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Blue Economy – la Aurelio Peccei Lecture 2011: un incontro per parlare di economia e di sostenibilità.

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La natura, grande maestra di impresa: la Blue Economy

Gunter Pauli, l’economista belga fondatore di Zeri e autore di Blue Economy, a Roma per mostrare come si può imparare a fare impresa dalla natura, rispettando l’ambiente e producendo ricchezza e benessere condivisi

A Roma, nella storica sede di Palazzo De Carolis, si è tenuta a marzo la Aurelio Peccei Lecture 2011: un incontro per parlare di economia e di sostenibilità. Protagonista della giornata Gunter Pauli, l’imprenditore belga ideatore della Blue Economy: un nuovo modo di fare impresa che impara dalla natura, imita i suoi meccanismi e rispetta l’ambiente, realizzando un modello produttivo nuovo, secondo i criteri dello sviluppo e dell’equità.

“Nessuno può andare avanti senza un mentore: per questo vi invito tutti a dedicare tempo ad essere mentori per le nuove generazioni”. Così ha esordito Gunter Pauli, di fronte a una platea di imprenditori ma soprattutto di giovani.
Lui stesso, giovane di quasi 60 anni, ha un sogno da raccontare: quello di una economia a impatto zero, che consenta guadagni agli imprenditori e che assicuri da vivere a chi lavora, rompendo la spirale dello sfruttamento del pianeta e dei suoi abitanti – uomini, animali o piante che siano – e promuovendo un mondo più giusto. Questa economia supera sia la red economy che la green economy, di cui Pauli enumera gli aspetti positivi e negativi. Il nuovo modello l’ha inventato lui, e l’ha chiamato blue economy – blu come il cielo e il mare: è l’economia che imita gli ecosistemi. In essi non ci sono ospedali né case di riposo, non ci sono disoccupati né scarti, ma tutti hanno un posto, anche i rifiuti, e non si ha bisogno mai di ciò di cui non si dispone.

 

Esempi concreti di Blue Economy

Il punto di partenza è reiterare i meccanismi della natura, e utilizzarli per produrre ricchezza: per esempio riconoscere che la più grande riserva di energia presente nel pianeta, a costo zero, è la forza di gravità, e cominciare a pulire l’acqua sfruttando questa energia, senza filtri, senza membrane, senza niente che inquini. A prendere l’acqua in Colombia vanno i bambini: per loro è un gioco, ma intanto sono utili alla società e li si toglie dalla strada, evitando una cultura della violenza. Si chiede infatti, e ci chiede, Pauli: “dove può andare, se non verso la violenza e l’apatia, una società con alta disoccupazione giovanile, che di fatto dice ai giovani Non ho bisogno di voi?”.
Se si imita la natura, si può produrre aria condizionata a impatto zero: “Vivo in Sud Africa e le zebre mi ispirano”, racconta l’economista belga: il loro mantello a strisce bianche e nere è un risultato dell’adattamento ambientale ed è finalizzato proprio a controllare la temperatura corporea dell’animale, perchè il bianco la riduce, riflettendo la luce, e il nero, assorbendola, la fa salire. Costruendo immobili a strisce con questi colori, in Giappone il gruppo Daiwa House, di Sendai, riesce a ridurre la temperatura interna di 5 gradi durante l’estate, senza impiegare nient’altro che l’energia del sole e, pertanto, senza inquinare.
Poi si possono riciclare i rifiuti e produrre con essi beni nuovi, aiutando il pianeta: Pauli ha tanti esempi imprenditoriali già avviati con questa filosofia, che vanno a gonfie vele e producono ricchezza per tutti.
Lo sapevate che i fondi del caffè che bevete ogni mattina inquinano il pianeta? In Zimbabwe essi non vengono gettati via, ma riciclati a livello industriale come concimante. Così l’inquinamento si annulla, e tante persone hanno lavoro, e con il lavoro fiducia nel futuro, e forza per combattere le ingiustizie. Forse si potrebbe partire da qui, per salvare l’Africa, e non da sovvenzioni a breve termine, che lasciano la stessa povertà che vorrebbero soccorrere.

La tavola rotonda

Gli esempi scorrono numerosi, nell’incanto della platea. E quando Gunter torna a sedere, fioccano gli interventi del pubblico e delle personalità intervenute. Perchè l’incontro, promosso da WWF Italia e dalla fondazione Aurelio Peccei, in collaborazione con Unicredit, ha visto la partecipazione di noti esponenti del mondo della cultura, della scienza e dell’imprenditoria: oltre a Roberto Peccei, Presidente della Fondazione Aurelio Peccei – Club of Rome Italia, e vice Chancellor della UCLA (University California Los Angeles), sono intervenuti Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia e Segretario Generale della Fondazione Aurelio Peccei; Vincenzo Barone, professore di Chimica Teorica alla Scuola Normale Superiore di Pisa e Presidente della Società Chimica Italiana; Catia Bastioli della CEO Novamont; Riccardo Valentini, Professore di Ecologia Forestale presso l’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo) e Direttore della Divisione Impatti Euro-Mediterranean Center for Climate Change.
C’erano anche alcuni studenti del Liceo Aristofane di Roma ad ascoltare un uomo di grande creatività, capace di coniugare le esigenze del mercato con quelle della natura, e di non dimenticare l’obiettivo più importante: il progresso dell’umanità e la dignità di tutte le persone, nel lavoro come nella vita.
Uno dei suoi maestri, ha detto, è stato proprio Aurelio Peccei: l’uomo autorevole che aveva fiducia nelle nuove generazioni e che gli riconobbe grande credito quando egli era ancora poco più di un giovane laureato. A quest’uomo, che ricorda come un modello esemplare, e che gli consentì di muovere i primi passi nel campo dell’economia sostenibile, Gunter Pauli ha dedicato una biografia accurata, e a lui si è ispirato nel proprio lavoro di imprenditore e di studioso. E, per essere a sua volta educatore e trasmettere alle giovani generazioni quello che ha ideato, egli stesso ha cominciato a scrivere favole, tradotte ormai in quasi tutte le lingue del mondo: “perché” ha asserito “i bambini ascoltano di più degli adulti, e credono di più nel futuro. E se noi istruiamo i nostri figli solo su quello che noi sappiamo, non faranno meglio di noi”, avverte. Bisogna, al contrario, avere il coraggio di credere nelle idee nuove, quelle che trasformano il mondo, quelle che di norma sono portate dai giovani, i quali non hanno con sé il bagaglio dell’esperienza.
Perchè il bagaglio delle esperienze, se è un vantaggio, rappresenta anche un peso: è “la valigia dei pensieri”, come la chiama Pauli, quella zavorra che troppe volte non lascia volare alto e che trasmette sfiducia, finendo per uccidere i sogni.  E invece, ricorda l’economista belga con le parole di un altro uomo che riconosce come suo ispiratore, Soichiro Honda, “alcuni sogni vanno oltre la realtà, ma altri la cambiano per sempre”.

La strada per l’ecosostenibilità è possibile, ma per percorrerla è necessaria una mentalità nuova: una mentalità che cambia le regole del gioco, che ne inventa altre più realizzabili. Siamo tutti dei piccoli David di fronte alla natura, grande Golia: ma David ha vinto, con l’intelligenza e la volontà. È questa l’ultima metafora che ci consegna Pauli, al termine di una mattinata fatta per pensare, per capire, per agire. A beneficio della terra, delle persone e di noi stessi.

Laura Carmen Paladino

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