Studi e ricerche

Perché in Italia le collaborazioni tra imprese non decollano

F. Bandini

Perché in Italia le collaborazioni tra imprese non decollano

Una ricerca di SDA Bocconi e Mediafriends mostra quali ostacoli frenano le imprese italiane dal collaborare fra loro. Sono state analizzate le imprese sociali, le imprese a scopo di lucro, quelle non profit e  le cooperative

Scarsa fiducia reciproca, scarsa pianificazione, visione limitata al breve termine, mancanza di una gestione manageriale. Questi i maggiori ostacoli segnalati nell’ambito della ricerca che vede una realtà in espansione per quanto riguarda la collaborazione tra aziende for profit e non profit, ma ancora discontinua e frenata da troppe limitazioni di vedute.

Per quanto riguarda le aziende non profit, solo il 13% delle proprie entrate proviene da una collaborazione attiva con aziende for profit. Purtroppo imprenditrici e imprenditori a scopo di lucro non comprendono il valore della partecipazione a un progetto di lungo termine con una realtà del mondo non profit, valore che si esprime sia a livello di immagine che di entrate economiche. Infatti, le poche volte in cui un’azienda accetta di collaborare con ad esempio un’associazione senza fini di lucro, lo fa per un progetto di breve termine e quasi facendo cadere dall’alto il suo – solitamente molto leggero – supporto, quasi fosse un’opera di beneficienza che non un serio investimento quale invece è.

La ricerca realizzata dalla Divisione ricerche e dal Master in Management delle imprese sociali, non profit & cooperative di SDA Bocconi, in collaborazione con Mediafriends, è stata presentata il 28 febbraio ed ha coinvolto 400 aziende di entrambi i rami (for profit e non profit) mediante questionari, focus group e studio di best practice. Grazie ad essa, si è potuto analizzare lo stato delle relazioni tra questi due mondi allo scopo di individuare i fattori di ostacolo ma anche quelli che hanno reso proficue ed efficaci le loro partnership trasversali.

Elementi chiave per il successo di un partenariato tra le imprese di questi due settori sono il livello di “managerializzazione” del non profit e l’orientamento alla responsabilità sociale del profit. Di conseguenza, chi opera nel campo del non profit se non lo fa in un’ottica imprenditoriale non riesce ad avere successo mentre le imprese che non sono orientate alla responsabilità sociale perdono il valore aggiunto di un’operazione commerciale in collaborazione con il mondo del non profit.
Questa è la ragione per cui le partnership stentano a decollare. Per fare degli esempi pratici: la maggioranza delle organizzazioni non profit (il 79%) ha una struttura dedicata al fundraising ma nessuno cura i rapporti con le imprese. E, dalle risposte date, sono queste organizzazioni a percepire i maggiori rischi da una collaborazione con le imprese (causati dal fatto che l’onerosità della realizzazione di tutto il progetto ricade sempre e soltanto sulle spalle del non profit), mentre le imprese profit (75%) parlano positivamente dei risultati ottenuti collaborando con il mondo non profit.

Attualmente le partnership tra i due ambiti sono a un livello molto basso, di appena il 16%, e del 20% per quanto concerne le operazioni di co-business. Le tipologie più diffuse sono le erogazioni liberali e le sponsorizzazioni, ovvero le forme base di collaborazione. Un grosso avanzamento si avrebbe invece se si operasse nell’ottica di una collaborazione più completa e coinvolgente per entrambi i partner e, soprattutto, di lungo periodo.

 

Spiega Federica Bandini, direttore del Master in management delle Imprese Sociali, Non Profit e Cooperative della SDA Bocconi e coordinatrice della ricerca: “Le partnership hanno ancora un carattere discontinuo e il fenomeno è in fase di sviluppo. Le due culture appaiono ancora troppo distanti e non sono allineate. I principali ostacoli per una maggiore collaborazione sembrano essere la scarsa conoscenza delle reciproche modalità operative, i pregiudizi e l’assenza di competenze manageriali specifiche”.

Generalmente le aziende sono contattate dalle non profit in modo casuale, non da una strategia pianificata. Allo scopo di supportare le aziende nello sviluppo di partnership efficaci, lo studio vuol tracciare alcune linee guida: “queste linee sono fondamentali per creare un maggiore coinvolgimento nella partnership di entrambi gli attori. La collaborazione tra i due ambiti consente di superare i reciproci limiti. Le imprese possono migliorare i rapporti con il territorio e la società civile e rafforzare il coinvolgimento dei dipendenti e degli stakeholder. Le organizzazioni non profit possono invece ottenere maggiori risorse umane e finanziarie e un passaggio di competenze manageriali, grazie alla contaminazione positiva con manager e imprenditori” conclude Federica Bandini.

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