La Regione Toscana e l’Agenzia regionale per l’impiego promuovono due misure per il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza
Le due azioni per il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, a sostegno della loro autonomia, rientrano nel progetto Ati, il piano della Regione Toscana per i diritti delle donne e sono finanziate con un primo stanziamento regionale di circa 420.000 euro.
Donne libere dalla violenza
Già sperimentati con successo nel biennio 2018-2019, i due interventi sono stati riconosciuti come buona pratica dalla Commissione europea e dal Cnr nell’ambito del progetto Viva (Valutazione analisi interventi di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne). Vediamo le due misure nel dettaglio:
Reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Misura 1
La prima misura prevede contributi diretti individuali per lo svolgimento di almeno due politiche attive del lavoro tra orientamento specialistico/bilancio di competenze, accompagnamento al lavoro o all’attivazione di un tirocinio, inserimento in percorsi formativi presso i Web Learning Point dei Centri per l’impiego, consulenza all’autoimpiego, inserimento in percorsi formativi di breve o di lunga durata.
I contributi saranno erogati sia sotto forma di indennità di partecipazione (500 euro una tantum) sia come indennità per la frequenza di percorsi formativi (per un massimo di 2.700 euro a seconda del percorso prescelto). A supporto dei percorsi formativi e di accompagnamento al lavoro potranno essere erogati anche contributi supplementari (fino a 1.000 euro). Sono previsti contributi a sostegno della mobilità geografica, attraverso rimborsi forfettari per i trasporti e contributi a sostegno della conciliazione vita-lavoro tramite voucher per l’acquisto di servizi rivolti a figli/e minori di 13 anni o in condizioni di non autosufficienza e/o disabilità certificate.
Reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Misura 2
La seconda misura sostiene invece tirocini di orientamento, formazione e inserimento lavorativo promossi dai Centri per l’impiego della Regione Toscana, da cooperative sociali o da altri enti del terzo settore. In questo caso il contributo, che non potrà superare 500 euro mensili (per un minimo di 2 mesi e un massimo di 12), verrà erogato ai soggetti che ospitano il tirocinio: datori di lavoro e imprese ed enti del terzo settore.
Come partecipare
Per fruire delle due misure sono stati pubblicati due appositi avvisi pubblici tramite Arti, Agenzia regionale toscana per l’impiego, che rimarranno aperti fino al 30 settembre 2022 (https://arti.toscana.it/web/arti/opportunita).
Tra i requisiti per l’accesso ai contributi: la residenza o il domicilio in Toscana; la presa in carico e l’inserimento in percorsi di protezione dalla violenza certificati dai Servizi Sociali territoriali o dai Centri antiviolenza o dalle Case Rifugio, lo stato di disoccupazione e la stipula di un Progetto per l’occupabilità presso un Centro regionale per l’impiego.
Giani durante la presentazione delle misure
“Di fronte alla violenza di genere” ha affermato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani “le istituzioni non possono soltanto limitarsi a condannare un fenomeno tanto brutale quanto drammatico, ma devono lavorare duramente sul piano educativo e culturale e mettere in campo azioni efficaci e concrete per dare più forza alle donne. Contro questa piaga che affligge la nostra società e che purtroppo riguarda anche la Toscana, la nostra priorità deve essere quella di offrire una prospettiva, perché è anche attraverso la fiducia nel futuro che possiamo combattere il silenzio e aiutare le donne a liberarsi denunciando le violenze che subiscono”.
La dichiarazione dell’assessora Nardini
“Il lavoro è cruciale per l’autonomia delle donne, e lo è ancora di più nel caso di vittime di violenza” ha affermato l’assessora regionale alla formazione, lavoro e pari opportunità Alessandra Nardini. “È un fatto importante che la giunta abbia garantito il finanziamento di queste azioni e conferma il nostro impegno a costruire un sistema articolato e organico di sostegno che consenta a tutte le donne che vivono questo dramma di uscirne e ricostruirsi un futuro. Abbiamo configurato i due nuovi avvisi facendo tesoro dell’esperienza di quelli precedenti, cercando di valorizzare punti di forza e superare le criticità che si erano presentate. Suggerimenti utili sono arrivati grazie ad un monitoraggio costante e partecipativo che ha visto il coinvolgimento degli stessi Centri Impiego, dei Centri Antiviolenza e dell’intero Tavolo Regionale contro la Violenza”.
Gli avvisi per il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza
“Gli avvisi” ha spiegato Simonetta Cannoni, direttrice di Arti “prevedono l’integrazione degli interventi con l’obiettivo di rispondere in modo flessibile e personalizzato alle situazioni di vulnerabilità che caratterizzano le destinatarie. Il progetto per l’occupabilità, redatto dal Centro per l’Impiego, è finalizzato all’individuazione del percorso per l’inserimento lavorativo e il ‘doppio tutoraggio’ da parte degli operatori del Centro per l’Impiego e dei tutor dei Centro Antiviolenza o Casa Rifugio o dei servizi sociali del Comune, permette l’accompagnamento della persona lungo tutto il percorso concordato”.
Individuare gli sbocchi professionali per le donne vittime di violenza
Per favorire la più ampia partecipazione a queste due opportunità, sono in programma momenti di confronto territoriali a distanza, almeno uno per provincia, tra Centri per l’Impiego, Centri Antiviolenza (CAV), Servizi sociali e Socio-sanitari territoriali e Consigliere di Parità provinciali.
Verranno inoltre organizzati incontri con datori di lavoro privati, soggetti del terzo settore, associazioni di categoria, consulenti del lavoro per individuare futuri sbocchi occupazionali per le donne coinvolte nei percorsi.