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Università: una prof. guida la Consulta del Cineca

Gaia Grossi

Università: una prof. guida la Consulta del Cineca

Si tratta del consorzio per la ricerca e i servizi amministrativi delle Università

Il mondo dell’università e della ricerca ha ancora un’impronta molto maschile, ma ci sono buoni esempi di gestione al femminile di incarichi di governo e di coordinamento. È il caso di Gaia Grossi, docente ordinario di Chimica generale e delegato del Rettore per il settore informatico dell’Università degli Studi di Perugia, recentemente nominata Coordinatrice della Consulta nazionale del Cineca.

La sigla indica un Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro formato da più di 50 tra atenei e vari enti di ricerca – oltre al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – che si occupa di fornire risorse di calcolo per la ricerca scientifica e servizi amministrativi per tutte le università italiane.

Il ministro dell’Istruzione e dell’Università, Francesco Profumo, ha disposto nel corso degli ultimi mesi l’accorpamento al Cineca di altri due consorzi nazionali: Caspur di Roma e Cilea di Milano. L’obiettivo è razionalizzare risorse e strumenti, ma anche portare il Cineca – che già oggi è tra i centri di calcolo italiani di maggiori dimensioni – ad un ruolo scientifico anche internazionale. E tra le modifiche che hanno riguardato di recente il Cineca, c’è la revisione dello Statuto del consorzio che affida alla Consulta compiti di programmazione strategica, oggi guidato da una donna.


Ascolta l’intervista a Gaia Grossi


Alla professoressa abbiamo chiesto anche se il mondo universitario sia un luogo dove si respira parità tra uomo e donna. A malincuore ci ha risposto che “è certamente un mondo ancora maschile. Lo dico con dispiacere, perché è il mio mondo. Tempo fa leggevo una ricerca del Comitato per le Pari Opportunità del mio ateneo, dal quale risultava che mentre il numero delle donne fra i ricercatori è più o meno pari a quello degli uomini, così come tra gli associati troviamo un sostanziale equilibrio, tra gli ordinari le donne sono il 15% rispetto ai colleghi uomini”.

Agnese Fedeli

 

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