Pensioni

I lavoratori italiani visti dall’INPS

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poletti-bilancio-inpsBilancio sociale 2013 fotografa situazione disagio Paese, tra cassa integrazione, disoccupazione, mobilità e deflazione 

di Noemi Roccatani

Dal bilancio sociale dell’istituto di previdenza emerge una situazione di disagio e difficoltà che ha vissuto il Paese nel 2013, con la spesa per cassa integrazione, disoccupazione, mobilità e Aspi cresciuta del 15,8% sull’anno prima toccando i 14,5 miliardi. A questa vanno aggiunte le somme accreditate sul conto assicurativo del lavoratore nei casi in cui la sua attività si interrompe. Per le pensioni, l’esborso ha toccato invece i 267 miliardi. Aumentano le colf italiane e la deflazione non si arresta, anzi peggiora.

L’Inps ha versato nel 2013 – tra cassa integrazione, assegni di disoccupazione, mobilità e Aspi – una spesa per ammortizzatori sociali (al netto dei contributi figurativi) per 14,5 miliardi di euro, passando da 12,5 a 14,5 miliardi, con un aumento di circa 2 miliardi. Ma alla cifra vanno aggiunti anche i contributi figurativi, oltre 9 miliardi, quelli che sono a carico dello Stato e cioè le somme che l’Inps accredita sul conto assicurativo del lavoratore nei casi in cui, per malattia o, appunto, disoccupazione, la sua attività si interrompe. La spesa complessiva per ammortizzatori sociali ammonta così a 23,5 miliardi, con una crescita del 4,1% rispetto ai 22,6 miliardi del 2012.

L’ampiezza dell’utilizzo degli ammortizzatori nel 2013 emerge anche dai dati sui beneficiari: la Cassa Integrazione Guadagni (CIG) ha coinvolto in tutto oltre un milione e mezzo di lavoratori, la mobilità ne ha interessati oltre 300.000 e la disoccupazione nel suo complesso oltre tre milioni e mezzo. In totale oltre quattro milioni e mezzo di lavoratori hanno percepito almeno un ammortizzatore sociale nel corso dell’anno.

Il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, Pietro Iocca, ha riferito: “le attività svolte nel 2013 sono state fortemente influenzate dalla necessità di fronteggiare gli effetti negativi di una crisi economica nell’ambito della quale l’Inps ha assunto un ruolo determinante per la tenuta del tessuto socioeconomico del Paese, con la sua insostituibile attività di garanzia e protezione sociale e di assicurazione dei servizi e delle prestazioni fondamentali a sostegno del reddito delle famiglie”.

Nel 2013 l’Inps ha erogato in tutto circa 21 milioni di pensioni, (in lieve diminuzione -0,6% rispetto al 2012) tra cui circa 17,3 milioni di pensioni previdenziali IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti) per circa 242 miliardi di euro e 3,7 milioni di pensioni assistenziali (principalmente pensioni e assegni sociali e prestazioni agli invalidi civili) per oltre 25 miliardi di euro.
Arriva poi la conferma del fatto che quasi la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone) ha un reddito inferiore a mille euro al mese, mentre il 13,4%, cioè 2,1 milioni di italiani, non supera i 500 euro. Il 70% ha diritto a meno di 1.500 euro mensili.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervenuto a margine della presentazione a Roma, ha smentito che nella legge di Stabilità siano previsti interventi in materia: “Domani facciamo la discussione, per ora non ci sono né tagli né aggiunte”, ha detto.

Rispetto al 2012 sono calati in tutto di 357mila unità gli iscritti all’istituto guidato dal nuovo commissario Tiziano Treu. I lavoratori dipendenti privati (esclusi i domestici e gli operai agricoli) sono risultati 11.983.264, con una riduzione di 312.937 unità rispetto al 2012 (-2,5%) soprattutto in seguito al forte calo degli operai, compresi i lavoratori che hanno questa qualifica ma lavorano nel terziario (-229.700 con un -3,5 per cento).
In diminuzione però anche i lavoratori pubblici iscritti, calati a poco più di 3 milioni in seguito al blocco del turn over nel pubblico impiego. Sono poi scesi di 42.858 unità (-5,4%) i lavoratori domestici iscritti, un calo determinato esclusivamente dal calo del lavoro degli stranieri (47.098 in meno). Per i collaboratori domestici italiani si registra al contrario un aumento (4.240 unità in più, in crescita del 2,8%). Solo il 21% dei domestici è italiano ma in due anni la percentuale di colf italiane ha registrato un incremento del 4 per cento.

E la deflazione? L’inps comunica che non si arresta, anzi peggiora. Nel mese di settembre 2014 è aumentata: l’indice dei prezzi è sceso dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2013. La maggiore flessione dei prezzi su base annua (ad agosto era -0,1%) è dovuta principalmente all’accentuarsi del calo dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto); sul peggioramento della situazione pesa anche il rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3%, da +0,7% del mese precedente).

 

pdf L’indice del bilancio sociale Inps 2013

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