Il saldo fra iscrizioni e cessazioni di imprese a conduzione femminile, a fine 2015, è positivo per 1.581 unità (+1,7%). Corre l’imprenditoria femminile «straniera» (+6,6%), ma cresce anche quella giovanile (+1,7%) e artigiana (+0,9%)
Nel 2015 l’imprenditoria femminile registra un tasso di crescita dell’1,7%, equivalente ad un saldo di 1.581 imprese in più rispetto al 2014. Il risultato messo a segno dall’imprenditoria femminile nel corso del 2015 supera abbondantemente il +0,7% relativo all’imprenditoria non femminile, contribuendo a sostenere la crescita del tessuto imprenditoriale regionale. In Toscana, su un totale di 414.757 imprese registrate al 31 dicembre 2015, le aziende capitanate da donne superano quota 95mila, e rappresentano il 22,9% del sistema imprenditoriale regionale (21,7% il dato nazionale).
Tale crescita è stata trainata da un’accelerazione delle iscrizioni nell’ultima parte dell’anno: dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015 si sono iscritte al Registro Imprese della Toscana 1.985 imprese femminili, per un incremento 12,4% per lo più riconducibile al forte aumento delle nuove imprese femminili in agricoltura (364 nuove iscrizioni), anche grazie al varo di incentivi regionali per favorire la nascita di imprese condotte da giovani imprenditori/imprenditrici nel settore.
Fra gli altri settori, quelli dove le donne hanno trovato maggior spazio per creare un’impresa in Toscana sono, con riferimento al quarto trimestre 2015, il commercio (500 nuove iscrizioni, il 25% del totale), le attività industriali (232, il 12%), i servizi alle imprese (167) e il turismo (142).
Questo, in sintesi, il ritratto al quarto trimestre del 2015 del contributo delle donne al mondo dell’impresa, così come emerge dai dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile realizzato dall’Ufficio studi di Unioncamere Toscana e frutto della collaborazione con il Settore imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana.
“La crescita dell’imprenditoria femminile – sottolinea il Presidente di Unioncamere Toscana, Andrea Sereni – rappresenta ormai una costante delle nostre analisi, un processo che nemmeno la grave crisi degli ultimi anni è riuscito ad interrompere. Il percorso di riequilibrio nei confronti della componente maschile è tuttavia ancora lontano dall’essersi esaurito, e testimonia la necessità di proseguire negli sforzi volti ad avvicinare le donne al mondo dell’impresa, ed a facilitare l’avvio ed il consolidamento delle imprese a conduzione femminile. Ma al di là degli aspetti puramente quantitativi, è importante mettere in risalto il contributo anche qualitativo che le imprese femminili offrono all’economia toscana, con la qualificata presenza in settori del made in Tuscany per i quali il nostro territorio è noto da sempre in tutto il mondo, come l’agricoltura e il turismo. L’universo dell’impresa al femminile costituisce dunque una risorsa straordinaria, che ha larghi margini di sviluppo e che offre anche una risposta concreta alle molte giovani donne, creative e intraprendenti, alla ricerca di occupazione”.
“Fa piacere che le aziende femminili continuino a crescere – commenta la vicepresidente della Toscana Monica Barni, che ha tra l’altro la delega alle pari opportunità – Fa doppiamente piacere che il tasso di crescita registrato nel 2015 sia in Toscana il più alto fra tutte le regioni in Italia, con contributi peraltro di qualità e in tutti i settori. Certo l’equilibrio è ancora lontano dall’essere raggiunto: meno di un’azienda toscana su quattro è capitanata da donne, un po’ di più, quasi una su tre, tra gli imprenditori con meno di trentacinque anni. Vuol dire che il lavoro fatto e gli strumenti e incentivi messi in campo stanno dando i loro frutti, ma è necessario proseguire negli sforzi. La Regione continuerà a fare la propria parte nel creare le condizioni, anche culturali, affinché le donne possano conciliare i tempi familiari con quelli del lavoro”.
TOSCANA SUL PODIO PER SVILUPPO DI IMPRESE FEMMINILI
Nella classifica delle regioni italiane per sviluppo di imprese «rosa», la Toscana si trova in 1a posizione nel 2015 (+1,7%) insieme a Lazio e Trentino. Rispetto ad altre regioni benchmark del Centro-Nord Italia la Toscana supera di poco anche la Lombardia (+1,6%), mentre più indietro nella classifica troviamo il Veneto (+1,3) e l’Emilia Romagna (+1,1%), e nelle ultime posizioni Piemonte (+0,5%) e Marche (+0,1%). Il tasso di crescita messo a segno dall’imprenditoria femminile toscana nei dodici mesi del 2015 è più alto anche della media italiana (+1,2%).
IMPRENDITORIA “GIOVANILE”, “STRANIERA” e “ARTIGIANA”
A fine dicembre 2015 si contano in Toscana 39mila imprese giovanili, di cui 11.750 aziende guidate da donne «con meno di 35 anni». I settori a maggior presenza di imprese giovanili «in rosa» sono il commercio (3.400 imprese), il turismo e l’industria (circa 1.400 imprese ciascuno), seguono agricoltura (800), edilizia (500) e servizi alle imprese (470). Al settore finanziario-assicurativo appartiene il più alto tasso di aziende femminili giovanili (pari al 21% delle imprese femminili complessivamente operanti nel settore), mentre agricoltura e immobiliare risultano le attività in cui tale presenza è meno diffusa (appena il 5-6%). Rispetto a dicembre 2014 il bilancio è di 193 imprese in più guidate da giovani donne, mentre le aziende con a capo uomini under 35 risultano in calo.
La regione conta oltre 52 mila aziende straniere, di cui 13.640 guidate da donne, che per fare impresa in Toscana prediligono il settore manifatturiero (4mila aziende), le attività commerciali (3.900) ed il turismo (1.100 fra alberghi e ristoranti). Nel 2015 le aziende guidate da straniere sono aumentate di 845 unità (+6,6%), mentre quelle guidate da italiane di 736 (+0,9%). Oltre metà del saldo positivo registrato a fine 2015 fa dunque capo ad imprenditrici straniere, il cui ritmo di crescita (+6,6%) supera nettamente quello delle italiane (+0,9%). Il contributo della componente femminile straniera è comunque forte in tutto il Paese; la Toscana si colloca infatti al 7° posto a livello regionale per sviluppo di imprese capitanate da donne nate al di fuori dell’Italia.
In Toscana le imprese artigiane iscritte nel Registro delle imprese a fine 2015 sono quasi 108mila, e di queste sono 19.217 le aziende artigiane guidate da donne. Rispetto a dicembre 2014, le imprese femminili artigiane sono aumentate di 177 unità: la crescita (+0,9%), benché inferiore a quella delle imprese femminili non artigiane (+1,9%), è in controtendenza rispetto a quanto registrato per l’artigianato maschile, che ha perso 1.600 imprese nel corso dell’ultimo anno.
I SETTORI DI ATTIVITA’
Delle 95mila aziende femminili con sede in Toscana, due su tre operano nel settore dei servizi, in particolare nel commercio (25.670) e nel turismo (9.800). Fra i restanti comparti del terziario, particolarmente diffuse sono le attività immobiliari (5.800) e dei servizi alle imprese, operativi (3.450) o avanzati (2.200).
Circa una impresa femminile su tre è invece attiva nei settori produttori di beni: la quota più rilevante è occupata dall’agricoltura (oltre 13mila), seguita dall’industria (circa 12mila) e – con una quota «residuale» – dall’edilizia (3.400).
La presenza femminile risulta più marcata nei servizi sociali e alla persona (dove oltre il 40% delle aziende è a conduzione femminile), nell’agricoltura (32% circa) e nel turismo (30%), segnalando altrettanti ambiti di specializzazione imprenditoriale.
Gli ambiti in cui le imprese femminili si sono sviluppate maggiormente nel 2015 sono le attività turistiche (alloggio e ristorazione +314 aziende), quelle industriali (+185, in particolare nel sistema moda con un saldo pari a +111), l’agricoltura (+176) ed il commercio (+163).
L’espansione delle attività turistiche è legata principalmente al contributo delle imprenditrici italiane (+200 contro +115 straniere), lo stesso vale per l’agricoltura (+131 italiane e +45 straniere) e in generale per ciascuna delle attività dei servizi.
Tutto legato all’imprenditoria straniera, invece, l’aumento delle imprese «rosa» di industria (+203 straniere, -18 italiane) e commercio (+243 straniere contro -80 italiane).
Da evidenziare, infine, l’inversione di tendenza dell’agricoltura che, per la prima volta negli ultimi cinque anni, registra un saldo positivo di aziende femminili in conseguenza, come già si è anticipato, agli incentivi regionali per le neo-imprese costituite da giovani imprenditori/imprenditrici.