Fisco e norme

Nuovo codice per appalti più etici e partecipati

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Raccoglie consensi la normativa sugli appalti all’esame del Parlamento

di Daniela Delli Noci, giornalista

Il Disegno di Legge delega, approvato dal Senato il 18 giugno e attualmente all’esame della Camera, contiene molte novità positive e costituisce un cambio di rotta nella delicata materia delle concessioni e degli appalti pubblici. Tra gli aspetti più significativi si segnalano le procedure più snelle, i meccanismi volti a favorire la partecipazione delle micro imprese e di quelle di nuova costituzione, la centralità dei progetti, l’esigenza di contenere i rischi ambientali. Su tutto spicca la ferma decisione di contrastare la corruzione, che in materia di appalti è piuttosto frequente e che produce danni erariali per centinaia di milioni. Per non parlare dell’aspetto etico.

Il DdL è stato emanato in attuazione della direttiva UE sugli appalti pubblici del 2014 e delega il Governo a redigere un nuovo Codice degli appalti e delle concessioni ed a recepire le ulteriori direttive in materia entro il 18 febbraio 2016.

La soddisfazione degli artigiani

Il cambiamento viene particolarmente apprezzato dalle associazioni di categoria.
“La riforma va nella direzione sollecitata da Confartigianato per valorizzare il ruolo delle piccole imprese” ha commentato Arnaldo Redaelli, presidente di ANAEPA (Associazione Nazionale Artigiani dell’Edilizia dei decoratori dei Pittori ed Attività affini) Confartigianato Edilizia “e ci auguriamo che l’iter del provvedimento prosegua velocemente e possa, comunque, scongiurare ipotesi di sistemi di garanzia per l’esecuzione dei lavori che, di fatto, bloccano il mercato degli appalti”.
L’accesso agli appalti delle micro e piccole imprese, infatti, è facilitato da criteri premiali che, negli appalti sotto-soglia, valorizzano le aziende che operano nel territorio in cui si eseguono i lavori e che si avvalgono di manodopera locale.
Altrettanto positivi, secondo Redaelli, sono i meccanismi che prevedono ricompense per quei concessionari che coinvolgano le PMI negli appalti, nonché il dimensionamento in lotti, che garantisce alle micro e piccole imprese l’effettiva possibilità di partecipare alle gare d’appalto.

Maggiori tutele per i lavoratori e per l’ambiente

L’appalto sarà aggiudicato sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa e sarà escluso il ricorso al solo criterio del massimo ribasso per le gare ad alta intensità di mano d’opera. La stazione appaltante sarà inoltre obbligata a pagare direttamente i subappaltatori in caso di inadempimento dell’appaltatore. Plauso anche per quanto riguarda i criteri dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dell’obbligo di indicare i nomi dei subappaltatori in sede di gara e della riduzione degli oneri burocratici, con possibilità di ricorrere in modo più consistente all’autocertificazione. Un provvedimento, questo, che ci si augura possa difendere gli appaltatori da pastoie amministrative e da intermediari più o meno raccomandabili. Saranno rafforzati i poteri di vigilanza e di controllo in merito all’applicazione delle norme.

Oltre a quelli già richiamati, i criteri a cui dovrà ispirarsi il legislatore andranno nella direzione della trasparenza e della pubblicità delle procedure di gara, della riduzione dei tempi di svolgimento dell’iter amministrativo, della possibilità di ricorrere a metodi alternativi di risoluzione delle controversie. In sede di appalto dovrà essere valutato il rischio idrogeologico e si dovrà facilitare la partecipazione di tutti i soggetti sociali interessati attraverso procedure di evidenza pubblica, trasparenza, idonea pubblicità.

Centralità dei progetti: l’ok dei professionisti

La normativa dà particolare risalto alla fase progettuale, limitando le varianti in corso d’opera. Patrizia Lotti presidente dell’OICE, l’Associazione che riunisce le società di ingegneria e di architettura italiane e che aderisce a Confindustria, ha espresso particolare apprezzamento sul testo approvato dal Senato. “Si tratta di un articolato che finalmente valorizza ampiamente il ruolo della progettazione e del progettista eliminando il ribasso nelle gare di progettazione, limitando l’appalto integrato e tutelando l’accesso alle gare da parte delle piccole e medie imprese, pur nel rispetto dell’esigenza ad avere progetti di qualità.”
Un altro elemento che piace molto all’OICE è il rafforzamento del ruolo dell’Autorità vigilante: “Abbiamo da subito chiesto” ha proseguito Lotti “che gli atti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione fossero più vincolanti e che l’ANAC stessa potesse rendere più omogenei i comportamenti delle stazioni appaltanti con linee-guida e contratti-tipo vincolanti che possano rendere più equilibrato il rapporto con il committente pubblico. Ritroviamo questi elementi nel testo approvato e ne siamo lieti”. Anche in chiave di moralizzazione del settore, l’Associazione apprezza molto l’impostazione del testo approvato al Senato: “Non possiamo che apprezzare” ha sottolineato il presidente “il divieto di affidamento della direzione dei lavori al contraente generale e l’introduzione di un albo ad hoc per i direttori dei lavori delle grandi opere, così come l’introduzione di elementi reputazionali per la qualificazione degli operatori economici. Adesso spetterà alla Camera approfondire ulteriormente il testo e ci auguriamo che si prendano in considerazione anche elementi relativi al ruolo della Pubblica Amministrazione, che dovrebbe controllare e programmare e non progettare, evolvendo verso logiche di project management, così come accade nella maggior parte dei Paesi europei”.

Nuovo codice condiviso

Prima di mettere a punto il nuovo codice degli appalti, saranno ascoltate le principali categorie di soggetti destinatari della nuova normativa, in modo che il Governo possa raccogliere le informazioni necessarie per redigere un testo che risponda alle diverse esigenze e che sia davvero in grado di innovare il modo di operare della pubblica amministrazione nel settore degli appalti e delle concessioni. Nella relazione al DdL si precisa che lo scopo è di fornire certezza giuridica e di superare un apparato normativo che ha prodotto, negli anni, un contenzioso piuttosto consistente, senza garantire l’efficacia delle procedure di affidamento. L’inefficienza è testimoniata, tra l’altro, dai continui interventi legislativi effettuati sulla materia, che ha richiesto continui aggiustamenti e deroghe. In materia di concessioni pubbliche, la delega prevede una nuova disciplina organica delle modalità di affidamento, allo scopo di garantire concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento.
Le procedure di spesa dovranno garantire qualità ed efficienza ed i flussi finanziari diventeranno verificabili, grazie anche al numero limitato di committenti e di stazioni appaltanti.

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