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Isnet: osservatorio impresa sociale

foto-Osservatorio Isnet

Osservatorio Isnet sull’impresa sociale. Le prospettive aperte dalla riforma del terzo settore

L’associazione Isnet, nell’ambito della XI edizione dell’Osservatorio sull’Impresa sociale, ha vagliato 400 cooperative sociali, 100 imprese sociali e società benefit ad oggi presenti in Italia per valutare la capacità dell’impresa sociale di cogliere le opportunità rappresentate dalle trasformazioni. Un momento particolare per osservare questo tipo di impresa, dal momento che il Consiglio dei Ministri ha da poco approvato la riforma del terzo settore.

I risultati dell’Osservatorio sull’impresa sociale confermano il miglioramento dell’andamento occupazionale, un trend confermato dagli ultimi 3 anni di rilevazioni: Per il terzo anno consecutivo crescono le cooperative sociali che dichiarano un andamento in crescita per il 2016 (+8,4% rispetto all’anno precedente) e il 41,5% prevede di chiudere in crescita il 2017.
Anche sul fronte occupazionale i dati sono positivi: il 39% prevede un aumento del personale per il 2017, con un incremento di quasi 12 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Nonostante il dinamismo emerso, l’impresa sociale non sempre mostra una piena capacità di cogliere le opportunità: il 70% del panel ha dichiarato di non aver completamente raggiunto gli obiettivi di innovazione, lamentando la mancanza di risorse (84,3% degli intervistati).
Inoltre, il 64,5% degli intervistati dichiara di non conoscere i nuovi strumenti di capitalizzazione (social bond, capitali di rischio, equity crowdfunding, social lending) previsti dalla Riforma del Terzo Settore. Mentre l’8% afferma di essere contrario a queste forme di capitalizzazione per timore di perdere la governance: per le proprie esigenze finanziarie le imprese sociali preferiscono ricorrere ai «soci sovventori» in caso di esigenze finanziarie.

Nemmeno i sistemi di valutazione dell’impatto sociale sono stati utilizzati dalle imprese sociali, nonostante rappresentino una modalità efficace per accorgersi degli effetti generati dall’impiego delle risorse. Solo il 5% delle imprese dichiara di aver già identificato una modalità per definire il proprio sistema di valutazione di impatto sociale.

In questo scenario emergono due tipologie di organizzazioni: una prima tipologia di soggetti (pari al 4%) altamente performanti sotto il profilo dell’innovazione, dell’apertura di nuove aree geografiche e del rapporto con la finanza; una seconda tipologia (22%) un po’ più debole ma con buone predisposizioni e soprattutto con apertura al cambiamento.

I commenti

“In sintesi c’è un’avanguardia di imprese sociali che può generare fenomeni di imitazione” commenta Laura Bongiovanni, presidente dell’Associazione Isnet e responsabile dell’Osservatorio; “ma il dato interessante è che una impresa sociale su cinque presenta forte attitudine al cambiamento e allo sviluppo e, se sostenuta con processi di accompagnamento e trasferimento delle buone pratiche, può aumentare la capacità di cogliere le novità e le opportunità introdotte dalla Riforma”.

“Le imprese sociali hanno una grande sfida da affrontare: cogliere le opportunità che vengono dalle nuove norme, dalle inedite attenzioni della finanza mainstream, dalle tecnologie digitali, senza perdere la propria identità, anzi sfruttando l’occasione per riaffermare il proprio ruolo di agenti della trasformazione sociale e non attori subalterni di un welfare privatizzato. Banca Etica è e sarà al loro fianco in questo percorso” ha aggiunto il direttore generale di Banca Etica Alessandro Messina.

L’On. Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’evidenziare che i dati diffusi “sono incoraggianti” ha auspicato che “l’impatto sociale diventi una cultura diffusa e non solo un obbligo” ed ha sottolineato che “l’Osservatorio Isnet rappresenta un momento in cui norme e realtà si incontrano ed è importante proseguire e perseguire questo dialogo che esso favorisce”.

Per Giuseppe Guerini Portavoce Alleanza Cooperative italiane “l’impresa sociale deve perseguire un’innovazione fuori dalle mode e l’auspicio è che dalla Silicon Valley si crei in Italia la Social Economy Valley”.

L’On. Edoardo Patriarca, Presidente del CNV ha sottolineato che “Il terzo settore nelle sue diverse forme organizzative rappresenta l’avventura di dare senso alla dimensione relazionale anche avviando percorsi di contaminazione con il mondo dell’impresa profit”.

ISNET (rete delle imprese sociali) è un’associazione costituita nel 2007 che dialoga con un network di 1.221 organizzazioni del terzo settore allo scopo di sostenere lo sviluppo delle Imprese sociali favorendo le relazioni, i processi di innovazione e la diversificazione delle attività. L’Associazione ISNET realizza studi e ricerche per identificare opportunità da offrire al proprio network. L’Osservatorio ISNET sulle Imprese sociali è ad oggi l’unica indagine in Italia con serie storiche e indicatori costantemente aggiornati, articolati su 11 annualità.

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