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Intervista esclusiva a Rossella Miccio

Presidente di EMERGENCY dal 2017, conosciamo meglio Rossella Miccio: dall’eredità di Gino Strada e del futuro della ONG tra conflitti mondiali sempre più complessi.

Rossella Miccio è la prima persona a guidare EMERGENCY senza portare il cognome Strada. Eppure, incarna perfettamente lo spirito e i valori che Gino Strada prima, Teresa Sarti e Cecilia Strada poi hanno infuso nel progetto fin dalla nascita, nel 1994. Un impegno concreto per promuovere la cultura della pace, la solidarietà e il diritto universale alla cura.

Rossella Miccio e il privilegio di fare ciò che ama
Sono una persona che ha avuto un grande privilegio: poter fare un lavoro che è anche una passione, insieme a persone che sono diventate una seconda famiglia. È un lavoro che cerca di essere utile e che, almeno nel mio caso, mi restituisce tante soddisfazioni.

Come si diventa Rossella Miccio?
Ho iniziato a interessarmi di temi internazionali già durante le scuole superiori. Ho scelto Scienze Politiche all’Università: volevo capire cosa succedesse oltre i confini di casa. Mi sono laureata all’Orientale, dove ho studiato giapponese, ma poi ho scoperto la mia vera passione: la cooperazione, lo sviluppo e l’aiuto umanitario. L’Afghanistan è stato il mio primo grande amore. Tutto è nato da un romanzo di Ken Follett, dal titolo originale Lie Down with Lions, tradotto in Un letto di leoni. Alla fine di un Master in Assistenza umanitaria tra Roma, Francia e Svezia, ho deciso di inviare il mio curriculum a EMERGENCY, che allora forse era l’unica ONG italiana a lavorare in Afghanistan. Doveva essere uno stage di due mesi, ma poi sono passati 25 anni di vita.

Rossella Miccio, essere presidente senza chiamarsi Strada
Una responsabilità non facile da affrontare, ma in realtà la difficoltà maggiore era verso l’esterno, non all’interno. Lavoravo in EMERGENCY dal 2000, avevo seguito tanti progetti insieme a Gino, quindi facevo già parte della squadra, ero cresciuta professionalmente lì dentro. Ma capisco che, agli occhi di chi non sapeva chi fossi, non conosceva il mio nome, potesse sembrare strano vedere alla guida qualcuno che non appartenesse alla famiglia Strada. Fortunatamente ho avuto un grande sostegno da tutta l’organizzazione, non solo dallo staff operativo, ma anche da tutti i nostri volontari. Questo per me è stato fondamentale. Ovviamente, penso che non avere quel cognome può voler dire minore visibilità, ma il mio obiettivo è sempre stato far parlare i valori dell’organizzazione.

Rossella Miccio, EMERGENCY dopo Gino Strada continua
Credo che una delle intuizioni più importanti di Gino sia stata quella di costruire un’organizzazione vera, solida; anche se a volte veniva percepito come un one man show, non lo è mai stato. Il lavoro è sempre stato portato avanti da un gruppo di persone che nel tempo è cresciuto, si è ampliato. Anche se in Italia siamo molto legati alla sua figura — giustamente —, con EMERGENCY continuiamo ad attrarre tanti giovani, sia in Italia sia nei progetti all’estero. Questo significa che il nostro modo di lavorare, i valori che l’Ong porta avanti, continuano a essere riconosciuti e condivisi. All’estero, paradossalmente, siamo conosciuti più per la qualità dei nostri progetti che per il nome del fondatore. E questo è un buon segno.

Rossella Miccio, cosa ama di più del suo lavoro?
EMERGENCY è riuscita a trasformare in qualcosa di concreto, valori come pace, diritti, uguaglianza, cambiando la vita delle persone, quelle che curiamo nei nostri ospedali di tutto il mondo, ma anche di quelle che incontriamo in Italia nelle nostre iniziative. Curare , ascoltare, esserci. Questo per me è un punto di riferimento costante. Un altro elemento importante che ci viene riconosciuto è la coerenza tra il pensiero e l’azione.

Rossella Miccio, come concilia vita privata e professionale?
Non sono sposata, sono single, non ho figli, e questo mi ha permesso di dedicarmi in modo molto intenso al lavoro. Ho comunque una famiglia, genitori, fratelli, nipoti, amici — a cui vorrei dedicare più tempo. A volte è faticoso non riuscire a pianificare, ci si perde momenti belli e importanti. Ma EMERGENCY per me è davvero una seconda famiglia. E in qualche modo, compenso così quella parte di vita privata più ‘standard’ che ho sacrificato.

Rossella Miccio, lavorare per EMERGENCY, una scelta di vita
Per me è stata una scelta che certamente ha comportato sacrifici, ma anche molte gratificazioni. Se non fosse stato così, non sarei rimasta 25 anni in EMERGENCY. C’è da dire che sono anche una persona curiosa, e questo mi ha permesso di entrare in contatto con realtà profondamente diverse dalla nostra — non solo per come ce le raccontano, ma per come sono davvero. Conoscere queste persone, vivere i loro contesti, è per me è stata un’esperienza di vita importantissima. Spero di riuscire a restituirlo, nel lavoro e nella mia vita privata.

Rossella Miccio: EMERGENCY e l’impegno per i diritti delle donne
In 31 anni di attività ci siamo sempre occupati di garantire cure gratuite e di qualità, soprattutto alle vittime della guerra. Mai come oggi, con così tanti conflitti che si stanno compiendo contemporaneamente nel mondo. Penso a Gaza, Ucraina, Sudan dove c’è una guerra devastante che in due anni ha prodotto oltre 12 milioni di sfollati nel silenzio totale; noi siamo stati per lungo tempo l’unica ONG internazionale con del personale presente nella capitale del Sudan, un contesto estremamente difficile. Questo impegno è fondamentale. Ci sono molte situazioni in cui, anche se formalmente un conflitto è terminato, le conseguenze continuano a pesare in modo drammatico sul rispetto dei diritti umani. Penso in particolare all’Afghanistan, dove dal 2021, con il ritorno dei talebani, le donne sono state di fatto abbandonate a loro stesse. Purtroppo, la situazione continua a peggiorare. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di non abbandonare il Paese, anche quando gran parte della comunità internazionale ha lasciato.

Rossella Miccio, la presenza di EMERGENCY in Afghanistan
Siamo ancora lì, presenti con quattro ospedali, tra cui un centro di ostetricia e ginecologia, una vera e propria maternità, gestita interamente da donne — in gran parte afghane, affiancate da poche colleghe internazionali. Questa per noi è una forma concreta di difesa dei diritti delle donne. E non ci limitiamo all’ambito ostetrico, che è naturalmente collegato alla salute femminile: abbiamo anche dottoresse afghane che si stanno specializzando con noi in anestesia, infermiere di sala operatoria che lavorano sia a Kabul che nel sud del Paese, nella regione di Lashkar-gah, un territorio da cui provengono molti dei talebani stessi. Il nostro è quindi un impegno concreto non solo per garantire l’accesso alle cure, ma anche per proteggere e tutelare i diritti delle categorie più vulnerabili, in particolare delle donne, in un contesto tra i più complessi al mondo.

Rossella Miccio, le difficoltà quotidiane dell’ONG
Lavorare in contesti di guerra è sempre più complicato. A Gaza, ad esempio, sono passate settimane senza che nessun aiuto umanitario riuscisse a entrare. Gli ospedali vengono bombardati. Spesso mancano farmaci, gli spostamenti sono bloccati dalla burocrazia o dalle bombe. Certe situazioni sono sconfortanti e ci si sente soli, è una sensazione che a volte è difficile di risolvere.

Rossella Miccio, campagne e nuovi progetti
Siamo sempre piuttosto in movimento. EMERGENCY ha un doppio mandato: curare, ma anche promuovere una cultura di pace, solidarietà e diritti. Le due cose per noi sono inseparabili. Per questo abbiamo lanciato in Italia la campagna R1PUD1A, che si ispira all’articolo 11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra. In un momento storico in cui si parla solo di riarmo, ci sembrava doveroso ricordare i valori su cui si fonda il nostro Paese. Stiamo anche aprendo un nuovo progetto nel nord dell’Etiopia, devastato da due anni di guerra e oltre un milione di morti. Speriamo di diventare operativi presto anche lì. Il nostro grande sogno? Diventare inutili. Lavorare per un mondo in cui non ci sia più bisogno di EMERGENCY. Ma intanto ci rimbocchiamo le maniche.

Cosa c’è dietro l’angolo per Rossella Miccio?
Per ora ci sono altri due anni alla presidenza di EMERGENCY e questo è un impegno che mi lascia poco spazio per pensare ad altro, ma va bene così.

 

 

 

 

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