Il rapporto Irpet è stato presentato il 15 luglio presso la sede della Regione Toscana e ha messo in luce le reciproche relazioni tra economia e Covid
Economia e Covid ormai sono collegati ma la Toscana, come afferma il presidente Rossi, è una regione forte e dagli investimenti arriverà la spinta per la ripresa.
Economia e Covid: forte calo del Pil, ripresa produttiva lenta e aumento delle disuguaglianze
La crisi causata dall’emergenza sanitaria si è inserita in una situazione già precaria perché indebolita dalla crisi 2008. Si è così venuto a creare da una parte un impoverimento e conseguente aumento delle disuguaglianze e dall’altra una contrazione della capacità produttiva. Si rende pertanto necessario “ricostruire”, pianificando investimenti e riforme. Questo, in estrema sintesi, il quadro poco confortante che emerge dal rapporto Irpet (Istituto regionale programmazione economica Toscana) curato da Stefano Casini Benvenuti, Leonardo Ghezzi e Nicola Sciclone ‘La situazione economica, il lavoro e le disuguaglianze in Toscana ai tempi del Covid’, presentato il 15 luglio.
Economia e Covid, l’indagine Irpet
Nei primi mesi 2020 si è assistito ad un crollo delle attività produttive e ad una diminuzione dell’export del 5,7%. Gli effetti sulla produzione industriale toscana indicherebbero un -21,9% nel primo quadrimestre, contro il -18,6% dell’Italia. Calo concentrato a marzo e aprile, sebbene il rallentamento fosse iniziato già a gennaio e febbraio per via dell’interruzione forzata delle importazioni cinesi di beni intermedi da cui dipendono gli approvvigionamenti di alcuni settori importanti dell’industria regionale. Crisi che si è estesa al mondo dei servizi, soprattutto quelli del tempo libero (turismo e ristorazione).
Economia e Covid, il mercato del lavoro
Rispetto al mercato del lavoro, le scelte del governo (blocco dei licenziamenti, estensione Cassa integrazione, sostegni ai redditi lavoratori autonomi) non hanno impedito in Toscana un calo del numero dei lavoratori, soprattutto giovani: tra il 30 maggio 2020 e il 30 maggio 2019 la differenza negativa è di 53mila addetti. Ai quali vanno aggiunti circa 638 mila unità (257mila coinvolti nella Cassa ordinaria o nel Fondo di integrazione salariale, 106mila soggetti alla cassa in deroga, 275mila che hanno richiesto l’indennità di 600 euro), ovvero il 40% della forza lavoro. Si tratta delle persone più a rischio disoccupazione, o di riduzione del reddito, una volta cessate le misure di sostegno.
Economia e Covid, l’impatto sulle imprese
A fine maggio il dato in calo più significativo riguarda le attività connesse al turismo: -29mila addetti. Più contenuto il dato del commercio al dettaglio (-7%) e ancor più di quello all’ingrosso (-3%). Cali anche nei comparti manifatturieri, soprattutto quelli soggetti a lockdown come la moda; maggiore la tenuta dei settori essenziali: cartario, chimica e farmaceutica, alimentare. Rispetto ai territori, brusco il calo di quelli a vocazione turistica e legati ai settori industriali più tradizionali (distretti aretino e pratese); meno evidente nei sistemi urbani (grazie alla possibilità degli addetti del terziario di operare in smart working).
Economia e Covid, l’analisi
La recessione causata dal virus sarà senza precedenti: le stime di caduta del Pil toscano 2020 sono dell’11%, più di quello italiano (-9%) a causa del peso di esportazioni e turismo sull’economia regionale, entrambi particolarmente colpiti. Il calo dell’export verso l’estero dovrebbe essere del 18,7%, in linea col dato italiano ma con un impatto maggiore a livello regionale. Il turismo interno non permetterà di sostituirsi al calo di quello proveniente dall’estero, con una spesa che si ridurrà di almeno il 40% (con previsioni più fosche del -70%). Le preoccupazioni maggiori, per i riflessi di lungo periodo, si concentrano sulla caduta degli investimenti (-16,2%), con contraccolpi pesanti sull’occupazione (seppur mitigati dagli interventi del governo). Senza poi contare, in caso di seconda ondata del virus, un’ulteriore perdita di Pil stimabile in 2.5-3 punti percentuali.
Economia e Covid, sguardo sul futuro
Una conferma di queste proiezioni anche nei tre anni successivi, con graduale ritorno alla normalità, comporterebbe nel 2021 un aumento del Pil toscano del 4,9%, contro il 5,8% dell’Italia, scarto causato soprattutto dal recupero più lento del turismo. Un successivo rallentamento nel 2022 (+1,1%) e una stabilizzazione nel 2023 (+0,9%), ovvero il tasso di crescita potenziale dell’economia toscana.
Economia e Covid, gli effetti indiretti
L’aumento delle disuguaglianze e della povertà rappresentano un altro effetto della crisi. Già prima dell’emergenza il reddito disponibile delle famiglie toscane si era contratto (-10% a fine 2019 rispetto al 2007), provocando un aumento della povertà assoluta che però non ha riguardato tutte le famiglie in ugual misura, ma è andato a colpire soprattutto quelle giovani, numerose e straniere. Tutte le indicazioni vanno nella direzione di un’ulteriore accentuazione delle disuguaglianze, non solo nella distribuzione dei redditi, ma anche sul fronte dell’istruzione, sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro (peso maggiore sulle donne) e sulla stessa esposizione al virus.
Economia e Covid. Il commento del presidente Rossi
La Toscana saprà riprendersi grazie ai propri asset e alla qualità esportata nel mondo ma occorrono investimenti e sblocco di opere che attendono da anni, per creare occupazione e ricchezza. Questa la risposta del presidente Rossi di fronte alla dura analisi emersa dal rapporto Irpet incentrato sugli effetti economici prodotti dall’emergenza sanitaria.
“Il rapporto” ha detto Rossi “fornisce un’analisi preoccupata e dolorosa della realtà toscana. Una realtà economica e sociale dolorosa. Ma questa realtà si può combattere, come del resto ci insegna la storia della Toscana negli ultimi 10 anni. Questo grazie agli asset di cui disponiamo e che in questi anni si sono distinti nella conquista dei mercati internazionali, grazie alla loro qualità. Disponiamo di tanti settori innovativi accanto ai quali però spiccano alcuni distretti storici come yacht e cantieristica navale, la farmaceutica, il cartario, la moda, l’agroalimentare, l’orafo, il marmo, la camperistica. Tutti con le proprie criticità attuali ma tali da rendere la Toscana una regione forte. Senza trascurare la capacità di attrazione degli investimenti per la quale siamo diventata la prima regione italiana”.
Economia e Covid. Uscire da una situazione complicata
La spinta per uscire da questa situazione complicata, resa ancor più difficile dall’emergenza sanitaria, può arrivare dagli investimenti. “Occorre passare” ha sottolineato Rossi “da una media annua di 2 miliardi a una di 5/6”. Quando siglò un anno fa il patto per lo sviluppo Rossi aveva in mente di accelerare le spese per la sanità, per l’assetto idrogeologico, per la scuola e per le infrastrutture, sbloccando le opere ferme. “Ci sono i soldi che potrebbero arrivare dal Mes (2,3 mld a interessi zero per la Toscana), dal recovery fund (a fondo perduto), quelli legati ai prestiti: una massa ingente di denaro e che andrà a sommarsi a quelli del bilancio Ue legati al nuovo settennato. Ho fiducia in questa regione e le crisi precedenti, recenti, hanno dimostrato che abbiamo saputo crescere, stando al passo delle regioni del Nord. Lavoro, sviluppo e occupazione sono i punti fondamentali”.
Il commento del direttore Irpet
Stefano Casini Benvenuti, direttore di Irpet, ha aggiunto: “L’emergenza sanitaria ha colpito duramente la Toscana proprio nei suoi due punti di forza di questi anni: export e turismo. La caduta del Pil, rispetto a quella del dato nazionale, è stata quindi più accentuata. Ci sarà una ripresa ma inferiore, dato che quella legata ai flussi turistici non sarà così rapida come per altri settori. La Toscana è frenata nella sua crescita, che non riesce ad essere superiore all’1% e solo ingenti investimenti pubblici possono diventare la chiave per far salire questo dato. Se questo avverrà, sommato alla ripresa di turismo e export, allora potremo essere ottimisti per il futuro”.
Link per scaricare il rapporto Irpet completo: http://www.irpet.it/wp-content/uploads/2020/07/irpet-rapporto-15-07-2020.pdf