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Finanziamenti in Agricoltura: Piani Integrati di Filiera per mercati più equi

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Agricoltura: Piani Integrati di Filiera per mercati più equi

Si chiamano PIF e sono destinati a produttori, trasformatori e commercianti del settore agricolo  affinché il reddito sia distribuito equamente fra tutti. La Toscana finanzierà con 25 milioni di euro chi creerà una filiera equa. Le domande si presenteranno a partire dal 9 aprile ed entro il 16 maggio 2011

Uno strumento innovativo per favorire chi si aggrega per formare una filiera o chi riorganizza la propria filiera già esistente. A partire dagli agricoltori, fino ai commercianti al dettaglio, in questo modo si creano migliori e più eque relazioni di mercato. Basta che essi stipulino un accordo di filiera che stabilisca gli obblighi e le responsabilità di ciascun componente, sia per la fornitura di prodotti agricoli destinati alla trasformazione per la commercializzazione agroindustriale, sia per  la realizzazione degli investimenti necessari. Tutti i soggetti che si accordano per unirsi (devono essere almeno 15) e creare una filiera possono usufruire dei 25 milioni totali messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale della Toscana.

L’assessore alla cultura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, spiega che “Ci sono ben 9 misure che coprono varie tipologie di investimento per tre gruppi di filiere: quella dei cereali, quella zootecnica e quella onnicomprensiva ‘altre filiere’. Ogni progetto, a seconda delle filiere, può arrivare a finanziamenti di 2 o 3 milioni di euro. Una somma che garantisce la consistenza necessaria per realizzare progetti di qualità e per favorire, in maniera mirata, quelle aggregazioni necessarie a fare impresa in maniera economica nel settore agroalimentare”.
I 25 milioni vengono ripartiti dunque nel seguente modo: 12 milioni alla filiera Cereali e proteoleaginose; 7 milioni alla filiera zootecnica (+ 3 milioni di riserva per le filiere di “carne e latte ovi-caprino”); 6 milioni alle “altre filiere”.
I soggetti che intendono realizzare l’accordo di filiera (che deve essere di almeno 3 anni) possono usufruire dei finanziamenti per: ammodernare le aziende agricole; aumentare il valore aggiunto dei prodotti agricoli; cooperare per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo, forestale e alimentare; utilizzare servizi di consulenza; migliorare o creare infrastrutture per sviluppare l’agricoltura e la selvicoltura; partecipare ai sistemi di qualità alimentare (se si è agricoltori); sostenere le associazioni di produttori per quanto riguarda le attività di promozione e informazioni sui prodotti di qualità alimentare; diversificare le attività agricole con interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Ogni PIF (Piano Integrato di Filiera) può ricevere un contributo che varia a seconda del proprio gruppo e precisamente: per le filiere di cereali il massimo è 3 milioni di euro a filiera: la spesa ammissibile deve partire da un minimo di 1 milione di euro (da mezzo milione in caso il cereale sia farro, panico o riso); per quelle zootecniche il massimo è di 2 milioni e 300 mila euro per ciascuna filiera e la spesa minima deve essere di mezzo milione; per tutte le altre filiere il massimo è di 2 milioni di euro ciascuna con una spesa ammissibile non inferiore a mezzo milione di euro.

 

Cosa deve prevedere un accordo di filiera

Esso deve contenere gli impegni e gli obblighi di ciascun soggetto. L’Accordo è sottoscritto sia dai partecipanti diretti che dai partecipanti indiretti al progetto di filiera e deve contenere i seguenti elementi:

  • a) indicazione degli scopi e finalità (pertinenti con quelli previsti nel PIF);
  • b) indicazione dei soggetti che sottoscrivono l’Accordo in qualità di partecipanti diretti e partecipanti indiretti;
  • c) indicazione del Capofila del PIF e affidamento dei compiti previsti dal bando;
  • d) i quantitativi complessivi di materia prima, di prodotti semilavorati e di prodotti finiti cui l’Accordo è riferito e che, i partecipanti diretti e indiretti, si impegnano a cedere e acquistare per tutta la durata prevista nell’Accordo;
  • e) durata dell’Accordo, non inferiore a 3 anni dalla data prevista nell’Accordo stesso (tale data deve essere posteriore a quella di sottoscrizione dell’Accordo);
  • f) responsabilità reciproche delle parti comprendenti i vincoli che legano tra loro i diversi sottoscrittori dell’Accordo di filiera in relazione agli obblighi di vendita/acquisto ed al prezzo (parametri: durata dell’impegno relativo al prezzo, riferimenti a listini, ai costi di produzione, alla qualità, ecc..); per la misura 124 possono essere sottoscritte responsabilità specifiche tra alcuni sottoscrittori dell’Accordo di filiera, diversi da IAP o imprese di trasformazione, riferite ad obblighi non commerciali previsti dai relativi bandi di misura;
  • g) impegno, per l’intera durata dell’Accordo, a fare in modo che la materia prima o i prodotti semilavorati utilizzati negli impianti di trasformazione e/o strutture di commercializzazione finanziati nell’ambito del PIF provenga per almeno il 51% del quantitativo totale dalle imprese agricole di produzione primaria partecipanti, sia direttamente che indirettamente, al progetto;
  • h) impegno di ciascun partecipante all’Accordo a realizzare i singoli interventi ed a rispettare gli obblighi che verranno posti a fronte della concessione degli aiuti;
  • i) penali in caso di mancata realizzazione dei singoli interventi di cui alla lettera precedente.

I partecipanti indiretti all’Accordo possono essere:

  • – sostituiti, a seguito di recessi di uno o più soggetti, con altri partecipanti che sottoscrivono i medesimi impegni e obblighi;
  • – integrati attraverso nuovi ingressi di soggetti che sottoscrivono i medesimi impegni e obblighi.

Cosa deve fare il capofila

Dovrà essere individuato un soggetto capofila della filiera il cui nome andrà evidenziato nell’accordo sottoscritto.
Secondo il Decreto, esso deve essere uno dei partecipanti diretti della filiera e deve provvedere alle seguenti incombenze:

  • – alla compilazione dell’Accordo di filiera e alla raccolta delle sottoscrizioni da parte dei partecipanti diretti e indiretti;
  • – alla predisposizione, sottoscrizione e presentazione del progetto di filiera preliminare e definitivo;
  • – al coordinamento generale delle attività e ai rapporti con l’Amministrazione Regionale per le diverse fasi dell’iter istruttorio e, in caso di approvazione del PIF, cura i rapporti e le comunicazioni con i partecipanti all’Accordo;
  • – al coordinamento della promozione e dell’animazione territoriale finalizzata alla promozione del PIF e all’informazione ai potenziali partecipanti;
  • – a tutti gli adempimenti ritenuti necessari per l’efficace realizzazione del PIF e dell’Accordo di filiera in particolare il mantenimento dei requisiti di accesso;
  • – alla selezione dei partecipanti all’Accordo;
  • – a modificare il PIF secondo le indicazioni dell’Ufficio responsabile.

Un partecipante diretto, come soggetto giuridico, può rivestire il ruolo di Capofila in un solo PIF.

La procedura

Le domande con i Piani allegati vanno inviate con raccomandata A/R o consegnate a mano a partire dal 9 aprile e fino alle ore 13,00 del 16 maggio 2011 al seguente indirizzo:  Regione Toscana – Settore Sviluppo dell’impresa agricola e agroalimentare – via di Novoli, 26 Cap 50127 Firenze. L’orario per la consegna a mano è dalle 9,00 alle 13,00 dal lunedì al venerdì. Attenzione: nei casi di invio a mezzo raccomandata, non conta la data di spedizione ma solo quella di ricezione; dunque anche se si era nei termini al momento della spedizione non conta.
Una commissione apposita valuterà i PIF presentati e attribuirà loro un punteggio: 100 è il massimo. Se il punteggio è inferiore a 50 il PIF non è ammesso ai contributi.
I criteri per la valutazione dei PIF presentati sono evidenziati in tabella:
g1

na volta ricevuto il parere positivo, il soggetto che deve effettuare gli investimenti deve presentare domanda telematica di aiuto ad Artea (Agenzia della Regione Toscana per i pagamenti in Agricoltura).
Nella tabella seguente sono evidenziate le principali fasi del procedimento:
g2

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