Diritti

Esiti degli Stati Generali dell’Autore

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Tenutisi a Roma il 5 marzo, hanno portato a una proposta condivisa per riformare l’industria dell’audiovisivo: società a maggioranza pubblica, contratto unico articolato, revisione del contratto di edizione, accordo interassociativo

Dedicati al sistema dell’audiovisivo italiano, gli Stati Generali dell’Autore sono stati realizzati presso il Centro Congressi del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università Sapienza di Roma. Ad organizzarli la FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori), lo stesso Dipartimento della Sapienza, la Link Università, l’Istituto giuridico dello Spettacolo e dell’Informazione. Vi sono intervenuti, oltre ad autori e rappresentanti di associazioni di categoria quali l’ANAC, esperti di proprietà intellettuale e di gestione del sistema televisivo.

Il punto di partenza dei lavori è stato quello di porre al centro della riflessione su una riforma del nostro sistema radiotelevisivo proprio l’Autore, in quanto motore prima dell’intera filiera della produzione artistica, cinematografica o televisiva.
A partire da tale assunto, le discussioni hanno portato ad alcune determinazioni finali, coincidenti con altrettante richieste e proposte, che riportiamo di seguito:

Uno scatto di civiltà
Di fronte ai tanti temi ed elementi che insistono sul sistema dell’audiovisivo italiano – quali le frequenze, le reti, le interconnessioni telematiche e telefoniche, le inefficacie e le scadenze dei contratti collettivi – si richiede di procedere attuando “uno scatto di civiltà” mediante una riforma che riguardi tutto il settore (non solo RAI) e che si basi su
A. una regolarizzazione della contrattazione, soprattutto per il fatto che la maggior parte delle industrie e dei “servizi” si basano su un “capitale culturale” che è anche capitale umano perché costituito da Scrittori, da Autori, da Artisti, da tecnici;
B. che ci si avvalga di un’alta intensità di lavoro – assai qualificato – e non di solo capitale finanziario. A tale proposito si sottolinea che le qualità intrinseche di tale modo di fare il prodotto audiovisivo, di fare espressione artistica, con peculiarità proprie dei prodotti a diffusione universale, fanno sì che questi ultimi non siano facilmente delocalizzabili, stante la loro peculiare realizzazione culturale italiana.
In merito, tale attività, umana, culturale e industriale che si fonda sulla ricerca artistica ha un solo settore di confronto che è quello della ricerca scientifica.
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Una società pubblica
La creazione di una società con il 51% di capitale pubblico e il restante 49% a disposizione dell’industria, non solo audiovisiva. Tale società dovrebbe comprendere l’ampio comparto dell’economia della conoscenza che va sotto il nome di sistema audiovisivo italiano e che includa le frequenze, le reti, le interconnessioni telematiche, le attuali e le future insorgenze.

Il contratto unico per categoria
Lo Scrittore, l’Autore di opere audiovisive in genere, comprese quelle del web, non ritiene utile condividere l’attuale congiuntura europea che vede prevalere le normative che informano il copy-right, cioè la gestione dei diritti dell’opera, piuttosto che quelli del Diritto d’Autore, dello Scrittore. E’ battaglia di civiltà: l’intendimento dell’Autore, dello Scrittore come lavoratore non soggiacente alla volontà forte della controparte, le associazioni di categoria devono configurare la possibilità di concepire un contratto unico per categoria che
– tenga conto della atipicità e della estemporaneità del lavoro dello Scrittore e dell’Autore,
– tenga conto dell’atipicità e dell’estemporaneità del lavoro artistico, sia esso attore o altro,
– per estensione, tenga conto dell’atipicità e dell’estemporaneità del lavoro dei tecnici, nella ferma convinzione che siano questi, nell’epoca di internet e del web, ad essere fra i protagonisti, ancor più di ieri, dell’industria dell’audiovisivo italiano.

Il contratto di edizione: una sua riformulazione
L’obsolescenza, evidenziata in modo eclatante dall’insorgenza di nuovi linguaggi e soprattutto delle nuove forme di lavoro (come le cento nuove professioni classificate nel lavoro FUIS a cura di Giovanni Prattichizzo) richiedono la revisione del contratto di edizione presente nella L. 633/41 e la costruzione di una nuova normativa in cui sia evidente l’attualità delle tutele e delle forme in cui si articola la proprietà delle opere della produzione intellettuale.

Accordo interassociativo
Se gli Scrittori/Autori italiani sono impegnati nella salvaguardia della loro storia di cultura, di civiltà e di progresso, come la Comunità Europea pure riconosce, se si vogliono far valere le ragioni e i diritti dell’Autore, dello Scrittore, inteso nei termini della giurisprudenza di cultura latina, è necessario che le rispettive associazioni facciano fronte unico e si costituiscano in federazione (che potrebbe configurarsi anche con ampiezza europea). I rapporti che la FUIS ha istituito con altre associazioni italiane, con quelle francesi e spagnole, con gli Istituti di Cultura europei in Italia, sono segno concreto di questa volontà per la quale la FUIS annovera già una trentina di protocolli d’intesa.

Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito fuis.it.

(D.M.)

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