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Mercato del lavoro in Toscana

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Mercato del lavoro in Toscana

Presentato a Firenze il rapporto sul Mercato del lavoro 2013 a cura dell’IRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica in Toscana), mentre la Regione prepara la delibera per far fronte all’emergenza cassa integrazione

Il lavoro in Toscana tiene, anche se con un progressivo indebolimento di cui fanno le spese soprattutto i giovani. Ciononostante, il mercato del lavoro toscano è più stabile rispetto alla media italiana. Con un ma: i nuovi posti di lavoro sono con contratti non strutturati e atipici.

Un quadro in graduale peggioramento, quello del lavoro in Toscana, anche se la situazione è migliore rispetto alle altre regioni del Centro Nord.
Secondo il rapporto IRPET appena presentato, gli occupati sono diminuiti di 1,1 punti a fronte di una caduta del PIL (Prodotto Interno Lordo) di 4,5 punti. Secondo gli economisti in Toscana è attivo il processo di “resilienza”, ovvero la capacità di resistere ai fattori negativi introdotti dalla crisi. Grazie agli ammortizzatori sociali e alla flessibilità, il mercato del lavoro toscano ha retto meglio di quanto ci si sarebbe aspettato di fronte a questa forte caduta del PIL.

Inoltre, dall’analisi di avviamenti e cessazioni registrati dai centri per l’impiego, si conferma la capacità di reazione (con 7 mila posti di lavoro in più a fine 2011 rispetto al 2007), seppur con un evidente peggioramento della congiuntura, attestata dai 51 mila rapporti di lavoro dipendente in meno fra il 1 luglio 2008 e il 30 giugno 2012. Nei primi sei mesi del 2012 gli avviamenti sono diminuiti di 5 mila unità rispetto al 2011 e di 15 mila rispetto al 2008.

In pratica si potrebbe dire che è in atto una sorta di cambio della guardia, laddove i posti di lavoro a tempo indeterminato vanno a ridursi sempre più per lasciare spazio a lavoratori a progetto o con altre forme non strutturate (lavoro intermittente, domestico, ecc.), che sono aumentate del 66% dal 2008 al 2012.

Eppure alcuni settori, come quelli del servizio pubblico, ancora assorbono dipendenti: nel periodo 2008-2012 sono aumentati di 9mila unità quelli dell’istruzione, di 4mila unità la sanità, di 700 quello ricerca e sviluppo e di 600 l’informatica.
Nel manifatturiero invece vanno bene solo la pelletteria (+4.500 unità), le macchine elettriche (+400) e l’industria alimentare (+626).
Sono in aumento anche le posizioni di lavoro nelle “utilities” (+700) e nei servizi di vigilanza (+4 mila).

All’interno del settore manifatturiero troviamo delle differenze: la metalmeccanica ha una caduta graduale e progressiva (-10 mila rapporti di lavoro fra luglio 2008 e giugno 2012), il Made in Italy mostra una flessione consistente nella prima fase della crisi (-12 mila rapporti di lavoro dipendente) a cui segue un più deciso miglioramento ( +4 mila), nel biennio 2010-2011, interrotto però dall’incedere della double –dip (-600 rapporti di lavoro dipendente).

Come ormai viene denunciato da ogni mezzo di informazione e istituto di ricerca, la crisi lavorativa ha colpito soprattutto i giovani: la disoccupazione della fascia di età 15-24 anni è raddoppiata passando dal 15% al 30%. Se si considera la fascia di età fino a 29 anni la disoccupazione è del 20%.
Circa 18 giovani su 100 appartengono oggi ai Neet (giovani che non studiano e non lavorano). Nel 2008 erano 13 su 100. Fra i Neet la prevalenza degli inattivi è maggioritaria (62%), così come la quota di giovani senza esperienze di lavoro (41%).

Analizzando i dati a livello nazionale si nota però che nel complesso la caduta occupazionale in Toscana è stata solo dell’1,1% dal 2008 al 2012, dunque inferiore a quella registrata a livello nazionale (-2,2%), di Lombardia (-1,6%), Piemonte (-2,1%) e in linea con quella del Veneto (-1,1%). Fra il 2012 ed il 2011 poi, l’andamento degli occupati è migliore in Toscana rispetto a quella delle altre regioni: -1,1 % (Piemonte), +0,2% (Lombardia), +0,1% (Veneto).

Siccome il mercato del lavoro riflette con ritardo l’evoluzione del ciclo economico, la cattiva notizia è che per i prossimi mesi è previsto un peggioramento. Infatti, a fronte di una stagnazione della forza lavoro occupata, il tasso di disoccupazione dovrebbe salire nel 2013 fino al 9%; il livello più elevato dal 1990.

L’assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione Simoncini ha così commentato questi dati: “la Toscana ha dimostrato di saper reagire, mostrando fino ad oggi una sostanziale stabilità occupazionale, pur in un quadro di rallentamento dell’economia. Certo, il ricorso agli ammortizzatori sociali ha continuato a crescere ed è stato essenziale per la tenuta sociale, rendendo il mercato del lavoro toscano più stabile. Detto questo siamo di fronte a una situazione destinata a peggiorare e che sul piano sociale è sempre più pesante. La Toscana ha fatto e fa la sua parte, ma serve un governo e una politica nazionale che metta al più presto il lavoro e lo sviluppo al centro della sua azione”.

L’allarme per la Cassa Integrazione

E parlando di ammortizzatori sociali lo stesso assessore ha rilanciato l’allarme per la questione della Cassa Integrazione Guadagni in deroga: “da gennaio ad oggi” ha spiegato l’assessore “la Regione Toscana ha ricevuto 5029 domande di cassa integrazione in deroga, per un totale di 21776 lavoratori, mentre le nuove domande di mobilità sono state 558, cui si aggiungono quelle autorizzate a cavallo fra il 2012 e il 2013, che sono in tutto 1048. A fronte di questi numeri, alla Toscana sono stati assegnati dal ministero del lavoro, secondo un primo riparto, 33 milioni di euro, che appaiono già insufficienti per fare fronte alle domande pervenute fino ad oggi, per le quali la cifra impegnata supera già i 75 milioni di euro”.

Per far fronte alla situazione l’assessore ha deciso di proporre alla giunta una delibera che, preso atto che le risorse ad oggi assegnate alla Regione non sono sufficienti a soddisfare tutte le domande di ammortizzatori sociali in deroga relativi al 2013, per autorizzare un più ampio numero di trattamenti modifica le “Linee guida”, che saranno discusse la prossima settimana nella Commissione regionale tripartita (l’organo dove avviene la concertazione preliminare con le parti sociali e le istituzioni per ogni provvedimento che riguarda il lavoro).

“Ma se il parlamento non interverrà quanto prima per garantire la copertura per la cassa integrazione in deroga per tutto il 2013” ha continuato l’assessore, “le risorse assegnate basteranno a coprire il fabbisogno soltanto fino a luglio. Anche per questo la situazione d’incertezza politica che si sta vivendo in questi giorni rischia di scaricarsi pesantemente sulle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici”.

Contrastare la crisi occupazionale

Dal canto suo, la Regione da tempo cerca di contrastare in ogni modo la crisi occupazionale. Tra le iniziative di cui questo giornale si è fatto portavoce, ricordiamo la nuova legge per l’imprenditoria giovanile e femminile, con la normativa sui tirocini nell’ambito di Giovanisì, che punta alla riaffermazione della funzione formativa del tirocinio, che prevede un consistente incentivo in caso di assunzione, dopo la fine dello stage, del tirocinante, a tempo indeterminato o determinato. Fra le novità a sostegno dell’occupazione ricordiamo anche la “dote” a favore dei lavoratori licenziati: un pacchetto integrato che coniuga il tradizionale meccanismo degli incentivi agli interventi sulla leva fiscale e comprende anche l’ambito formativo con l’obiettivo di rendere davvero appetibile per le aziende l’assunzione di lavoratori e lavoratrici in mobilità o licenziati e dare a questi una nuova opportunità di entrare nel mercato del lavoro.
A questi si devono aggiungere i tirocini formativi, il fondo per l’anticipo della Cassa integrazione ai lavoratori senza stipendio da almeno due mesi, il fondo di garanzia per i lavoratori atipici, l’integrazione al reddito dei lavoratori con contratto di solidarietà.

Nonostante tutte le risorse impiegate, è comunque grande la preoccupazione per la situazione dì incertezza presente a livello nazionale “proprio quando ci sarebbe bisogno di un governo in grado di rilanciare politiche per lo sviluppo e di mettere il lavoro al centro della propria azione” ha detto l’assessore Simoncini. “Questa incertezza, insieme ai problemi legati alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali, determina un forte malessere sociale che diventa giorno dopo giorno insostenibile. La Toscana fa la sua parte, ma non può essere lasciata da sola”.

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