Lavoro Mestieri e professioni

Intervista esclusiva a Catia Uliassi

Il nome Uliassi è uno dei più stimati e stellati del mondo della ristorazione. Conosciamo meglio Catia Uliassi.


Non ho mai creduto alla frase “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Le donne eccezionali che incontriamo in questo cammino giornalistico sono la prova provata che una donna è importante per sua stessa essenza, per la sua storia, per i suoi valori, per la sua esperienza di vita e/o professionale; magari lavora insieme con grandi uomini, spesso intelligenti, che ne valorizzano ancora di più il merito e la personalità. Questo vale per tutte le donne, indipendentemente dall’ambito professionale in cui sono impegnate, visto che parliamo di donne in affari.
Una certezza che mi è stata rinnovata dall’incontro con Catia Uliassi, Restaurant Manager del Ristorante Uliassi di Senigallia.

Catia Uliassi secondo Catia
“Non so come si diventi Catia Uliassi e non credo di essere così conosciuta da poter rispondere a questa domanda. Però, se mi chiedi come sono diventata la Restaurant Manager di un ristorante, se vogliamo, di prestigio, allora posso dirti che nel mio percorso, soprattutto all’inizio, la mia storia familiare è stata molto importante. Sono cresciuta in un bar popolare della periferia, tuttora esistente e gestito da mio fratello Valtero e suo figlio Tommaso, tra il via vai continuo delle persone, il caffè della mattina presto con i camionisti di passaggio. Dai miei genitori (gestori del bar – ndr) ho imparato l’amore per la famiglia, il rigore per il lavoro e tutto ciò che serve per stare a contatto con il pubblico”.

Catia Uliassi, dai banchi di scuola ai profumi della cucina
Dopo il diploma di ragioniere programmatore e dopo aver viaggiato un po’ per il mondo, a 20 anni Catia si iscrive all’università ma senza terminarla perché, nel frattempo, come lei stessa rivela “il mondo dell’accoglienza mi ha richiamata e insieme a mio fratello (lo Chef stellato Mauro Uliassi – ndr) che ormai qualche anno prima aveva intrapreso la professione di chef, nel 1990 abbiamo deciso di aprire il ristorante Uliassi. Ovviamente all’inizio non avevamo obiettivi precisi, semplicemente ci piaceva quel mondo, è stato veramente quasi un gioco, ci divertivamo, piacevamo tantissimo alle persone del posto. Mettevamo tanta passione in quello che facevamo e soprattutto in modo spontaneo. Oggi, dopo 35 anni, posso dirti che sono arrivata qui facendo sempre quello che amo, con persone che amo e con le quali condivido con loro questo lavoro”.

Catia Uliassi, l’importanza dei valori umani
Una fortuna che Catia Uliassi riconosce ma, ovviamente, questo non vuol dire che sia stato sempre semplice. Anzi, come in tutti i lavori, più si alza l’asticella e più le difficoltà sono quotidiane. Ma la forza dei fratelli Uliassi sta in un gioco di squadra particolare, con ingredienti speciali che si trovano solo in famiglia. “I nostri genitori ci hanno trasmesso l’importanza dei valori umani – confida Catia Uliassi. Loro hanno lavorato insieme per più di 50 anni e per me è sempre stato naturale fare lo stesso con mio fratello. Nel 2015 poi mi sono sposata con Mauro Paolini, il secondo Chef di mio fratello. Si chiama come lui ed è anche un suo grande amico, è con noi sin dagli inizi di questa avventura. In sala poi da più di 10 anni ho con me anche mio nipote Filippo, figlio di Mauro, la sua compagna Elisa, entrambi Maitres. Da fine 2024, è entrata un’altra nipote, sempre figlia di Mauro, Rosa, che cura la comunicazione. Siamo in tutti i sensi una squadra e una famiglia e questo è il valore fondamentale per noi”.

Catia Uliassi, tre Stelle Michelin grazie a passione e costanza
“In realtà, per essere arrivati fin qua non c’è una formula né una ricetta, ogni ristorante ha una propria storia e un proprio percorso. Noi non ci siamo mai seduti a tavolino per decidere di voler arrivare a prendere le tre stelle o arrivare a certi traguardi. Ci siamo concentrati sempre sul presente e sulla nostra passione, e per noi è stato fondamentale. L’obiettivo è stato sempre quello di esprimere il meglio, ciò che amiamo fare, far star bene la gente, ovvero quello che ci hanno insegnato i nostri genitori. Passione e costanza continue. I riconoscimenti, poi, se devono arrivare, arrivano. Non devono mai diventare un’ossessione, altrimenti si perde veramente il senso di quello che si fa e si vuole, non riesci a far star bene gli altri”.

Catia Uliassi, il mondo della ristorazione è anche per donne
Nel settore della ristorazione, non solo tra i clienti ma anche tra gli addetti ai lavori, Catia Uliassi è una professionista dell’accoglienza molto stimata. Però, per le donne, non è un settore semplice e questo tema sta molto cuore alla manager senigalliese. “La ristorazione è sempre stata un mondo dominato dagli uomini, soprattutto in cucina. Ancora oggi, le donne ai vertici sono poche. Fortunatamente, anche se da poco, nei ristoranti, sta crescendo la presenza femminile, sia in sala (dove le donne sono sempre state più presenti) sia cucina. Questo è sicuramente un segnale positivo, anche se c’è ancora molto da fare. I ritmi di lavoro, i pregiudizi, gli stereotipi rendono questo settore molto impegnativo per le donne. Nel nostro ristorante, per esempio, da qualche anno, abbiamo tre Pastry Chef donne e una giovane professionista che affianca mio marito entremètier. Per quello che riguarda la sala, invece, ho costruito una squadra in gran parte al femminile, di cui vado veramente fiera. L’intuito che abbiamo come donne, la capacità di problem solving, la sensibilità di gestire le relazioni con il team, con i clienti, sono qualità che fanno la differenza.”

Catia Uliassi, conciliare lavoro e famiglia non è impossibile
“Come per tutte le donne, non è facile conciliare il lavoro, la famiglia, i rapporti relazionali. Ho sempre cercato di organizzarmi al meglio. Ho un figlio, Gianmarco di 27 anni che ovviamente è la cosa più bella, è il mio orgoglio. Vive e lavora a Milano come project manager. Quando era piccolo, lo andavo a prendere a scuola, mangiava all’interno del ristorante, poi faceva i compiti in un’altra saletta ed io ogni tanto gli davo uno sguardo. Passava i pomeriggi al mare, perché abbiamo la fortuna di avere il ristorante proprio affacciato sulla spiaggia e quindi lui è cresciuto così e per me questo è sicuramente stato di grande aiuto”.

Catia Uliassi, l’empatia della sala
Rivalutiamo anche il ruolo della sala. In un ristorante non c’è solo il lavoro in cucina. La sala è fondamentale. “Come diciamo noi, è 50 e 50, nella maniera più assoluta, perché tu puoi avere uno chef bravissimo, ma se dall’altra parte hai un’accoglienza di una sala algida e non empatica e che non ti fa sentire a tuo agio, rovini l’esperienza che si dovrebbe fare”

Catia Uliassi, l’arte dell’accoglienza che si sposa con la pittura
“Mi considero molto fortunata perché faccio due cose che amo. La pittura è arrivata in un momento più maturo della mia vita, me ne sono accorta tardi. Ho sempre amato disegnare, ma non ho mai esposto, non ho mai fatto nulla, fino ai quarant’anni anni non era ancora arrivato il momento di esprimermi al meglio. Sono una pittrice autodidatta, non seguo regole o correnti artistiche, cerco di esprimere liberamente la mia visione. Nel 2012 ho debuttato con una mostra personale alla Galleria Portfolio, che ora non c’è più, di Senigallia, la mia città. Il successo è stato veramente notevole, infatti poi la replicammo nel 2013 e nel 2014. L’anno successivo, con mio marito partimmo per andare ad Hong Kong, alla Art Foundation Gallery, e lì abbiamo dato vita a una performance in cui lui (Mauro Paolini – ndr) interpretava in cucina quello che io mettevo su tela. Visto il successo, l’anno successivo l’abbiamo portato anche a New York, questa volta all’interno del ristorante Le Cirque di Maccioni.

Catia Uliassi, progetti futuri?
“Il mio percorso è in continua evoluzione, non mi voglio fermare, è pieno di opportunità. Per quello che mi riguarda continuerò a mettere passione e attenzione nel mio lavoro, a conoscere nuove persone con cui lavorare, accogliere e fare del mio meglio per far sì che anche Senigallia, a cui noi teniamo moltissimo, dobbiamo veramente tanto a questa città, continui a essere conosciuta in tutto il mondo. E poi chissà, non lo so, vedremo!”

 

 

 

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