Campagna antiviolenza

Giornata contro i femminicidi politici

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Il 9 gennaio si celebra la giornata contro i femminicidi politici. Ecco le dichiarazioni degli Stati Generali delle Donne

Questa data è stata scelta nella dichiarazione finale della prima conferenza delle donne del Medio Oriente per onorare tre militanti curde, in esilio a Parigi e impegnate per la pace del loro popolo, uccise tra il 9 e il 10 gennaio 2013. Queste tre donne “rappresentavano tre generazioni, impegnate a diversi livelli e in diversi settori della politica attiva”.

Pochi giorni fa hanno ucciso la sindaca messicana poche ore dopo il suo insediamento, aveva promesso di lottare contro i narcotrafficanti (erano già stati assassinati figlio e marito). E ancora un altro triplice femminicidio politico a Silopi! Sono state uccise altre tre attiviste curde, molte sono le donne coraggiose che combattono una dura guerra contro l’Isis, per difendere il progetto di autonomia democratica.
Ma la violenza viene perpetrata ogni giorno, nelle famiglie, nelle città, nelle periferie,sul lavoro.
Oggi nel napoletano un uomo ha ucciso la compagna e la figlia di 4 anni.
Ogni giorno continua lo stupro silenzioso delle donne lavoratrici nelle campagne a Ragusa.

Sulla vergogna di Capodanno

“Ciò che è accaduto a Colonia e in altre città della Germania, è un episodio criminale di violenza maschile di genere “Sono stata toccata ovunque, è stato un incubo. Anche se abbiamo gridato e li abbiamo colpiti, loro non si sono fermati. Ero disperata e penso di essere stata palpeggiata circa cento volte in duecento metri. Per fortuna indossavo dei pantaloni e una giacca. Una gonna probabilmente mi sarebbe stata strappata via»”leggiamo sulla stampa.
Le violenze dell’ultimo dell’anno in Europa hanno origine da una strategia per alimentare la paura nelle donne e il rifiuto per l’immigrazione.
NON CI CASCHIAMO.
Nell’Unione europea una donna su due è stata vittima di violenze fisiche o sessuali. Per certi maschi tedeschi, il carnevale o l’Oktoberfest non sono divertenti senza qualche “palpatina”. Fin troppo spesso la colpa viene data alle vittime: la gonna troppo corta, lo sguardo troppo invitante. Succede a Colonia come in piazza Tahrir al Cairo o al parco Gezi di Istanbul.
Gli uomini che molestano le donne sono uguali in tutto il mondo. E in più questa volta la violenza ha obiettivi politici destabilizzanti.
Noi donne non ci lasciamo intimidire e non caschiamo certo nel razzismo!
“Lo sforzo che occorre è che l’occidente tutto ma anche i movimenti delle donne occidentali guardino alle donne musulmane con il rispetto per le differenze.”
Insieme dovremo affrontare tutte le forme di violenza sulle donne ovunque, compreso il rapporto dell’Islam con le donne, quando impregnato di violenza e di politica.

“Non è facile affermarlo, ma si è detto di come la condizione della donna islamica è stata usata dall’occidente, maschile soprattutto, che in patria negava i diritti alle donne occidentali, proprio in chiave colonialista e anti-islamica , come simbolo dell’arretratezza di quella civiltà e quasi a fomentare un’ostilità nei loro confronti. …tutte le intellettuali islamiche e non solo , hanno come denominatore comune un aspetto fondamentale: discutono criticano e analizzano la loro cultura d’origine e alla quale fanno riferimento, l’Islam. Non c’è contraddizione infatti tra essere musulmane e avere i propri diritti.
E’ il gioco degli integralisti, essere musulmani non implica automaticamente dover accettare disuguaglianza e oppressione. L’identità musulmana non disturba l’uguaglianza e la democrazia.

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