvissuti; dall’altro, stimolare politiche pubbliche efficaci per la prevenzione della tortura. Inoltre, la ReSST sostiene la piena attuazione delle Linee Guida del Ministero della Salute del 2017, promuovendo anche nuove sperimentazioni locali.

Attraverso formazione, aggiornamento professionale e ricerca scientifica, la rete punta a costruire un sistema stabile e strutturato di supporto. Così facendo, si potrà garantire un futuro dignitoso a chi ha vissuto l’orrore della tortura.

 

 

Una rete aperta e multidisciplinare

La ReSST è un progetto corale, che coinvolge enti pubblici, privati e ONG con esperienza nella presa in carico di persone sopravvissute a tortura. Inoltre, include osservatori come Amnesty International, A Buon Diritto, Antigone e SIMM. Infine, può contare su un Comitato di Esperti di alto profilo.

Per conoscere tutte le attività della rete e approfondire i servizi attivi, è possibile visitare il sito ufficiale: www.controlatortura.it.

 

Potrebbe interessarti