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Scuola-lavoro: opportunità occupazione giovani

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Scuola-lavoro: opportunità di occupazione per i giovani

Lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro è efficace ma da potenziare e per farlo è necessario un modello organizzativo comune. Tutti i dati resi pubblici oggi durante Job & Orienta

Un trend positivo per l’anno scolastico 2012-2013, con 3.177 scuole e 227.886 studenti coinvolti in 11.600 percorsi di formazione e lavoro grazie a 77.991 strutture che hanno ospitato i ragazzi. Questi i dati aggiornati sull’alternanza scuola-lavoro presentati a Verona in occasione del Salone nazionale dell’Orientamento

 

Durante il Convegno dal titolo “L’alternanza scuola-lavoro, un’opportunità per l’occupazione dei giovani”, tenutosi nel giorno inaugurale di Job & Orienta, sono stati resi pubblici i dati raccolti da INDIRE, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, su incarico del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) durante l’ultimo e recentissimo monitoraggio.

Ma cos’è l’alternanza scuola-lavoro? Si tratta di una metodologia di insegnamento innovativo diretto agli studenti che hanno compiuto 15 anni di età. Gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado possono iniziare a fare esperienza lavorativa grazie al supporto pratico di imprese, associazioni o enti pubblici dei propri territori, dunque vicine alle loro scuole, per una formazione che metta in collegamento diretto i ragazzi – futuri lavoratori – e, ad esempio, le aziende che potrebbero aver necessità di mano d’opera in tempi prossimi. Centrata sulla didattica laboratoriale, l’alternanza scuola-lavoro mira a incentivare l’apprendimento e lo sviluppo esperienziale attivo, per fornire agli studenti, oltre alle conoscenze di base, competenze spendibili nel mercato del lavoro: dal problem solving alla capacità di orientarsi affrontando situazioni reali.
Nell’anno scolastico 2012-2013 il 45,6% delle scuole secondarie di secondo grado (3.177 su 6.972) ha attivato percorsi di questo tipo: di queste, il 44,4% sono istituti professionali, il 34,2% tecnici, il 20% licei, l’1,5% altri istituti.

I 227.886 studenti coinvolti sono pari all’8,7% della popolazione studentesca contro il 7,5% dell’anno precedente, evidenziando un aumento del 20,3% degli interessati; per la maggior parte si tratta di iscritti agli istituti professionali (65,5%), a seguire studenti degli istituti tecnici (24,3%) e dei licei (9,5%).
Numeri in crescita (+19,2%) anche per quanto riguarda le strutture ospitanti, tra imprese, studi professionali, enti della pubblica amministrazione, associazioni di categoria, sindacati, scuole e asili, centri per l’impiego, onlus e associazioni di volontariato, centri studi: 77.991 in tutto, di cui il 58,2% (45.365) sono imprese. Per queste, i settori produttivi maggiormente rappresentati sono quelli legati alle “attività dei servizi alloggio e ristorazione” (il 29,4% del totale), seguono le “attività manifatturiere” (20,7%), “altre attività di servizi” (13,7%), e le “attività professionali, scientifiche e tecniche” (10,9%).

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Degli 11.600 percorsi totali di alternanza (erano 9.791 nell’a.s. 2011-2012), una netta maggioranza, ossia il 67,1% (7.783), sono stati realizzati negli istituti professionali e di questi 6.043 nelle classi quarta e quinta; 2.556 (il 22%) negli istituti tecnici, 903 (7,8%) nei licei e 86 (0,7%) in altri istituti; particolarmente significativo l’aumento del 41,8% dei percorsi ASL nei licei, che storicamente hanno sempre avuto minore “familiarità” rispetto allo strumento.
 
Ai buoni risultati complessivi, però, fanno da contraltare le numerose discrepanze tra le diverse esperienze territoriali, anche in termini di quantità: a fronte dei 5.814 percorsi ASL realizzati nelle regioni del Nord (2.573 nella sola Lombardia), infatti, se ne contano meno della metà al Sud (2.069).  A questo proposito, Antonella Zuccaro, ricercatrice del settore scuola lavoro di Indire, ha dichiarato: “è necessario ripensare azioni e strumenti di ASL unitari, ad esempio fissando per ciascun percorso un numero minimo di ore (oggi sono mediamente solo 120): insomma serve un modello organizzativo comune, che dia a tutti – in termini di territori, scuole, ragazzi – le medesime opportunità”.
 
In Veneto nell’ultimo anno scolastico 2012-2013 sono stati coinvolti in percorsi di alternanza scuola-lavoro 19.172 studenti, 4.359 in più rispetto all’anno precedente: 10.423 maschi e 8.749 femmine, che complessivamente rappresentano il 9,6% della popolazione studentesca regionale.
992 i percorsi di alternanza realizzati (per un totale di 113.061 ore), di cui 30 svoltisi in modalità IFS-Impresa formativa simulata – soprattutto negli istituti tecnici (15) e in quelli professionali (11) -, e 521 della durata di più di 100 ore. Considerato il totale delle 962 esperienze rimanenti, la maggioranza – 650, ossia il 67,6% del totale – si sono svolte negli istituti professionali; seguono quelli negli istituti tecnici, il 21,1%, e nei licei, con una percentuale ferma al 6,1%. Gli istituti che hanno realizzato percorsi di ASL sono stati in tutto 168, ossia l’83% del totale delle scuole venete secondarie di secondo grado; di questi il 46,4% sono IIS-Istituti d’istruzione superiore, il 22% istituti tecnici, il 14,3% istituti professionali, l’11,3% licei (per il restante 6% si tratta di istituti di “altri ordini di studio”).
Anche per questa regione sono in maggioranza le aziende ad accogliere gli studenti in alternanza scuola-lavoro: sulle 8.467 strutture ospitanti, infatti, 5.000 (il 59%) sono imprese, prevalentemente del settore manifatturiero (1.482) e della ristorazione/alberghiero (1.019).
Per quanto riguarda in particolare la provincia di Verona, che ospita il Job & Orienta, i dati indicano che ben 25 delle 31 scuole secondarie di secondo grado presenti nel Veronese hanno realizzato percorsi di ASL. Sul totale dei 160 percorsi realizzati, 15 si sono svolti in forma di IFS-Impresa formativa simulata. Gli studenti coinvolti sono stati in tutto 2.994: 1.563 maschi e 1.431 femmine.

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