Un cambiamento preoccupante per i medici in Emilia Romagna, lo Snami Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per gli specializzandi
L’accordo collettivo nazionale con la nuova versione impone agli specializzandi in medicina un cambiamento radicale nel loro ruolo, generando incertezza e difficoltà professionali.
Una modifica contrattuale imposta
A partire dal 2025, il nuovo accordo collettivo nazionale prevede l’introduzione di un unico ruolo di assistenza primaria. Di conseguenza, i nuovi medici convenzionati saranno obbligati a svolgere sia le funzioni di medico di famiglia sia quelle di continuità assistenziale. Questa trasformazione pone in difficoltà i medici specializzandi in Emilia-Romagna, Snami denuncia il rischio di una crisi nel settore.
Le conseguenze per i medici in servizio
Questa nuova regolamentazione impatta anche sui medici già operativi. Secondo lo Snami, il cambiamento potrebbe costringere molti di loro a lavorare fino alla pensione con turni notturni e festivi, aggravando le loro condizioni lavorative. Inoltre, i medici in formazione che hanno accettato incarichi temporanei saranno trasferiti d’ufficio nel ruolo unico, con obblighi non previsti inizialmente nei loro contratti.
Una decisione inaccettabile
Il sindacato sottolinea che i medici coinvolti non hanno firmato per un contratto che li obblighi a svolgere entrambi i ruoli. Questo cambiamento, imposto senza alcuna consultazione, modifica radicalmente le prospettive lavorative di chi aveva fatto scelte diverse, portando a una grande insoddisfazione tra i professionisti sanitari.
Richiesta di un confronto immediato
Lo Snami chiede un incontro urgente con la Regione Emilia-Romagna per trovare soluzioni alternative che garantiscano i diritti dei medici e la stabilità del sistema sanitario. Il sindacato si impegna a supportare legalmente i propri iscritti per contrastare qualsiasi imposizione contrattuale forzata.
Il rischio di una fuga dal settore
Se il modello organizzativo attuale dovesse essere mantenuto, si rischia una fuga di giovani professionisti dal settore pubblico. Lo Snami avverte che questa politica potrebbe incentivare il ricorso a cooperative private e gettonisti per garantire la continuità assistenziale, mettendo ulteriormente a rischio la qualità dell’assistenza sanitaria territoriale in Emilia-Romagna.