In arrivo il “Piano per l’integrazione” degli stranieri immigrati che mette in primo piano il dovuto rispetto per le donne italiane
Dopo gli ultimi accadimenti di violenza sessuale a Rimini ad opera di immigrati africani, il Viminale sta mettendo a punto il nuovo Piano per l’integrazione. Tra i punti fondamentali, il rispetto dei valori fondanti dell’Italia e delle donne.
Il Ministro Minniti è sicuro in questo modo di allontanare il pericolo di terrorismo e di aggressione.
Al Piano per l’integrazione potranno accedere non soltanto coloro che hanno ottenuto asilo politico, ma anche chi è in lista per ottenerlo, con l’obbligo di frequenza dei relativi corsi. Condizione necessaria per la partecipazione dovrà essere l’effettivo desiderio di integrazione.
Il ministro Marco Minniti ha affermato: “l’integrazione culturale è una questione molto grande da affrontare, non è affatto scontata. Il rispetto tra uomo e donna è scontato per noi italiani cresciuti con questo concetto, dobbiamo lavorare perché diventi scontato anche per chi ospitiamo. I valori e il rispetto delle donne, questo è il tema centrale su cui operare”.
Gli obiettivi del Piano
Gli elementi base del Piano per l’integrazione dei migranti, che dovrà essere applicato con la collaborazione delle Regioni, sono tre: corsi di italiano, mediazione culturale e medica e servizio civile e avviamento al lavoro. Per i finanziamenti si potrà accedere al “Fondo Asilo Migrazione e Integrazione”, già esistente presso l’Unione europea.
Ecco in sintesi l’obiettivo del piano che mira a integrare i richiedenti asilo, quindi migranti regolari. La premessa è che chi chiede asilo deve rispettare le nostre regole, le stesse che sono previste per gli italiani.
L’obiettivo è quello di accogliere in maniera dignitosa i migranti regolari, ma nello stesso tempo ottenere che si adeguino alle stesse regole a cui si adeguano gli italiani, accettando anche ciò che non sarebbe previsto nella loro cultura, proprio come è già stato stabilito nell’intesa con le associazioni islamiche.
Immigrati e donne italiane
L’arresto di tre giovani africani accusati di stupro ha rianimato, soprattutto a destra, le ostilità all’introduzione dello ius soli. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando dice: “Lo ius soli è un percorso di doveri, non solo di diritti e serve a evitare di confinare le persone in un limbo, un’area grigia separata dal resto della comunità. L’integrazione e l’adempimento alle regole e ai doveri civici servono ad acquisire diritti e questo può aiutare la sicurezza collettiva”.
Per Maria Elena Boschi basta una sola donna uccisa o violentata perché si debba parlare di emergenza. La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, con delega alle Pari Opportunità, confida molto nel nuovo Piano e nelle linee guida per le aziende sanitarie e ospedaliere. “La violenza contro le donne non è questione di numeri né di etnia. Che l’autore o la vittima siano stranieri o italiani non cambia niente, la gravità dell’azione rimane la stessa”.
«È importante lavorare sull’educazione alla parità di genere e al rispetto verso le donne. Dobbiamo aiutare chi proviene da altri Paesi a comprendere il cambiamento del ruolo femminile nella nostra società. La scuola è fondamentale. In molti casi i bambini sono le porte attraverso cui gli adulti, in famiglia, aprono gli occhi su una visione diversa».
Immigrati negli altri Paesi. Come funziona all’estero l’integrazione di uno straniero
La Germania nel 2016 ha speso più di 14 miliardi per dare alloggio, sostenere e integrare gli 1,2 milioni di rifugiati arrivati tra il 2015 e il 2016. Nei länder ci sono luoghi di emergenza, ostelli o scuole dove i migranti possono stare al massimo sei mesi. In due anni sono stati avviati 15 mila progetti pubblici e privati, con corsi per imparare il tedesco e l’educazione civica. In alcuni casi sono stati offerti corsi d’integrazione sessuale, che puntano sul rispetto della donna. Oltre a corsi per l’apprendistato al lavoro.
In Francia a partire dal 1° luglio 2016 uno straniero ammesso per la prima volta deve concludere con lo Stato un “Contratto d’integrazione repubblicana” che prevede corsi di lingua e lezioni sui valori della Repubblica, in particolare su laicità e parità tra uomo e donna.
In Olanda gli immigrati oggi sono solo il 2-3% della popolazione. La linea tollerante ha funzionato bene per molti anni. Le richieste di asilo dei migranti stanno diminuendo: vari centri di accoglienza sono stati chiusi.
In Gran Bretagna per gli immigrati ci sono innanzitutto i corsi di lingua, visti come uno strumento essenziale per l’integrazione. Chi vuole puntare a chiedere la cittadinanza è obbligato a seguire il programma Esol (English for speakers of other languages).