Secondo un gruppo di ricercatori statunitensi i lavori notturni o su turni minano la fertilità femminile
Il lavoro incide sulla fertilità femminile. La scoperta arriva da uno studio condotto da un team di ricercatori statunitensi della Chan School of Public Health di Boston e della Harvard Medical School, pubblicato sulla rivista Occupational and Enviromental Medicine.
Le circa 500 donne coinvolte nella ricerca avevo chiesto assistenza per problemi di fertilità. E per la prima volta la loro occupazione è stata messa a confronto con una serie di parametri biologici che misurano direttamente la fertilità di una donna: livelli ormonali, numero di ovociti maturi, funzionalità ovarica. Dai dati è emerso che valori alterati di questi parametri sono spesso riscontrati in donne che lavorano su turni, di notte o che svolgono mansioni fisicamente pesanti, come ad esempio sollevare molti pesi.
Dalla ricerca è infatti emerso che le donne che lavorano più di 40 ore alla settimana impiegano circa il 20 per cento di tempo in più a concepire un bambino rispetto a quelle che lavorano dalle 21 alle 40 ore settimanali. Inoltre, i ricercatori hanno visto che trasportare regolarmente oggetti pesanti, superiori agli 11 kg, si associa a un ritardo del 50 per cento nel coronamento del proprio sogno: eventualità tutt’altro che rara, dal momento che il 40 per cento delle intervistate ha dichiarato di sollevare carichi pesanti fino a cinque volte al giorno.
Insomma, che svolgere lavori usuranti possa essere un fattore di rischio per lo sviluppo dello stress e che lo stress sia nemico del concepimento è cosa ben nota. La vera novità di questo studio sta nel rilevare che “anche la professione svolta può essere inserita fra i fattori che possono influire sul rischio di fertilità”, al pari di età elevata, problemi di peso o abitudine al fumo. È vero che bisogna tener presente che chi lavora meno probabilmente dedica meno tempo ed energie alla ricerca di un figlio e che chi non riesce a concepire può scaricare la frustrazione trascorrendo un tempo maggiore lavorando, tuttavia, “prestare attenzione alle ore lavorative e al tipo di attività svolta rimane un accorgimento utile”.