Imprenditoria Start-up

Food Tech Demo Day 2018

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Startupbootcamp Food Tech, l’acceleratore di start-up dedicate al food tech, presenta le 8 start-up vincitrici

Startupbootcamp Food Tech ha presentato le 8 start-up vincitrici del programma di accelerazione avviato due anni fa in collaborazione con Gambero Rosso, Lventure Group, Monini, Cisco, M3Investimenti, Orienta. L’evento si è tenuto a Roma il 25 gennaio ed ha rappresentato il termine di una selezione che ha visto “in gioco” 755 application e coinvolto 70 Paesi del mondo, con l’Italia a guidare le candidature seguita da Stati Uniti e India.
Solo 18 i profili che hanno avuto accesso ai selection days, garantendosi la possibilità di confrontarsi con più di 70 partner e mentor qualificati i quali hanno decretato il verdetto finale, scegliendo i migliori 8 progetti.

Le 8 start-up del Food Tech

Durante la manifestazione i gruppi di lavoro sono saliti sul palco per raccontare al pubblico le loro idee e i progetti per il futuro. Dall’agricoltura di precisione, all’idroponica, dai cibi sostitutivi alla food discovery, queste le realtà coinvolte nel business della food innovation.

Novel Food tech a basso impatto ambientale

A coinvolgere gli investitori, Cricket One, una iniziativa dedicata al novel food. La start-up vietnamita HoChi Minh si distingue per aver perfezionato un sistema a basso impatto ambientale per favorire la diffusione degli allevamenti intensivi di grilli, fonte sostenibile di proteine animali. Un progetto in grado di eliminare il costo di costruzione delle infrastrutture necessarie per le fattorie e produrre la polvere proteica di grilli a costo zero, senza necessità di comprare mangimi.

Il marketplace etico del Food tech

Il team di TrySome presenta i crackers di grilli. Nata negli Stati Uniti, la piattaforma è un marketplace etico che si propone come mercato virtuale in cui si incontrano produttori e consumatori di cibo biologico e naturale a prezzi altamente competitivi. La squadra di TrySome, durante il Demo Day, ha portato in assaggio i Crickelle, cracker a base di sesamo, olio extravergine di oliva e farina di grilli, uno snack altamente nutriente.

2 proposte Food tech dall’Olanda

Dall’Olanda arriva la pasta di banane e il software per gli allevamenti di suini. La prima, composta da un team tutto internazionale, importa l’ingrediente principale dall’Uganda. È Gabanna la start-up che commercializza prodotti a base di banane verdi africane, insieme a legumi e farine vegetali. Una linea completamente gluten free che garantisce un equo compenso ai piccoli produttori di banane ugandesi, ed uno sbocco sicuro sul mercato europeo. La pasta, a base di banane verdi, contiene pochi carboidrati ma a lento rilascio, in grado di garantire un rifornimento lento ma costante di energia.
Da Amsterdam sbarca la start-up che invece sfrutta l’innovazione tecnologica per offrire agli allevatori di suini un software per il riconoscimento facciale che monitora singolarmente i maiali in azienda. L’obiettivo è tenere sotto controllo lo stato di salute dei capi per intervenire tempestivamente e pianificare tecniche di allevamento personalizzate. Un sistema utile per ridurre l’utilizzo di antibiotici, il tasso di mortalità, aumentare il benessere degli animali e di conseguenza i prodotti che consumiamo abitualmente.

La App delle ricette

Dall’Israele, invece, si elaborano ricettari virtuali e da Tel Aviv arriva un progetto che nasconde una tecnologia all’avanguardia, permette cioè di organizzare le ricette preferite tramite un’App sempre consultabile. È OrganizEat, il software che si propone di semplificare la creazione delle pietanze preferite, dai prodotti crudi ai piatti cucinati. Gli utenti possono accedere a qualsiasi ricetta con un semplice click e inoltrarla a tutti gli iscritti. L’App permette di ordinare le ricette direttamente sul iPhon per condividerle con gli amici via email, sms o attraverso i social media.

Le rappresentanti italiane del Food tech 2018

Fra le start-up selezionate per Startupbootcamp Food Tech 2018, ci sono anche due italiane: MyFoody e Orthoponics.
Francesco Gilberti di MyFoody pensa a un modo per combattere lo spreco alimentare attraverso una piattaforma che consenta agli iscritti, tramite un sistema di geo-localizzazione, di individuare prodotti in scadenza e a prezzo ridotto nei supermercati più vicini. Per MyFoody la mission è evitare che le eccedenze vadano buttate e permettere alle famiglie meno abbienti di fare la spesa a prezzi contenuti.
L’altro progetto nasce a Bologna, ed è una start-up dedicata all’“agritecture specializzata in soluzioni di urban farming. Orthoponics, infatti, permette di coltivare prodotti biologici in casa, con l’acquaponica, una combinazione di agricoltura e architettura, una pratica che consiste l’integrazione del mondo agroalimentare alle strutture urbane. L’utilizzo dell’acquaponica permette di far crescere le piante grazie alla simbiosi tra coltivazioni, microrganismi e pesci, riducendo l’uso di acqua ed eliminando l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti.

Il team dal Brasile

Rivoluzionario è anche il progetto del team brasiliano guidato da Mauricio Reck, inventore di UNAsmart, coffee maker portatile e ricaricabile che si prefigge di ridurre lo spreco di materiali per la produzione di tazze in plastica e cartone. Un oggetto pensato per il mercato statunitense, dove il consumo di caffè “to go” è da anni molto elevato. La soluzione è un particolare termos portatile con cialde compostabili, in grado di preparare il caffè non espresso ma lungo.

Un nuovo accordo di collaborazione

A conclusione della conferenza è stata annunciata la chiusura di un importante accordo con la Danone. A darne l’annuncio è stato Damien Jourdan, open innovation manager di Danone il quale ha dichiarato che la collaborazione con Startupbootcamp rafforzerà le capacità di innovazione nel food tech. “Siamo convinti che vivere la nostra missione, portare la salute attraverso l’alimentazione significhi lavorare insieme ad altri imprenditori che stanno sviluppando l’alimentazione del futuro” ha spiegato Jourdan.

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