Campagna antiviolenza Società

One Billion Rising 2019. Intervista alla responsabile italiana, Luisa Rizzitelli

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I diritti delle donne nell’evento planetario che coinvolge 207 nazioni. In Italia la campagna contro il femminicidio quest’anno si è svolta in 100 città a febbraio. Abbiamo intervistato la responsabile del coordinamento One Billion Rising Italia, Luisa Rizzitelli

Per il terzo anno consecutivo si è celebrato One Billion Rising, l’evento planetario voluto dalla drammaturga e attivista Eve Ensler che, come particolare forma di lotta contro la violenza nei confronti delle donne, usa i flash mob. Le manifestazioni internazionali e nazionali di quest’anno hanno coinvolto ben 207 nazioni. In Italia, dal 14 al 17 febbraio, le piazze si sono trasformate in una vera festa d’amore, una festa di rispetto profondo verso gli altri. La campagna contro il femminicidio si è concentrata in oltre 100 città con iniziative ed eventi organizzati da numerosi centri antiviolenza che operano su tutto il territorio nazionale. Nelle strade e nelle piazze di tutta Italia cittadine e cittadini si sono riuniti per cantare e ballare insieme “Break the chain” (“spezzate le catene”), la canzone di Tena Clark divenuta simbolo della lotta agli abusi.
Protagonista dei flash mob è stata la danza, con l’intenzione di infondere forza, consapevolezza e spirito di ribellione. Un messaggio chiaro: sapere cos’è la violenza contro le donne, riconoscerne la portata e scegliere di non rimanere indifferenti.

La campagna di sensibilizzazione One Billion Rising

Se il tema della campagna dell’anno scorso era quello della giustizia, la parola d’ordine di quest’anno è ancora più evocativa: rivoluzione. Una scelta coraggiosa perché contro la violenza sulle donne e le bambine è proprio una rivoluzione quel che serve: una rivoluzione della politica, una rivoluzione culturale che mini alla base le strutture e i presupposti ideologici che legittimano violenza e discriminazioni di genere.
Le Nazioni Unite hanno denunciato infatti che una donna su tre sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita e questo significa un miliardo di donne e bambine sottoposte a violenza. In Italia, secondo l’organizzazione Differenza Donna, le donne uccise nel 2018 sono state 93 e il 2019 si è aperto con maggiore aggressività.

 

 

Intervista a Luisa Rizzitelli, responsabile del coordinamento One Billion Rising Italia

Per cogliere alcuni aspetti che hanno spinto una moltitudine di donne a manifestare pacificamente in tutta Italia, Donna In Affari ha incontrato Luisa Rizzitelli, responsabile del coordinamento One Billion Rising Italia che si occupa di sostenere, promuovere ed aiutare chi vuole aderire a questo evento mondiale.

Quando è nata questa manifestazione a livello planetario?
La prima edizione di One Billion Rising si è svolta nel 2011, attualmente abbraccia oltre 200 Paesi nel mondo. È un appuntamento importante perché non si festeggia nulla, ma è un modo per ricordare quanto le donne abbiano intenzione di rivoluzionare il mondo eliminando la violenza di genere che affligge tutti i Paesi, non solo l’Italia. Le donne di tutto il mondo per denunciare questo fenomeno manifestano con la danza, la musica, la loro forza, energia e bellezza. Proprio per questo è stato composto il brano “Break the chain” che vuol dire spezza le catene ed è il brano che accomuna tutte le donne e gli uomini quando partecipano alla manifestazione.

Quando si festeggia questo evento in tutto il mondo?
One Billion Rising si festeggia il 14 febbraio di ogni anno, ma in tanti Paesi questa ricorrenza, che peraltro è attiva in oltre 80 piazze italiane, si allunga fino al 16 febbraio. Nello stesso momento manifestano Rimini, Genova, Palermo, Aosta, Trento e tantissime altre città. Ancora una volta c’è la voglia di tante donne di scendere in piazza e farlo anche con gli uomini per dire che la violenza sulle donne deve finire.

Con questa manifestazione si vuole denunciare anche l’entrata in vigore del disegno di legge Pillon?
Quest’anno abbiamo parlato molto di scendere in piazza per ribadire l’importanza della libertà delle donne in un momento in cui questi diritti, in Italia e nel mondo, sono sotto attacco. Il disegno di legge Pillon che contestiamo, di cui chiediamo il ritiro, è sicuramente una di quelle espressioni della politica che non va incontro ai diritti delle donne. In realtà questa domanda è giusta perché è vero che si parla di violenza maschile sulle donne, intesa come qualunque forma di violenza, ma anche contro una cultura della misoginia e della violenza in generale. Quindi questa manifestazione si lega sicuramente anche a questo concetto.

Le Istituzioni sono a fianco alle donne per quanto riguarda il decreto Pillon?
Come One Billion Rising il nostro compito è quello di supportare le associazioni, centri anti violenza e associazioni femministe che operano confrontandosi con le istituzioni. Noi come soggetto ci preoccupiamo di fare cultura e sensibilizzare le persone attraverso i social media.

Avete pensato di fare una raccolta firme per chiedere il ritiro del decreto Pillon?
No, perché è una cosa di cui si stanno occupando altre realtà come l’associazione nazionale D.i.Re “Donne in Rete contro la violenza” e tutti i centri anti violenza d’Italia.

La violenza di genere è oramai diventata una piaga mondiale che affligge tutte le donne di ogni ceto sociale in maniera trasversale. Avete delle proposte in cantiere che state sottoponendo alle istituzioni?
Ci mobilitiamo in tantissime, soprattutto siamo tutte volontarie che si impegnano affinché le persone possano prendere coscienza della gravità del problema. Quello che noi proponiamo, come fanno tante attiviste, è che in Italia venga applicata la convenzione di Istanbul che prevede già quello che si dovrebbe fare in materia di violenza di genere. Su questo continuiamo a batterci e lo facciamo con i raduni che vogliono essere una fonte di informazione capillare tutto l’anno grazie alla passione di donne e uomini volontari.

La deputata Laura Boldrini come altre deputate italiane sono di supporto per far sì che vengano elaborati strumenti a sostegno delle donne vittime di abusi?
Laura Boldrini come altre politiche italiane sono a fianco delle donne quando si tratta di diritti inviolabili. In generale tutte le politiche italiane sono scese in piazza per manifestare su quello che è diventato un flagello quotidiano.

Quali sono i prossimi eventi che pensate di organizzare?
One Billion Rising è un evento annuale (lo prepariamo tutto l’anno lavorando a contatto con altre associazioni) che raccoglie oltre 1 miliardo di donne in piazza. Quello che continuiamo a fare è mantenerci in contatto con altre realtà per sostenerci quando ci sono delle battaglie da fare e soprattutto comunichiamo con le nostre pagine social mettendo in rete documenti e materiale utile per dare una corretta informazione su questi temi.

A Roma

L’appuntamento romano, culminato a piazza San Silvestro, ha ottenuto il patrocinio del I Municipio (Roma Centro storico) e si è svolto con la collaborazione della Ong Differenza Donna. Tra le adesioni alla campagna 2019 ci sono state quelle di Amnesty International, AMREF, Assist Associazione Nazionale Atlete, Casa Internazionale delle Donne Roma, CGIL, Differenza Donna ONG, DI.RE., EMERGENCY, Gi.u.li.a, Rebel Network, Se Non Ora Quando Factory, Women in Film, Women’s March Rome.

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