Pubblicato il Report Inps sul reddito di inclusione relativo all’anno 2018
La misura di contrasto alla povertà denominata ReI (Reddito di Inclusione) che dal 1° gennaio 2018 ha sostituto il SIA (Sotegno per l’inclusione attiva) si distingue in due tipi di intervento: il beneficio economico mensile e il progetto personalizzato di inclusione socio-lavorativa per superare la condizione di povertà. Per avere diritto a questi interventi il nucleo familiare beneficiario non deve avere alcun membro che percepisce indennità di disoccupazione e deve avere:
– un valore ISEE non superiore a 6mila euro;
– un valore ISRE (l’indicatore reddituale dell’ISEE, ossia l’ISR diviso la scala di equivalenza, al netto delle maggiorazioni) non superiore a 3mila euro;
– un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro;
– un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10mila euro (ridotto a 8 mila euro per la coppia e a 6 mila euro per la persona sola).
Fino al 1° luglio 2018 il nucleo familiare doveva comprendere o un minorenne o una persona disabile o una donna in gravidanza o un disoccupato ultra 55enne. Dal 1° luglio 2018 in poi invece la misura è diventata aperta a tutte le famiglie che avessero i requisiti di ordine economico previsto a prescindere dal requisito “familiare”.
Osservatorio statistico sul Reddito di inclusione
L’Osservatorio statistico sul Reddito di inclusione, effettuato dall’Inps, fornisce le informazioni essenziali sui nuclei familiari che hanno percepito il beneficio economico nel 2018. Secondo i dati statistici emersi, nel 2018 hanno percepito il ReI 462mila nuclei familiari (1,3 milioni di persone), la maggior parte residenti nel Sud Italia (71%) che hanno ricevuto il 68% dell’importo complessivo erogato. In particolare sono state due le regioni che hanno percepito il più alto numero di erogazioni: Campania e Sicilia, i cui nuclei familiari sono stati il 46% (il 50% delle persone coinvolte in tutta Italia). A seguire Puglia, Lazio. Lombardia e Calabria (29% dei nuclei e 27% delle persone coinvolte).
Se andiamo a verificare il tasso di inclusione del Reddito di inclusione, cioè il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti (per fare un paragone omogeneo e capire meglio la situazione di povertà in Italia), troviamo i valori più alti in Sicilia (634 percettori di ReI ogni 10.000 abitanti), Calabria (603 ogni 10.000 abitanti) e Campania (447 ogni 10.000 abitanti). I valori minimi li troviamo in Trentino Alto Adige (solo 28 ogni 10.000) e Friuli Venezia Giulia (solo 37 ogni 10.000).
Da notare però che nell’11% dei casi il ReI risulta erogato a un extracomunitario. Al Nord nel 29% dei casi.
Quanto agli importi erogati, al mese in media sono state erogate 296 euro ma con forte variabilità a livello regionale: si va dalle 237 euro della Valle d’Aosta alle 328 euro della Campania.
Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio più alto di quelle del Nord per 51 euro (+20%) e di quelle del Centro per 34 euro (+12%).
L’importo medio varia però sensibilmente a causa del numero di componenti il nucleo familiare, passando da 176 euro per i nuclei monocomponenti a 426 euro per i nuclei con 6 o più componenti.
Segnaliamo anche che i nuclei con minori, nell’anno di riferimento, erano 243.000 e hanno rappresentato il 53% dei nuclei beneficiari e il 71% delle persone interessate. Solitamente si tratta di una famiglia composta da quattro persone (il 32% del totale) mentre i nuclei con disabili erano 82.000 mila, pari al 18% dei nuclei beneficiari e al 17% delle persone interessate. In questo caso si tratta in maggioranza di famiglie con un solo componente (il 28% del totale).
Il report dell’Inps rende un quadro della situazione familiare italiana dal punto di vista economico ma evidenziamo che si tratta solo delle persone che avevano i requisiti richiesti e che hanno presentato domanda, dunque non parliamo della situazione sociale generalizzata poiché diverse famiglie possono non aver richiesto affatto il Reddito di inclusione pur avendone diritto oppure, al contrario, potevano non rientrare seppur di poco nei requisiti richiesti che devono essere posseduti contemporaneamente (non è quindi sufficiente averne solo due o tre tra quelli elencati a inizio articolo).