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Gli investimenti finanziari femminili

Motivazioni e preferenze delle donne italiane per gli investimenti finanziari dei propri risparmi. L’indagine della banca digitale N26

I risultati di una ricerca condotta nel mese di febbraio 2022 su 1.500 donne italiane mostra che gli investimenti finanziari femminili sono ancora all’inizio (le donne investono il 29% in meno rispetto agli uomini) anche se molte stanno valutando la possibilità di far fruttare i propri risparmi. Il principale ostacolo per chi non lo fa è la mancanza di risorse economiche sufficienti, a seguire la mancanza di una conoscenza adeguata del mercato finanziario e dei prodotti disponibili.

Gli investimenti finanziari scelti dalle donne
Quasi 2 donne su 5 (38%) che investono considerano i prodotti bancari, come ad esempio i conti di risparmio, quale strumento finanziario preferito, seguiti dai prodotti assicurativi (es. assicurazioni sulla vita e pensioni), preferiti dal 34% delle intervistate e dalla compravendita di criptovalute (30%). Tra le motivazioni che spingono le donne italiane a investire, emerge prima di tutto il desiderio di massimizzare la propria capacità finanziaria con una prospettiva a lungo termine (49%), motivazione che è anche al primo posto tra gli uomini (44%). Per la maggior parte delle donne investitrici, anche la costruzione di una sicurezza finanziaria per la famiglia e i figli (40%) e l’accumulo di risparmio per la pensione (30%) sono tra le ragioni principali alla base delle loro attività di investimento.

Diversificazione degli investimenti finanziari e competenze professionali femminili
Anche se “diversificazione” è un termine spesso citato nel gergo finanziario, è solo il settimo tra i fattori ritenuti importanti dalle donne quando investono. Inoltre, si riscontra con una certa sorpresa che, nonostante l’attenzione globale verso l’emergenza climatica sia cresciuta significativamente lo scorso anno, la sostenibilità non gioca un ruolo molto importante nella scelta d’investimento per le donne italiane. Solo il 22% lo cita tra i primi 3 aspetti della loro strategia di investimento. In realtà le motivazioni prevalenti sono: ridurre al minimo i rischi (38%), il rapporto qualità-prezzo (34%) e i rendimenti a lungo termine (28%). Inoltre, la ricerca mostra come la professione delle intervistate influenzi anche la considerazione delle tendenze di mercato quando si decide di investire. Per le donne impiegate nell’industria dell’intrattenimento, ad esempio, i trend di mercato sono il fattore più importante da considerare, assieme al rapporto qualità-prezzo (entrambi 35%). Un fattore che invece slitta al terzo posto (17%) per le donne che lavorano in ambito tecnologico, dietro alla minimizzazione dei rischi (40%) e alla comprensione del prodotto (29%). Stesso posto anche per le intervistate che lavorano nella pubblica amministrazione (29%), che prendono in considerazione i trend di mercato solo dopo la minimizzazione dei rischi (46%) e il rapporto qualità-prezzo (34%).

Le donne che ancora non fanno investimenti finanziari
Più della metà (56%) delle donne che non hanno ancora investito afferma di aver valutato questa opportunità in passato. Alla domanda su cosa le spingerebbe a provare, vengono esposte motivazioni simili a quelle delle donne che stanno già investendo: accrescere i propri risparmi a lungo termine (41%), costruire sicurezza finanziaria per la famiglia o i figli (40%) e aumentare il rapidamente il proprio capitale (29%). Particolarmente aperte a investire nel futuro sono le donne tra i 35 e i 44 anni: il 60% ha già valutato la possibilità di iniziare a farlo. La percentuale più alta di donne che non investe afferma che molto probabilmente prenderebbe in considerazione il settore immobiliare (29%), seguito da criptovalute (26%) e prodotti bancari (23%). Appare infatti significativo il potenziale delle nuove investitrici in Italia: ben il 72% di chi già investe afferma che nel 2022 prevede di aumentare la propria somma mensile. Le donne investitrici di età compresa tra 35 e 44 anni stanno pianificando di raddoppiare la cifra destinata a cogliere nuove opportunità di investimento rispetto al passato (+111%).

Gli ostacoli agli investimenti finanziari femminili
La mancanza di reddito disponibile è la motivazione principale dell’impedimento a iniziare o continuare a investire. Un terzo delle donne investitrici (33%) cita anche una certa incertezza sulla propria stabilità finanziaria futura (29%). Ma per le donne che non investono, la scarsa conoscenza (32%) e la mancanza di fiducia nei prodotti di investimento (15%) rappresentano barriere significative. Oltre un quarto del campione (28%) sarebbe incoraggiato a effettuare investimenti finanziari se avesse un’adeguata formazione sul tema, mentre il 23% desidera conversazioni più aperte e semplici sui vantaggi e sui rischi legati all’investimento. Due donne su cinque (40%), infatti, dichiarano di non avere occasione di affrontare l’argomento con nessuno. Un altro aspetto utile – secondo le donne che non investono – sarebbe il supporto di consulenti professionisti che potrebbero aiutarle (22%). Sebbene la mancanza di conoscenza non sia un ostacolo per le donne italiane che già investono e la stragrande maggioranza (76%) si senta sicura nel prendere decisioni in questo ambito, poco più della metà (55%) dichiara di essere adeguatamente informata sugli strumenti finanziari. Il basso livello di informazione finanziaria è particolarmente visibile tra le più giovani tra i 18 e i 24 anni: l’81% si dichiara sicura, ma solo il 48% si sente informata.

Il commento della banca digitale N26
Paula Mariani, director of User experience di N26, ha commentato: “la ricerca dimostra chiaramente come nell’ambito degli investimenti finanziari ci siano tante opportunità per le donne. È molto positivo infatti che anche le donne stiano cominciando a prendere in considerazione e valutare gli strumenti migliori per far crescere il proprio patrimonio. Per N26 è prioritario contribuire proattivamente a questo processo, facilitando il dialogo con le nostre clienti e creando strumenti per la gestione del risparmio e degli investimenti che siano sempre più inclusivi. La nostra ricerca, ad esempio, rivela come la percentuale di donne che detiene Bitcoin sia triplicata negli ultimi tre anni e che, tuttavia, la percentuale di uomini sia ancora sei volte più grande. C’è ancora molto da fare e non vediamo l’ora di contribuire a costruire un settore degli investimenti accessibile a tutti”.

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