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DdL cinema: incentivi per chi gestisce le sale d’essai

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DDl Cinema: approvata la legge che favorisce una maggiore fruizione del cinema: più sostegno, sotto forma di finanziamenti e sgravi fiscali, a chi desidera aprire nuove sale, modernizzare quelle esistenti, ripristinare quelle inattive. Con attenzione ai cinema che programmano i film d’autore

Secondo i suoi promotori porterà un cambiamento strutturale e strategico: approvata al Senato il 3 novembre 2016, il DDL Cinema “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”, attesa da mezzo secolo da chi lavora nella settima arte, entrerà in vigore il 17 gennaio 2017 con i decreti attuativi. Con il nuovo anno gli autori e gli imprenditori del cinema potranno fruire del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo, che unifica finanziamenti e agevolazioni attuali del Fus Cinema e del Tax Credit e che porta circa 400 milioni annui di risorse certe (circa il 60% in più rispetto a oggi) per tutto il “sistema cinema”.

Nel DDL Cinema è previsto un piano straordinario che in cinque anni (dal 2017 al 2021) eroga 120 milioni di euro per la riapertura di sale cinematografiche dismesse, la creazione di nuove sale e la ristrutturazione di sale attive, compresa la trasformazione da locale unico a multisala.
Agli esercenti cinematografici viene riconosciuto un credito d’imposta in misura non inferiore al 20% e non superiore al 40% delle spese complessivamente sostenute per questo tipo di interventi, compresa l’installazione di nuovi impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori delle sale.

Al fine di facilitare la riattivazione delle vecchie sale cinematografiche, si agevola il riconoscimento di dichiarazione di interesse culturale. E si favorisce la conservazione e valorizzazione delle sale considerate storiche, attraverso il vincolo della destinazione d’uso. Sono da considerarsi storiche le sale antecedenti al 1980, collocate in palazzi antichi, o che contengono sale o arredi di interesse storico, con riferimenti evidenti alla cultura, arte, identità nazionale.

“L’esercizio cinematografico, che non poteva più essere trascurato, è stato rimesso al centro del sistema” dichiara Luigi Cuciniello, Presidente ANEC, Associazione Nazionale Esercenti Cinema. “Dai decreti attuativi ci aspettiamo la decisiva svolta per nuovi investimenti e per lo sviluppo dell’offerta di cinema in Italia. L’Anec, per esempio, sta lavorando per far sì che nei decreti attuativi si traduca il principio di adeguati incentivi per tutte le tipologie di sale, dalle monosale alle sale d’essai, fino alle multisale e grandi multiplex, nell’interesse del cinema italiano e di tutto il mercato cinematografico del nostro Paese, anche per superare anche alcune gravi distorsioni strutturali, come la mancanza di una programmazione delle uscite con conseguente e ormai inaccettabile carenza di film nelle sale durante il periodo estivo.”

Con l’obiettivo di potenziare la visibilità dei film nazionali, agli esercenti è anche destinato un credito d’imposta commisurato ad un’aliquota massima del 20% sugli introiti derivanti dalla programmazione di opere italiane, in particolare nelle sale dei piccoli centri, con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, dove spesso il cinema d’autore non riesce ad arrivare. Anche le sale delle comunità religiose, quelle gestite da associazioni culturali e da circoli cinematografici, che in linea generale propongono film d’autore prevalentemente italiani ed europei, con buona percentuale di documentari, opere indipendenti e di sperimentazione, e che rappresentano la rete dei cosiddetti cinema “d’essai”, possono beneficiare di questo sostegno.

“Dal punto di vista complessivo non possiamo non dare un giudizio prevalentemente positivo sulla nuova legge cinema” commenta Domenico Dinoia, Presidente FICE, Federazione Italiana Cinema d’Essai. “Ci sono maggiori risorse, ed una significativa attenzione viene riservata anche alle sale cinematografiche, in particolare alle sale d’essai che sicuramente danno molta visibilità al cinema italiano ed europeo d’autore. Naturalmente potremo verificarlo solo nell’entrata in vigore dei decreti attuativi previsti dalla legge e che stabiliranno criteri e modalità, oltre alle quantità degli incentivi destinati ai diversi settori. Se si vuole favorire la crescita del nostro cinema non si può non partire dagli oltre 800 schermi d’essai che fino ad oggi con enorme fatica e coraggio hanno garantito visibilità a tanto cinema d’autore italiano Per non parlare delle tante opere di cinematografie poco conosciute, che pur vincendo prestigiosi premi nei più importanti festival non sarebbero mai arrivati al pubblico italiano, senza il forte circuito d’essai. Ci auguriamo quindi che nei decreti attuativi sia maggiormente riconosciuto il ruolo dell’esercizio d’essai, e che si realizzi attraverso di esse anche una grande campagna di formazione cinematografica in collaborazione con le istituzioni scolastiche, finalizzata a far conoscere alle nuove generazioni tanto bel cinema spesso ignorato e nascosto dalle grandi produzioni.”

E Dinoia prosegue segnalando una delle maggiori difficoltà incontrata dai gestori delle sale d’essai, ossia l’accesso ai film. “La scarsa capacità contrattuale nei confronti della distribuzione mette la piccola sala in una condizione di sudditanza nei confronti delle major che sono in grado di ‘ricattare’ l’esercizio minore. E ad affliggere le piccole monosala o bisala di paese è anche la mancanza della multiprogrammazione. Oggi con l’avvento delle multisala e dei multiplex che programmano giornalmente decine di film contemporaneamente è assurdo pensare che una monosala possa sopravvivere con un solo film per diverse settimane. Questa stortura è solo italiana, in quanto, in tutti gli altri Paesi europei e non, da anni è garantita alle piccole sale la multiprogrammazione. Tra l’altro questa pratica oltre a garantire una maggiore sostenibilità della gestione della sala, migliora l’offerta cinematografica nella cittadina e dà la possibilità alle distribuzioni minori di trovare un loro spazio, a beneficio di tutto il mercato.”

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