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Occupazione terzo trimeste 2011

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Occupazione terzo trimeste 2011

Cala leggermente il numero degli occupati nel mese di novembre 2011, praticamente solo delle donne. Resta sostanzialmente stabile il numero degli inattivi, che resta però molto alto: il 37,8% della popolazione in età lavorativa. Questi i dati diffusi dall’Istat che allarmano il sindacato CISL il quale chiede di incentivare l’uso dell’apprendistato

Nel terzo trimestre 2011 comunque il mercato del lavoro si è mosso: su base trimestrale infatti, c’è stato un aumento del numero degli occupati, seppur lontano ancora da quello che ci si auspica in un Paese che ancora è immerso nella crisi che colpisce le imprese e di conseguenza i lavoratori.

A fine novembre 2011, secondo i conteggi dell’Istat, gli occupati risultano 22 milioni e 906 mila, sono cioè inferiori di 28 mila unità rispetto al mese di ottobre. Il calo è relativo solo alla componente femminile: sono le donne infatti ad aver perso il lavoro in questo mese.
Questo risultato porta il tasso di occupazione al 56,9% e quello di disoccupazione all’8,6% facendo sì che il numero dei disoccupati arrivi a quota 2 milioni 142 mila, aumentando rispetto allo scorso anno del 5,6%, ovvero ci sono 114 mila disoccupati in più.
Purtroppo il tasso di disoccupazione giovanile è sempre molto alto, pari a oltre il 30% e aumenta rispetto allo scorso anno dell’1,8%.

occupato e disoccupati, novembre

Le differenze di genere nel mondo del lavoro continuano a pesare molto nella media nazionale: a novembre infatti l’occupazione maschile aumenta leggermente (+0,4%) ma a calare è quella femminile (-0,9%). In questo modo, il tasso di occupazione maschile risulta pari al 67,6%, il tasso di disoccupazione maschile risulta del 7,6%, mentre il tasso di occupazione femminile – come sempre più basso – risulta pari al 46,2% e quello di disoccupazione al 9,9%.

occupazione per genere

Il segretario aggiunto della CISL, Giorgio Santini, alla lettura dei dati diffusi dall’ISTAT, ha dichiarato che essi “mostrano un grave peggioramento del mercato del lavoro italiano con tutti gli indicatori riferiti sia al mese che all’anno precedente fortemente negativi: diminuiscono gli occupati, diminuisce il tasso di occupazione, aumenta la disoccupazione rispetto al 2010 di quasi il 6%  con il tasso di disoccupazione complessivo che sale all’8,6%, a causa dell’aumento della disoccupazione femminile, soprattutto nel Mezzogiorno”.
Secondo Santini, il fatto che il tasso di disoccupazione giovanile continui a crescere superando la soglia del 30%, fa sì che si configuri “una vera e propria emergenza sociale. Aumenta, ed è tra tutti il segnale più duro, la disoccupazione di lunga durata che raggiunge nel terzo trimestre del 2011 un’incidenza record del 52% sulla disoccupazione totale, a testimonianza della sempre maggiore difficoltà a reimpiegare le persone che perdono il lavoro. Alla gravità di questi numeri va aggiunto purtroppo per i  mesi futuri il rischio di ulteriori cadute dell’occupazione provocate dalla recessione che è già in atto. Questo quadro mostra che il primo intervento necessario per il lavoro riguarda un piano di sviluppo produttivo e di incentivi alla crescita. In particolare sono assolutamente urgenti la cantierizzazione  di piccole e grandi opere annunciata dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme agli investimenti produttivi a partire dai molti settori investiti dalle ristrutturazioni e ai necessari interventi che favoriscano il reimpiego dei lavoratori e  nuove assunzioni”.
Santini conclude asserendo che “è necessario nel 2012 un miglioramento qualitativo e quantitativo degli ammortizzatori sociali, che sarà inevitabile prorogare, caratterizzandoli in modo preciso con politiche attive mirate al reimpiego e alla mobilità. Per l’ingresso al lavoro dei giovani, infine, va  incentivato e reso operativo l’apprendistato che senza rincorrere soluzioni miracolistiche può già essere il vero canale privilegiato per un lavoro tendenzialmente stabile”.

 

Terzo trimestre 2011

Secondo i dati Istat, nel terzo trimestre del 2011 il numero degli occupati è comunque cresciuto di 159 mila unità, anche se il risultato va confrontato con il livello particolarmente basso del 2010. Inoltre, a incrementare i livelli occupazionali sono stati due fattori principali: l’assunzione di stranieri e il fatto che non siano andati in pensione gli ultra cinquantacinquenni.
La crescita dell’occupazione italiana è stata dunque modesta (solo 39 unità in tre mesi) mentre quella straniera è stata significativa (+ 120 mila unità). Ciò non significa che stia aumentando il numero degli stranieri assunti in Italia, poiché rispetto all’anno scorso gli stranieri assunti sono diminuiti.

L’aumento degli occupati si è avuto soprattutto nel settore dell’industria in senso stretto, nell’agricoltura e nel settore alberghiero e della ristorazione. Si segnala che continuano a crescere, di 94 mila unità, pari a un + 2,8%, gli occupati a tempo parziale, anche se si tratta, come afferma l’Istat stesso, ancora una volta, di part-time involontario.
Da segnalare altresì che il tasso di disoccupazione giovanile (ovvero di persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni) in questo trimestre è aumentato passando dal 24,7% dello stesso trimestre del 2010 al 26,5%: il picco negativo lo hanno raggiunto le giovani donne residenti nel Mezzogiorno: il 39% di disoccupate.
occupati per regione

Anche l’INPS non offre un quadro roseo della situazione occupazionale, infatti nel 2012 si prevede che gli ammortizzatori sociali vengano utilizzati ancora in maniera sostenuta. I calcoli dell’INPS sono stati effettuati sulla base della valutazione dell’andamento complessivo della cassa integrazione nel 2011.
Nel mese di dicembre, rispetto a quello di novembre 2011, le ore autorizzate sono state inferiori del 24% e nell’arco del 2011 c’è stata una diminuzione di tale ore di CIG del 20% rispetto al 2010. Ciononostante, l’ammontare complessivo di tali ore sfiora il miliardo. Un numero consistente che comunque, anche se in diminuzione rispetto all’anno precedente fa prevedere il permanere dell’utilizzo della CIG anche per questo 2012. Dichiara il segretario della CISL Giorgio Santini, che “il trend di riduzione manifestatosi negli ultimi mesi non può considerarsi in alcun modo definitivo, se si tiene presente che stiamo entrando in recessione economica e che le vertenze aziendali aperte presso il Ministero dello sviluppo economico sono 230 per un totale di 300.000 lavoratori coinvolti e che ciò potrebbe tradursi in nuove richieste di cassa integrazione nei prossimi mesi. Per di più aumentano del 2,7% le domande di indennità di disoccupazione rispetto allo stesso periodo del  2010, indennità che spetta ai lavoratori meno tutelati perché esclusi, per settore di appartenenza o per tipologia contrattuale, dalla cassa integrazione e dall’indennità di mobilità. Ecco perchè nessun intervento sul mercato del lavoro può prescindere da un piano di sviluppo produttivo e di incentivi alla crescita che sono assolutamente urgenti”.

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