Lavoro Pari opportunità

Intervista escluiva a Alessandra Priante

Presidente ENIT SpA, abruzzese di nascita e di tempra: conosciamo meglio Alessandra Priante.

Una leadership gentile e la consapevolezza che anche la vulnerabilità può essere una forza. E per una donna, nel mondo del lavoro, è una sfida. Ma Alessandra Priante ha il piglio giusto e competenza, tanta; e passione per il proprio lavoro e per il mondo. Un mix che consentono alla Presidente di ENIT di tracciare la rotta verso il futuro del turismo italiano. Un’intervista speciale in cui si racconta una Alessandra che non ti aspetti e, per questo, ancora più ispirazionale.

Alessandra Priante, a chi ancora non la conosce come si descriverebbe?
Mi descriverei come una sognatrice determinata. Una persona con obiettivi chiari, tenace, trasparente e molto affettuosa: mi guida l’amore.
Che sia per le persone, gli animali, le piante o il mio lavoro, è sempre l’amore a orientarmi. Certo, nella vita ho avuto anche molte delusioni, ma continuo a svegliarmi ogni mattina vedendo il mondo in rosa, anche quando non è facile. Per tanto tempo – soprattutto per le donne – questa qualità è stata considerata quasi un handicap: ci si aspetta che per avere successo si debba essere aggressive, mi passi il termine “cazzute”. Io non sono così, anche se ho la reputazione di dire sempre quello che penso. Non so mentire, fisicamente non ci riesco. Quando esprimo un’opinione lo faccio in modo diretto, ma non cerco mai il conflitto. So che entrare in certi meccanismi è negativo prima di tutto per noi stessi: preferisco rispettarmi e non farmi incastrare.

Ci ho messo un po’, ma ho capito che non sono sbagliata se sono fatta così. Il lavoro più difficile, per noi donne, è accettarci e volerci bene, in un mondo che continuamente ci dice che dovremmo essere diverse. E le assicuro che nel lavoro, soprattutto in Italia, non è una passeggiata.

Alessandra Priante, la forza nella vulnerabilità
La mia vulnerabilità è la mia forza. Per anni mi hanno fatto credere fosse una debolezza, invece è ciò che mi permette di scegliere quello che davvero è giusto per me.

Dall’Abruzzo al vertice di ENIT: come si diventa Alessandra Priante?
Con molta fiducia nell’universo e con grande impegno. Il turismo è un settore meraviglioso, economicamente rilevante e con molte opportunità, oltre a essere fortemente femminile. Ci si arriva credendoci, studiando e preparandosi. Io vengo da una generazione in cui la formazione era fondamentale: mi sono laureata alla Bocconi, ho fatto due master, ma ho scelto percorsi non convenzionali. Avrei potuto fare carriera in finanza, ma non era la mia strada. Ho seguito i settori che valorizzavano l’aspetto umano – cultura e turismo – e questo mi ha permesso di esprimere la mia essenza. Non cerco il profitto personale, mi appassiona aiutare gli altri. Per questo ho amato lavorare nel pubblico e nelle Nazioni Unite: contribuire a qualcosa di più grande di me mi rende felice.

Alessandra Priante, qual è la parte più difficile del suo lavoro?
La parte più difficile riguarda i rapporti umani. Le qualità che mi caratterizzano – gentilezza, trasparenza, disponibilità – vengono spesso usate contro di me. Non amo la mancanza di generosità e il continuo giudizio che a volte si respira, soprattutto in Italia. La difficoltà è conciliare la mia indole istintivamente gentile con la realtà: non tutti lo sono. In certi contesti ho sofferto molto, ma sto imparando a “girare pagina”. Quando qualcuno si arrabbia o si comporta male, il problema è suo, non mio. Se sei a posto con la tua coscienza, gli altri possono dire quello che vogliono. Non sono fatta d’acciaio e ancora ci rimango male, ma è una lezione che sto interiorizzando. Mi lasci dire che questa tendenza è molto italiana: sembra quasi che il parlar male dell’altro serva a far crescere sé stessi. Io credo sia il contrario.

Alessandra Priante, obiettivi e mission di  ENIT SpA
ENIT è una delle agenzie più antiche e prestigiose d’Italia. Oggi è una società per azioni che si occupa di promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo e di coordinare, insieme alle Regioni, molte attività legate al turismo. Conoscevo ENIT già dai tempi del Ministero: è sempre stata una realtà strategica, con i suoi uffici all’estero che rappresentano una vera eccellenza. Farne oggi il presidente è un grande onore. Non siamo tantissimi e il budget non è paragonabile a quello di altri Paesi europei, ma facciamo molto con poco. Spesso ENIT è oggetto di critiche, ma io ho trovato persone straordinarie, molte donne, che lavorano nell’ombra. Dopo la riforma che l’ha resa una S.p.A., l’Agenzia è diventata il braccio operativo del Ministero: tutto ciò che facciamo è coordinato con esso, e questo garantisce coerenza strategica. Mi piacerebbe che in futuro ENIT investisse anche di più nella formazione degli operatori, perché ne ha tutte le competenze. Sono convinta che l’Agenzia possa crescere ancora e diventare un punto di riferimento sempre più forte. A breve ospiteremo il World Travel and Tourism Summit (WTTC), che porterà a Roma oltre mille imprese globali del turismo e stakeholder internazionali: un’occasione unica per l’Italia.

Alessandra Priante, qual è oggi l’immagine turistica dell’Italia nel mondo?
Straordinaria. Ogni volta che si nomina l’Italia, le persone reagiscono con un sorriso, un sospiro: non pensano a problemi politici o economici, ma all’Italia come a una destinazione irrinunciabile. Abbiamo un posizionamento fortissimo, soprattutto per i turisti a lungo raggio, come gli americani. Le confesso che un collega spagnolo mi ha chiesto come facciamo ad attrarli così tanto, perché loro ne ricevono molti meno. Questo dice tutto sul fascino che l’Italia esercita ancora oggi.

È cambiato anche l’approccio al viaggio, soprattutto dopo il Covid.
Sì, assolutamente. Il Covid ha rivoluzionato l’equilibrio vita-lavoro. Non esiste più l’idea del “lavora tutto l’anno e poi vai in vacanza ad agosto”. Le persone hanno scoperto modi diversi di vivere le vacanze, scegliendo mete nuove, periodi differenti, puntando sul benessere e sulla motivazione del viaggio. Oggi il turismo non è più solo di destinazione, ma di motivazione: viaggiamo per riposare, scoprire, imparare. Le città non si svuotano più come una volta ad agosto: le abitudini sono cambiate.

Alessandra Priante e le due grandi sfide del turismo: sostenibilità e intelligenza artificiale
La sostenibilità è un percorso già avviato, ma richiede investimenti. Non riguarda solo l’ambiente: quella sociale è altrettanto cruciale. Dobbiamo includere le comunità locali nella pianificazione e nella definizione del prodotto turistico, perché solo così il turismo verrà visto come una risorsa e non come un fastidio. Quanto all’intelligenza artificiale, la considero una grande opportunità. È fondamentale nella lettura dei dati: ci permette di fare previsioni, capire i trend, pianificare a tre o cinque anni. I dati non devono servire solo a dire se abbiamo più presenze della Spagna o della Francia, ma a costruire una visione strategica.

E dietro l’angolo, per Alessandra Priante, cosa c’è?
Tanta felicità. Me la merito.

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