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Cittadini, imprese e ICT. La rivoluzione digitale in Italia stenta ancora

imprese e ICT 2018 ITA

L’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia è aumentato a ritmi troppo lenti rispetto a quelli degli altri Paesi europei. Il gap è tra le imprese e non solo tra i cittadini

In Italia nel 2018 l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione è aumentato ma a ritmi lenti rispetto all’Unione Europea. A sancirlo è l’ultima rilevazione “Cittadini, imprese e ICT” pubblicata il 18 gennaio 2019 dall’ufficio studi e ricerche dell’Istat, nonostante la percentuale delle famiglie in possesso della connessione fissa (Adsl, fibra ottica, ecc.) nel 2018 abbia raggiunto il 74% mentre quella delle medie e piccole imprese il 94%. Cosa sta succedendo?

Popolazione connessa

I giovani tra i 15 e i 24 anni si confermano i maggiori fruitori di Internet (94%) ma il cambiamento è tra gli adulti di età compresa tra 65 e 74 anni, i quali hanno incrementato l’accesso alla rete di oltre 9 punti passando dal 30% del 2017 al 39% del 2018.
I dispositivi utilizzati dai ragazzi con più di 14 anni sono lo smartphone e il pc da tavolo rispettivamente per l’89% e il 45%.
Un salto in avanti ha interessato il mondo dell’e-Commerce, che per le imprese è diventato un’attraente leva di marketing. Infatti nel 2017 le aziende hanno realizzato più della metà del loro fatturato tramite gli intermediari web (oltre il 64%).

Investimenti in competenze digitali nelle imprese ICT

Sull’asse degli investimenti in competenze digitali, si nota un maggiore impiego di risorse per i propri dipendenti con corsi interni che passano dal 13% al 17%.
Il livello di digitalizzazione delle grandi e piccole imprese, secondo l’ente di ricerca italiano, aumenta in base all’ampiezza degli addetti in azienda. Le società con almeno 250 addetti raggiungono il 44% di digitalizzazione mentre quelle tra i 10 e i 49 addetti il 12%.
Un’attenzione particolare riguarda l’uso delle tecnologie emergenti, dove le grandi imprese si dimostrano reattive all’utilizzo dei big data (tecnologie e metodi specifici per estrarre i dati) con il 30% contro il 25% dell’Europa a 28 Stati membri, mentre nell’uso delle stampanti 3D e della robotica si parla rispettivamente di un 13% e di un 26%.
Quanto alla formazione nei campi dell’ICT, il 16% delle aziende di piccole dimensioni impiega esperti ICT e dal 2017 ha pianificato corsi per aggiornare le competenze dei propri addetti. Tra le grandi imprese, il 72% si avvale di informatici reclutati tra il personale interno che però risulta carente in specialisti ICT per oltre il 17%.

Tecnologie e comunicazioni veloci delle imprese

Il 94% delle piccole imprese con 10 addetti fa uso di connessioni veloci a banda larga fissa o mobile mettendo a disposizione dei propri dipendenti il 61% dei dispositivi tra computer portatili, smartphone, tablet ed iPad.
Per le aziende che impiegato tra i 10 e i 49 addetti, il 57% dichiara di fare uso della rete mobile per lavoro e il 18% dei computer portatili forniti dall’impresa per attività legate al lavoro. Questi valori aumentano nelle imprese di grandi dimensioni, dove coloro che dichiarano di utilizzare connessioni mobili per ragioni di lavoro raggiungono il 95%.
Infine, il 68% delle grandi e piccole imprese connesse a Internet in banda larga fissa dichiara velocità contrattuali almeno a 30 Mbit/s, in crescita rispetto agli anni precedenti.

Poche le imprese con investimenti nell’industria 4.0

Sotto il profilo degli investimenti e della loro programmazione nell’ambito del Piano industria 4.0, emerge un ritratto dell’industria italiana deludente, che non investe per l’86%.
Le possibili scelte di investimento ricadono per il 10% nei beni e servizi digitali, in risorse tecnologiche relative alla sicurezza informatica, applicazioni web o App e l’8% in servizi legati al cloud computing.
Malgrado ciò, le imprese campionate hanno scelto come fattore trainante in primo luogo la trasformazione digitale, con le agevolazioni, i finanziamenti e gli incentivi fiscali ad essa collegati, le infrastrutture e le connessioni in banda ultra larga e a seguire la formazione di competenze tecnologiche per il personale già inserito in azienda. Una contraddizione evidente.

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