Il premio, istituito da Confartigianato Imprese e Fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi, viene assegnato ogni anno a chi contribuisce allo sviluppo e alla valorizzazione dell’artigianato
Eccellenza italiana dell’artigianato, fiore all’occhiello del Made in Italy, il nome Fendi evoca la storia del nostro artigianato. Una pelletteria artigianale nata nel 1925 per volontà di una coppia, Edoardo Fendi e Adele Casagrande, un laboratorio a conduzione familiare cresciuto sempre più grazie all’operato delle loro cinque figlie (Paola, Anna, Franca, Carla e Alda) e ormai diventato simbolo della pelletteria italiana e non solo.
Le cinque sorelle infatti hanno innovato, ma sempre nel nome della tradizione, l’azienda di famiglia grazie a nuove tecniche e processi di produzione e hanno dato vita alla griffe Fendi. Oggi quando si parla di Fendi si parla sì di borse, di pelletteria, di pellicceria ma anche di moda giovane, di jeans, di maglieria, di profumi.
Confartigianato Imprese e la Fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi hanno istituito il Premio nazionale Manlio Germozzi per onorare la memoria del fondatore di Confartigianato, scomparso nel 1997.
Manlio Germozzi, dopo la seconda guerra mondiale, è la persona che si è impegnata per ricostruire il tessuto economico dell’artigianato dando voce alle istanze degli imprenditori. Così la Fondazione, dedicata a lui e sua figlia Maria Letizia, ha inteso proseguire nell’opera di valorizzazione dell’artigianato promuovendo fra i giovani la cultura e le attività artigiane. In quest’ottica si situa anche la nascita di questo premio nazionale, che quest’anno giunge alla sua terza edizione. Un premio che viene assegnato ogni anno a personalità che hanno contribuito allo sviluppo dell’artigianato. Le prime edizioni del premio sono andate a Giuseppe Guzzetti, Presidente di Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e della Fondazione Cariplo, e a Giuseppe De Rita, sociologo Presidente del Censis e Presidente della Fondazione Rete Imprese Italia.
Per quest’anno invece il Premio è stato conferito a Carla Fendi, Presidente della Fondazione Carla Fendi, “per l’assiduo impegno ed il fattivo sostegno in favore della cultura dell’artigianato italiano, nel segno di un’operosa tradizione familiare”.
Il premio, una corona in maiolica di Faenza realizzata da ‘Bottega d’arte Ceramica Gatti’ ad opera del Maestro Davide Servadei, è stato consegnato a Carla Fendi il 1° marzo 2017, alla presenza di Mariapia Garavaglia, Presidente della Fondazione ‘Manlio e Maria Letizia Germozzi’, dell’attuale Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, e del Segretario Generale della Confederazione Cesare Fumagalli.
Mariapia Garavaglia e Giorgio Merletti, nel consegnare la corona in maiolica di Faenza, hanno ringraziato Carla Fendi “per la passione e la sensibilità con le quali ha saputo esprimere l’impegno imprenditoriale, esaltando i valori dell’artigianato italiano in ambito internazionale, promuovendo la nostra cultura manifatturiera presso i giovani, tutelando il patrimonio artistico del nostro Paese”.
Carla Fendi ha così commentato: “sono onorata di questo riconoscimento. Ho sempre dato un grande valore all’artigianato, tratto distintivo dell’italianità, riflesso di memorie storiche che intrecciano cultura del territorio, arte e straordinaria abilità manifatturiera, valori per me tra i primi nel mondo. Purtroppo, invece l’artigianato non è sufficientemente sostenuto e sta rischiando di scomparire. Un artigianato quello italiano che è veramente artistico e creativo e che si distingue in tutti i settori, in quelli più nobili ma anche in quelli considerati più umili come l’idraulico, il falegname, l’elettricista e altri. Questi sono mestieri, oltre che indispensabili, anche eccellenti che purtroppo vanno scomparendo ma che, incentivati, aiuterebbero molto l’attuale e fortissima disoccupazione giovanile. È importante dunque che i giovani, dopo l’indispensabile formazione culturale, possano continuare ad esprimersi professionalmente anche attraverso l’ artigianato, contribuendo a salvare questo settore dove tra l’altro non esiste crisi”.