Il sistema bancario europeo affronta una sfida cruciale. Troppe regole frenano la crescita e ostacolano la competitività
Nel nuovo equilibrio geopolitico, il sistema bancario europeo si trova in difficoltà, poiché troppe regole frenano la crescita e compromettono la competitività. Con l’avvento della presidenza Trump, infatti, lo scenario internazionale è diventato più instabile e competitivo. In risposta, secondo l’Osservatorio Aibe-Censis 2025, il 72,4% degli esperti segnala che la regolamentazione prudenziale europea, pur garantendo sicurezza, limita l’espansione delle banche.
Inoltre, il 79,3% degli intervistati evidenzia come i requisiti patrimoniali eccessivamente severi rendano difficile raccogliere capitale. Di conseguenza, le banche europee appaiono meno dinamiche rispetto a quelle statunitensi, che operano in un ambiente normativo più flessibile.
Una frammentazione che penalizza
Secondo l’indagine, la frammentazione del sistema bancario europeo contribuisce a ridurre la competitività. Infatti, l’82,8% degli intervistati chiede un’armonizzazione normativa tra i Paesi dell’UE, mentre solo il 44,8% suggerisce di ridurre i requisiti patrimoniali. La mancanza di uniformità crea barriere operative che complicano la crescita degli istituti di credito.
Inoltre, la dimensione ridotta delle banche europee viene considerata un freno: il 92,9% dei partecipanti ritiene che l’UE debba promuovere fusioni bancarie, anche attraverso agevolazioni fiscali. Tuttavia, una minoranza (20,7%) teme che ciò possa creare un sistema bancario oligopolistico e fragile in caso di crisi.
Redditività e innovazione a confronto
Il divario di redditività tra banche europee e statunitensi è evidente: il Return on Equity negli USA è più alto di 5 punti percentuali. Per il 31,0% degli intervistati, la causa principale sono le troppe regole che frenano la crescita e ostacolano l’innovazione. Anche la scarsa integrazione del mercato dei capitali e la minore propensione al rischio giocano un ruolo rilevante.
Secondo molti esperti, l’Europa dovrebbe rivedere l’impianto regolatorio per incentivare l’innovazione, sostenere gli investimenti e colmare il divario con gli Stati Uniti.
Criptovalute ed euro digitale
Sul fronte dell’innovazione digitale, l’approccio europeo rimane cauto. Infatti, il 79,3% degli esperti considera le criptovalute troppo rischiose e auspica regole più severe. Tuttavia, il 65,5% ritiene che la regolamentazione Mica offra sufficiente sicurezza e trasparenza.
Parallelamente, l’introduzione dell’euro digitale potrebbe essere un punto di svolta. Il 69,0% del panel sostiene che rafforzerà il ruolo internazionale della moneta unica e migliorerà l’integrazione del mercato finanziario europeo. Anche in questo caso, però, troppe regole frenano la crescita, se non accompagnate da una visione strategica orientata all’innovazione