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Piano 2019-2021 per l’internazionalizzazione delle imprese del Lazio

Grafico export Lazio vs Italia

La Regione Lazio ha approvato il Piano per l’internazionalizzazione del sistema produttivo del Lazio 2019-2021 mettendo a disposizione delle aziende 18 milioni di euro per aiutarle a inserirsi mei mercati esteri

Le aziende laziali che si doteranno di competenze tecnologiche o di management allo scopo di partecipare a fiere internazionali o realizzare studi e progetti di mercato per inserirsi nei mercati esteri potranno accedere ai fondi stanziati dal Piano per l’internazionalizzazione del sistema produttivo relativi al triennio 2019-2021. Si tratta di 18 milioni di euro (15 dei quali finanziati con fondi europei del POR FESR 2014-2020) che potranno essere utilizzati per proiettarsi sui mercati esteri o per consolidare le esportazioni, anche attraverso l’acquisizione di competenze specifiche, come quelle del management e in particolare:
– program manager (in ausilio nel percorso di internazionalizzazione),
– innovation manager (per l’accompagnamento all’innovazione tecnologica)
– export manager (utile ad esempio nell’analisi dei mercati target).

Il Piano prevede anche interventi diretti: 2,7 milioni di euro di fondi regionali destinati all’internazionalizzazione attraverso diversi bandi il primo dei quali si aprirà a fine giugno.

L’Export del Lazio

Il Lazio è la sesta regione italiana per export di beni dopo Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana ed è la seconda per export di servizi. Nel 2017 il valore delle esportazioni delle imprese della regione ha raggiunto i 23 miliardi di euro con una crescita di oltre il 17% rispetto all’anno precedente.
Nel 2017 le imprese esportatrici erano circa 11.000 (+13% rispetto al 2010). Dal 2010 al 2017 il Lazio ha fatto registrare la migliore performance di crescita dell’export: +53% rispetto al +33% della media nazionale.
Per numero di imprese esportatrici la quota del Lazio sul totale nazionale è del 5,6% (maggiore di quella del valore dell’export pari al 5,1%) e si trova al sesto posto tra le regioni italiane: la Lombardia è al primo posto con quasi il 33%, seguita dal Veneto con il 15%, poi Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, con valori compresi tra 9% e 12%.

I Paesi che richiedono il “Made in Lazio”

Il 61% delle esportazioni del Lazio avviene verso i Paesi dell’UE ma è significativa anche la penetrazione del “Made in Lazio” nell’America settentrionale (13%) e l’Asia orientale (9%).
Tra il 2010 e il 2017 la presenza commerciale delle imprese laziali nelle aree più distanti è aumentata notevolmente: in America settentrionale, in Asia orientale e in Oceania il valore dell’export è raddoppiato.
I principali mercati geografici per le imprese del Lazio restano comunque i grandi Paesi occidentali dell’UE: Germania, Francia, Spagna, Belgio e Regno Unito. Da notare però che al terzo posto per import delle imprese laziali ci sono gli USA.

I settori trainanti

I settori merceologici che hanno maggior richiesta estera sono:
– chimico farmaceutico (in particolare provenienti dai territori di Latina, Frosinone e Roma);
– metallifero e in particolare “metalli di base e prodotti in metallo” (soprattutto nel territorio di Roma);
– trasporto, con il comparto “mezzi di trasporto”;
– macchinari e apparecchi (4,2%);
– computer e prodotti elettronici (3,8%);
– prodotti alimentari, bevande e tabacco (3,1%).

Le eccellenze del Lazio

Il Lazio vanta diverse filiere produttive e tecnologiche di eccellenza, in particolare:
– Cinema, Audiovisivo e produzioni creative.
Il Lazio è la prima regione per investimenti nel settore audiovisivo con 22 milioni di euro nel 2017 nonché per numero di imprese nel comparto, con circa il 30% del totale. Gli addetti del settore sono quasi 10.000, pari ad oltre il 40% del totale nazionale.
Da sottolineare che il Lazio attrae circa tre quarti delle produzioni cinematografiche finanziate in Italia.
– Aerospazio e Sicurezza.
Il Lazio ospita circa 250 imprese di varia dimensione in questo settore, con 23.500 addetti che generano circa 5 miliardi di fatturato, di cui quasi il 30% in esportazioni.
Un comparto che rappresenta un’eccellenza della ricerca, grazie ai suoi 10 grandi centri di ricerca internazionale, 4 facoltà di ingegneria con diversi dipartimenti e corsi di laurea sulle tematiche dell’aerospazio.
– “Life sciences”.
Ritroviamo qui circa 230 imprese che fatturano intorno ai 10 miliardi di euro e contano 18.000 addetti, di cui oltre la metà impegnati nella ricerca e sviluppo. Da considerare anche 8 università con dipartimenti nell’area biomedica e farmacologica, 13 centri di ricerca pubblici e altri 10 privati di rilievo nazionale, e 3 istituti di ricerca europea.
– Agroindustria.
Una filiera che realizza un fatturato annuo di circa 6,3 miliardi di euro, anche se le esportazioni sono solo il 9%. Si stima operino in questa filiera circa 3.400 imprese e 17.000 addetti. Particolarmente importante la presenza del Centro Agroalimentare Roma (CAR).
– “Green economy”.
Un grande aggregato dal momento che il Lazio è la quarta regione italiana per numero di imprese green, con l’8% del totale. Un dato dovuto al fatto che nella regione hanno il loro quartier generale le principali strutture nel comparto energetico (ENEL, ENI, Terna, GRTN).

Il commento dell’assessore allo sviluppo economico del Lazio

“Continuiamo la nostra azione per ‘aprire’ l’economia del Lazio verso nuovi mercati” ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico Gian Paolo Manzella. “Il ‘Made in Lazio’ ha moltissime realtà di eccellenza, che dobbiamo valorizzare. Sono sicuro che una volta fatto il primo passo saranno capaci di farsi largo da sole. A questo serve il Piano approvato, che sarà subito concreto: a fine giugno è previsto infatti il primo bando, risorse europee che aiuteranno le nostre imprese ad essere più forti e competitive.”
Secondo l’assessore l’export del Lazio è “in qualche modo polarizzato in settori trainanti, come la farmaceutica, l’automobilistico, il chimico”, obiettivo del Piano, invece, è quello di rendere più competitive a livello internazionale tutte le PMI della Regione aiutando le aziende tanto a rafforzare la propria posizione sui mercati tradizionalmente più “ricettivi” come Germania, Francia, Spagna e Inghilterra, quanto ad individuare quelle nuove frontiere da cui gli analisti si attendono grandi crescite in termini di volume di scambi commerciali. A partire da Stati Uniti e Russia fino ad arrivare agli Emirati Arabi Uniti con la vetrina dell’Expo 2020 di Dubai.

Unbound London 2019

Nel contesto ricordiamo che l’ICE (la nostra agenzia nazionale per il commercio con l’estero) organizza una partecipazione collettiva per le start-up laziali alla fiera UnBound che si svolgerà a Londra il 17 e 18 luglio 2019 presso il centro espositivo Old Truman Brewery. Si tratta di una manifestazione internazionale che si tiene ogni anno a Londra, Singapore, Bahrain e Miami e che rappresenta una delle più prestigiose Convention del settore digitale e del tech.
L’ICE Agenzia vuol creare una piattaforma di connessione tra le start-up partecipanti e il network strutturato di Londra (potenziali investitori, grandi aziende e marchi) in considerazione del fatto che il Regno Unito è al primo posto tra gli investitori globali in Europa e al quinto tra quelli internazionali dopo Cina, USA, India e Brasile. Inoltre, è il terzo cluster mondiale dopo San Francisco e New York per numero di investimenti di venture capital.

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