Nasce il Comitato Media e Minori
Uno strumento di tutela dei minori in ambito televisivo. Il comitato vigilerà sul rispetto del Codice Media e Minori risalente al 2002
I bambini di oggi hanno la pessima abitudine di trascorrere molto più tempo dinanzi alla televisione che non in compagnia dei loro coetanei: si stima una media di 30/40 ore settimanali nei Paesi occidentali. La televisione diviene così una bambinaia elettronica con il potere di incidere sullo sviluppo della personalità dei minori diffondendo – in taluni casi – modelli comportamentali degradanti e violenti.
Ad ogni modo non bisogna demonizzare, in assoluto, il tubo catodico perché, così come sosteneva Papa Giovanni Paolo II, la televisione può anche costituire una forma di arricchimento per la vita familiare e può accrescere la cultura personale e religiosa.
Per tutelare i minori, il sociologo Karl Popper proponeva nel suo saggio “Cattiva maestra televisione” che gli operatori del mondo televisivo ricevessero una sorta di patentino per poter agire nell’interesse dei più piccoli, poiché a suo avviso una democrazia non sarebbe potuta esistere se non fosse stata messa sotto controllo la televisione.
Gli inviti formulati da più fronti, sia da quello religioso che sociologico, non sono stati vani e nel corso degli anni il mondo politico, affiancato da quello dei media, si è attivato a tutela dei bambini, affinché fosse loro dedicata una serie di azioni e di principi legislativi. L’ultimo in ordine di tempo è quello dello scorso 23 ottobre: l’insediamento del Comitato Media e Minori presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico.
La cerimonia di insediamento si è svolta alla presenza del Viceministro con delega alle Telecomunicazioni, Antonio Catricalà, del Presidente dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Angelo Cardani, e del presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, Roberto Fico.
Il comitato, presieduto da Maurizio Mensi, nasce con l’intento di tutelare i minori ed il loro benessere. È formato da quindici membri che rappresentano emittenti radiotelevisive, associazioni di utenti ed Istituzioni, con il compito di garantire l’applicazione del codice di autoregolamentazione “Tv e minori”, nato nel 2002 su iniziativa dei canali radiotelevisivi e poi codificato dalla legge Gasparri del 2004.
Il panorama multimediale, dal 2004, ha subito continui cambiamenti. È sotto gli occhi di tutti un nuovo modo di fare informazione e gli stessi minori diventano protagonisti, più o meno consapevoli, di un mondo di notizie, creando un palinsesto del tutto personale attraverso la convergenza mediatica.
In quest’ottica di continuo rinnovamento, il compito del neocomitato riguarderà più passaggi: l’aggiornamento del Codice sarà elemento prioritario per renderlo conforme alla multimedialità, ma non saranno sottovalutati interventi volti a far generare una programmazione di qualità, portatrice di valori positivi e ad alto sfondo educativo. Il comitato dovrà diventare uno strumento di interazione con il cittadino che potrà segnalare eventuali programmi ritenuti lesivi della dignità dei bambini.
Soddisfazione è stata espressa da Antonio Catricalà: “il comitato Media e minori è un importante organismo in cui riponiamo tutta la nostra fiducia; un sistema che rappresenta uno dei pochi esempi di controllo delle comunicazioni di massa. La nostra azione risponde all’invito del Presidente della Repubblica, che si è soffermato sulla tutela dei più giovani, soprattutto a fronte dei pericoli che la Rete offre costantemente”.
Il presidente della Vigilanza, Roberto Fico, si è invece soffermato sulla figura dei minori che non devono essere considerati al pari dei consumatori: “è opportuno che vengano adeguatamente protetti, anche dagli incessanti spot – logica da estendere pure alle tante TV commerciali”.
Il codice di autoregolamentazione, di cui il comitato sarà garante assoluto, era stato firmato il 29 novembre 2002 con la finalità di tutelare l’integrità psichica e morale dei minori. Esso enuncia sette principi generali ed una serie di norme di comportamento. Per quanto concerne i principi generali, le imprese televisive si impegnano a migliorare la qualità delle trasmissioni rivolte ai bambini e ad aiutare le famiglie a utilizzare in modo più consapevole la televisione. Le norme di comportamento, invece, riguardano: la partecipazione dei minori alle trasmissioni televisive; la televisione per tutti, fruibile in orari compresi tra le 7 del mattino e le 22.30; la televisione dedicata a minori, dalle 16.00 alle 19.00 del pomeriggio; i programmi d’informazione, i film, la fiction e gli spettacoli di vario genere.
L’intento è dunque chiamare in causa le varie emittenti televisive per creare una fascia protetta e idonea ai minori, con un particolare controllo sui trailer e sulla pubblicità. Inoltre, le TV nazionali con più di una rete generalista si mobilitano per ricercare soluzioni per la diffusione, su almeno un canale, di una programmazione specificatamente dedicata.
I bambini non sono protetti solo in qualità di spettatori ma anche in veste di ospiti nei salotti televisivi. Le imprese operanti nel settore assicurano che la partecipazione dei più piccoli avvenga sempre con il massimo rispetto della loro persona, senza favorire la strumentalizzazione della loro età e la loro ingenuità, evitando di affrontare argomenti pungenti e scabrosi e senza mai rivolgere loro domande afferenti la sfera intima e familiare.
Un bel bouquet assortito di norme che speriamo possa garantire un’esistenza serena all’infanzia attuale, anche grazie al sostegno del comitato Media e Minori.
Paola Paolicelli