Scuola

La Toscana e il rapporto scuola-lavoro

presidente reg Toscana Enrico Rossi

La Toscana e il rapporto scuola-lavoro

Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sceglie l’europeizzazione della scuola, che deve essere collegata al mondo del lavoro

Durante il convegno “Come dare un futuro ai giovani?”, svoltosi il 18 giugno, il Presidente Rossi ha dichiarato: “dobbiamo ripensare il rapporto scuola-lavoro, dobbiamo diventare una regione europea” spiegando che la Regione finora ha puntato sulla formazione postscolastica ma ora deve pensare a quella interscolastica.

Il convegno si è svolto nella sede della Regione Toscana ed è stato organizzato in collaborazione con l’Irpet. Vi hanno partecipato anche l’assessore regionale Gianfranco Simoncini, che ha concluso i lavori, Nicola Sciclone dell’Irpet, la sociologa Chiara Saraceno e Sergio De Stefanis dell’Università di Salerno.

“Noi abbiamo puntato sulla formazione post-scolastica, ora dobbiamo occuparci di quella interscolastica” ha detto Rossi: “è questa la nuova direzione che dobbiamo imboccare per metterci al passo dell’Europa e contribuire a combattere la disoccupazione giovanile. La mia generazione ha creduto in una formazione a tutto campo e per tutti prima di rapportarsi col mondo del lavoro. Oggi però ci dobbiamo rendere conto che un giovane che non ha avuto esperienze di lavoro nel suo percorso formativo è un cittadino meno consapevole”.

Ricordando i passi fatti, il presidente toscano ha parlato dell’investimento della Regione sui tirocinii e del varo della prima legge italiana in questo settore, che ha fatto da battistrada e da modello per le stesse Linee guida nazionali, “ma ora” ha specificato “dobbiamo costruire – e in questo chiediamo aiuto al mondo intellettuale e della ricerca – delle politiche formative diverse, che si correlino alle nostre realtà produttive e utilizzino le risorse del Fondo sociale europeo per dare un futuro alle giovani generazioni”.

La legge sui tirocinii è stata emanata nell’ambito del progetto Giovani sì, che ha tra i suoi punti salienti anche la legge sul servizio civile; legge che ha rivoluzionato il quadro normativo fissando gli aspetti quantitativi e ampliando i diritti assicurati ai giovani. Sempre nell’ambito dello stesso progetto è stata varata una nuova legge sull’imprenditoria giovanile e ancora: interventi per l’accesso al credito dei lavoratori aticipi nonchè il bando per il contributo affitto – che finora ha supportato oltre 2mila giovani nella scelta concreta dell’autonomia di vita.
Complessivamente dal 2011 a oggi sul progetto Giovani sì sono stati convogliati 365 milioni di risorse regionali, nazionali e europee e proprio in forza di questa esperienza il presidente toscano è stato relatore del parere sul “Pacchetto occupazione giovanile” che è stato adottato all’unanimità dal Comitato delle Regioni dell’Unione europea.

Sono ad oggi 57.000 i giovani coinvolti nei vari filoni del progetto.
I tirocini retribuiti (500 euro lordi mensili) attivati sono 4.764, e 1.444 i rapporti di lavoro che dopo il tirocinio si sono aperti con varie tipologie di contratto.
Oltre 2.000 i giovani beneficiari del contributo affitto, da 150 a 350 euro mensili per tre anni.
Sono 5.557 le richieste di servizio civile, e 2.200 i giovani avviati.
634 le imprese agricole finanziate e 881 quelle in altri settori in base alla legge “Fare impresa”. Di queste 600 hanno ottenuto contributi fino a 50.000 euro e 281 oltre 50.000.

Nel suo intervento di chiusura l’assessore Simoncini ha aggiunto: “l’Europa non può permettersi gli attuali tassi di disoccupazione giovanile. In termini economici e di competitività ma anche di democrazia. Non regge la coesione sociale con un terzo dei giovani fuori dal mondo del lavoro. Ci vogliono pertanto politiche per lo sviluppo e politiche mirate. La Toscana con Giovanisì ne ha fatto una priorità assoluta di questa legislatura e continueremo ad investire in questa direzione, intorno a tre capisaldi che sono la formazione qualificata, il sostegno all’autoimpiego ed all’imprenditoria giovanile, e la tutela dei diritti e lotta allo sfruttamento. Oggi stiamo lavorando ad una riforma del sistema della formazione professionale anche se il dati toscani, presentati nei giorni scorsi, sono tra i migliori a livello nazionale”.

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