Made in Italy

Campagna “Cibo 100% Made in Italy”

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Una campagna mondiale di promozione strategica per la valorizzazione del prodotto italiano in rapporto al fenomeno dell’italian sounding promossa dalla Camera dei Deputati e dal MISE con il contributo della Rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE)

Per combattere il fenomeno dell’Italian Sounding e tutelare i consumatori stranieri, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Camera dei Deputati hanno deciso di realizzare – con il contributo della CCIE – una Campagna internazionale per valorizzare i prodotti 100% italiani. L’obiettivo è quello di incrementarne la conoscenza e il consumo in mercati esteri target, ovvero quelli in cui sono maggiormente diffusi prodotti che evocano il nostro Paese ma non sono di origine italiana.

Il Progetto si chiama “Valorizzazione e promozione del prodotto agroalimentare italiano autentico” e per attuarlo si utilizzeranno le risorse stanziate per il Piano Straordinario Made in Italy (Legge di stabilità 2015 – art. 1, comma 202 – L. n.190 del 23.12.2004).

In particolare, il progetto coinvolge 9 Camere di Commercio Italiane all’Estero operanti nei mercati critici in cui i prodotti italiani sono molto ricercati e le aziende scorrette ne approfittano inventano marchi e confezioni che fanno pensare al nostro Paese ma che nulla hanno a che vedere con esso. Tali mercati sono quelli degli Stati Uniti, del Canada e del Messico. Così le Camere di commercio italiane che si trovano in questi Paesi realizzeranno, nel biennio 2016-2017, una serie di iniziative promozionali, in Italia e all’estero, grazie a uno stanziamento complessivo di 7,5 milioni di euro.

 

Bisogna ricordare che, a livello mondiale, il mercato della contraffazione alimentare, insieme a quello dell’Italian Sounding, continua purtroppo a nutrire un giro di affari che si aggira intorno ai 60 miliardi di euro (stime 2010), ovvero quasi la metà dell’intero fatturato dell’Industria alimentare italiana (132 miliardi di Euro) e più di due volte il suo export (27 Miliardi di Euro).

Di questi 60 miliardi, circa 6 riguardano la contraffazione vera e propria e i restanti 54 miliardi l’imitazione dei nostri prodotti.

Fra il 2001 e il 2010 il fenomeno dell’Italian Sounding è aumentato del 180%, e si calcola che oggi incida per il 25% sull’export complessivo del comparto.

Contraffazione e Italian Sounding sono particolarmente diffusi nel Nord e Centro America, dove – in base alle elaborazioni di Federalimentare – registrano percentuali sconcertanti. Sono imitazioni, infatti:

– il 97% dei sughi per pasta;

– il 94% delle conserve sott’olio e sotto aceto; 

– il 76% dei pomodori in scatola;

– il 15% dei formaggi.

 

Il Progetto “Cibo 100% Made in Italy” racchiude diverse iniziative, implementate anche con il supporto dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (AICIG), del Sistema camerale italiano e delle principali Associazioni di categoria del settore.

Tra le principali iniziative ci saranno le seguenti:

–          incoming di operatori del settore food in Italia,

–          incoming educational per opinion leader e influencers dei Paesi target,

–          formazione per operatori del settore food,

–          eventi di promozione,

–          un ampio piano di comunicazione e animazione sui territori in Italia e all’estero. 

 

In particolare, il progetto “Valorizzazione e promozione del prodotto agroalimentare italiano autentico” coinvolge le CCIE di Montreal, Toronto, Vancouver, Chicago, Houston, Los Angeles, Miami, New York, Città del Messico.

Esso si rivolge a importatori, distributori, responsabili acquisti catene alberghiere e specialty stores, chef, food blogger, giornalisti settore, nutrizionisti, testimonial e opinion leader legati al mondo food e wellness.

 

Si partirà con la creazione di un database per le categorie target individuate, con sensibilizzazione dei contatti e loro coinvolgimento in tutte le iniziative; poi si passerà alle seguenti azioni

– selezione influencers per incoming educational in Italia;

– selezione operatori food per azioni incoming in Italia per visite aziendali e incontri BtoB;

– realizzazione negli Stati Uniti e in Canada di 16 masterclass con la partecipazione di chef, nutrizionisti, addetti alle vendite, per un totale di circa 600 operatori;

– realizzazione di 20 eventi promozionali in Canada e USA;

– realizzazione di una campagna di comunicazione social per la promozione delle attività e  il coinvolgimento degli influencers;

– realizzazione di uno storytelling di progetto e di un sito web dedicato;

– realizzazione di una pubblicazione multicanale su olio EVO 100% Made in Italy.

 

Con tali azioni si riuscirà ad incrementare la quota di export delle piccole e medie imprese agroalimentari italiane e contrastare la diffusione dell’Italian sounding nei principali mercati di Canada e Stati Uniti.

 

Il progetto “Cibo 100% Made in Italy” è stato presentato il 26 novembre a Montecitorio dal Viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, dalla Vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione Colomba Mongiello e dal neopresidente di Assocamerestero Gian Domenico Auricchio.

L’on.le Mongiello ha detto in tale occasione: “ho proposto l’emendamento alla Legge di Stabilità per il 2015 da cui trae origine il progetto perché credo che, finalmente, il Governo italiano abbia idee e strategie per promuovere l’agroalimentare Made in Italy all’estero. L’Italian sounding è la forma di contraffazione più diffusa all’estero ed è un fenomeno sostanzialmente privo di tutela giuridica che colpisce particolarmente le piccole e medie imprese che offrono al mercato prodotti 100% Made in Italy: aziende che custodiscono e innovano la nostra millenaria cultura agricola e artigianale, tutelano e valorizzano la nostra ricchissima biodiversità, che trasformano in sapori e odori territori di una bellezza spettacolare. Aver inserito questa misura nel Piano straordinario per il Made in Italy – e ringrazio il vice ministro Calenda insieme all’intera struttura del MiSE per la collaborazione offerta affinché si realizzi attraverso l’efficiente rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero – ha rafforzato la qualità e l’impatto della strategia di promozione del cibo italiano ed ampliato le opportunità di diffusione nell’intera catena distributiva – dalla gastronomia all’ipermercato; dal ristorante al catering – per consentire ad una porzione più ampia di consumatori di compiere una scelta d’acquisto consapevole”.

 

“Il giro d’affari dei prodotti Italian sounding” ha aggiunto Gian Domenico Auricchio, neopresidente di Assocamerestero, “ci dice che nel mondo esiste una significativa domanda di Italia ancora tutta da intercettare. Dietro questa domanda ci sono operatori del trade, opinion leader, giornalisti di settore, capaci di comprendere – se coinvolti nelle nostre azioni di marketing – il valore delle produzioni autentiche italiane e di testimoniarlo a fasce sempre più ampie di consumatori. Per questo il progetto si avvale della rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero , che coinvolge e aggrega le community che consumano e vendono prodotti italiani. Le 79 CCIE in 54 paesi del mondo sono un partner fondamentale per l’Italia soprattutto perché riescono a mettere insieme opportunità d’affari e alleanze strategiche, integrando così l’azione di promozione nell’interesse del Made in Italy. Ecco perché auspichiamo fortemente che Governo e Parlamento vogliano intervenire durante la discussione alla Camera dei Deputati sul DDL Stabilità per reintegrare il cofinanziamento pubblico alle CCIE, ridotto in questi anni di circa l’85%”.

 

All’incontro è intervenuto anche il Segretario Generale di AICIG Pier Maria Saccani, che ha così commentato: “Grazie da parte dei Consorzi dei prodotti DOP e IGP al Viceministro Calenda e al Ministro Martina, che ci hanno sempre coinvolti in questa fondamentale iniziativa per lo sviluppo dei mercati esteri. Un ringraziamento anche all’onorevole Mongiello per aver organizzato questo incontro. L’informazione del consumatore ma anche le attività di formazione degli operatori del settore possono contribuire alla diffusione delle produzioni DOP e IGP. La collaborazione tra AICIG e Assocamerestero è proprio rivolta a queste specifiche attività. I Consorzi faranno la loro parte”. 

(D.M.)

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